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Argomento presente: « I MESTIERI DI TORRE ANTICA »
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ID: 309  Discussione: I MESTIERI DI TORRE ANTICA

Autore: Aniello LANGELLA  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 30 gennaio 2012 Ore: 17:06

Vorrei adottare gli stessi criteri che ho espresso per la RICERCA MONUMENTALE, anche per questo progetto.
Censire tutti i mestieri conosciuti sul territorio documentandoli con foto e video.
Partire dall'attuale ossia da oggi per andare a ritroso nel tempo.
Il venditore di noccioline, di cocco, di palloncini, di calze, il rigattiere ma solo di mobili, quello che vende il ferro, chi vende il pane , il pescivendolo ( il fisso, l'ambulante ) , il venditore di mais bollito, il macellaio.
CREARE UN ARCHIVIO DELLA MEMORIA
FAtto il primo passo di documentazione dellattuale anche con video ( per riprodutte le voci ) si passerà alla ricerca del passato.
Su come procedere vedremo nel tempo.
Cordialmente
Dott Aniello LANGELLA
Presidente del Gruppo Archeologico Torrese G. Novi
 
 
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ID: 490  Intervento da: Luigi Mari -  - Email: gigiomari@libero.it

Amici,
la signora Marisa risponde alla discussione "I mestieri di Torre antica".
E visto che in questo forum si subdora DISATTENZIONE PER I MESSAGGI FEMMINILI (Nota le scarsissime risposte a tutti i messaggi delle donne); qui dove mi rifiuto di pensare qualunquisticamente alla ridicola idea di maschilismi e misoginie, o a "guinzagli coniugali" riparo (prima che la cosa diventi troppo evidente) con una sorta di breve apologia o piccolo processo al vetusto romanticismo. Haimé!
Marisa Betrò annulla e sostituisce lo scibile del nostro forum con una sola frase: "Un sorriso a tutti". Si prega altri angeli di comparire.
La parola "Angelo" comprende diverse accezioni, e, dato la natura astratta del termine, esse sono quasi tutte fantasiose e spesso fantastiche. Quindi talvolta artificiose e manipolate con tecniche scrittorie accattivanti e suggestive. Ma questa volta "Angelo" si rivolge non già ad un atteggiamento, ad un modus vivendi, ad un ordine di idee o ad un orientamento religioso profondo e addirittura fanatico, ma ad un semplice gesto di prammatica: il saluto a margine di un messaggio, una semplice convenzione sociale ripetuta dall'umanità miliardi di volte al giorno.
Fate un esperimento semplice. Aprendete a caso un campione di persone e giocate all'"associazione di parole". Al termine "Angelo" 30 su 100 associano "sorriso", non riso, allegria, gioia, ma "sorriso". Ebbene, ne ho appurati di saluti, espliciti e trasparenti, artificiosi e spontanei, letterari e formali, ma è la prima volta che leggo dei saluti che sono un concentrato angelico nell'accezione più diafana, ma umanistica della parola, là dove persino la poesia prova un pochino di invidia e di vergogna.
"Un sorriso a tutti". Amore che si schiude da un bozzolo.
A memoria d'uomo non mi sono mai trovato di fronte ad un saluto più bello, più semplice, più leggero, più saturo, più tonico, più sublime, più spontaneo; dove gli "ismi", le matematiche e le cibernetiche arrossiscono dalla pochezza e si nascondono in cerca di conversione e redenzione.
E ciò non poteva essere partorito che da una signora, in senso liliale, affacciata alla vita e alle sue radici, obbediente alla sinusoide onirica dei precordi, dove il muliebre e l'eterno femminino, questa volta, sono solo optional e retorica, non solo, ma soccombono ridicolizzati innanzi al candore asessuato ed universale dell' "angelico SORRISO" propriamente detto ed in quanto tale, librato dal pensiero matrice come farfalla, moltiplicato e riadagiato sulle fronti madide per i dissapori e dei ritmi perniciosi della vita moderna; crani: avidi contenitori di cogiti tracimanti e malfermi, sotto il giogo della diseleganza ad della asetticità in un contesto epocale di virilismi e pragmatismi fibrillanti e di cattivo gusto, nella tribuna di un forum.
Benvenuta in questa gabbia di matti. Ma non disperi. Non ricordo chi ha detto che la verità sta soprattutto nella follia.
Ancora non ricordo ricordo (invecchio irrimediabilmente) se è di Pascoli, Carducci o Gozzano, o chi per esso: "Ci vuole così poco per farsi voler bene: un sorriso quando conviene, ecc."
Un sorriso a tutti.
Luigi Mari

P.S. - Signora Marisa, questo forum è desueto perché i suoi componenti si ameranno per quello che sono e non per quello che desiderrerebbero apparire. Abbasso le facciate e le maschere. W l'essere! "Faccina" in più, faccina in meno... cosa vuole che importi. Ascolti, quelle faccine hanno un solo scopo, quello di toglierci almeno vent'anni di dosso (a Salvatore ne tolgono ottantas), ma solo per riassaggiare "i tiempe belle 'e na vota" Non toccateci il ruolo di maturi, è un nostro sacrosanto diritto acquisito.
Ma non lo vede Salvatore, Lei che è una estimatrice delle sue opere scritte almeno quanto me, ma Lei, in più, è una sua aficionados. E' ridiventato bambino... Prima del Forum era bambino solo nel senso procreativo..., ma oggi lo è in toto. Pensi che la moglie deve preparare due bottigline, una per il nipote neonato ed uno per il marito che è diventato marmocchio, geloso del pargolo e bramoso di "infanzia". Spesso provo il desiderio di andare a Bologna e cullarlo tra le mie braccia sussurrandogli una ninna nanna.
E cosa cambia se una bella mattina scorgiamo nel Forum Antonio Abbagnano o il sottoscritto in mutande. Storceremo un po' il naso per lo schifo, ma quel sorriso ci farà bene. Metta quante faccine vuole, Signora Betrò, e dica più "stroppole" possibile. La seriosità è peggiore della serietà, fa invecchiare prima. In Torreomnia non esiste analisi scelta, tutto è espresso a braccio, di getto; Non bisogna preoccuparsi di refusi, delle sgrammaticature degli anacoluti, dei lapsus calamo. Sono quarantanni che so come si scrive "melanzane" eppure, dopo quarant'anni ancora scrivo e stampo "melenzane"; tutto sarà spontaneo, sincero, in questa sede; mostrare le proprie debolezze e le proprie lacune e è uno schiaffo all'ipocrisia. Voglio sperarlo sempre.
Il non-moderatore scapucchione,
per dirla con il Vate (senza r finale) alias Tator'.



ID: 488  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella@tiscali.it

Vorrei parlarvi del FRANFALLICCARO
Dicesi franfallicco quel pezzettino di zucchero filato a vari colori e non che veniva foggiato a mano con zucchero , coloranti, fuoco e tanta forza di braccia.
Non ricordo il nome della strada ma l'ultimo FRANFALLICCARO che vidi aveva una botteguccia sul finire di corso Cavour poco prima dell'angolo con via XX settembre. Prendeva da un pentolaccio che ribilliva prelibati profumi , una massa uìinforme , semisolida , quasi fluttuante come pasta per le pizze,...poi la poneva su un piano di marmo e con le mani cosparse di olio allungava la massa a forma di salsiccione. Poi ne staccava un pezzo e lo allungava. Qui la magia. Appendeva la massa ad un chiodo che era piantato sullo stipite della porta e con forza evidente ritava verso il basso l'impasto che quasi scricchilava sotto le mani . Poi lo riavvolgeva attorno al crocco e poi lo tirava e poi lo diavvolgena,... faceva quasi un intreccio. Infine riponeva tutto sul tagliere e ricavava bastoncini , pezzetti cubici e cilindretti.
Tutta roba buonissima. A volte compravo di nascosto quei pezzetti dolcissimi di cuore torrese. Poi nulla più . U franfalliccaro è starito.
Dott Aniello LANGELLA


ID: 477  Intervento da: marisabetrò  - Email: marisabetro@libero.it

Mamma mia, si sono impazzite le faccine! Volevo solo mettere un sorriso, giuro! Signor non-moderatore come si fa a toglierle? Che scuorno!

ID: 476  Intervento da: Marisa Betrò  - Email: marisabetro@libero.it

Salve a tutti. Ho dato un'occhiata panoramica a questo forum e sono stata immediatamente attratta da questa discussione.
Purtroppo, essendo donna, e torrese, non ho avuto da ragazzina le possibilità conoscitive ed esplorative di chi (beato lui) è crisciuto mmiez 'a via.
Ricordo anch'io molti dei personaggi citati dal dott. Langella, che davano la voce sotto il mio balcone di miezo San Michele nelle luminose ed eterne cuntrore estive:"Chesta è l'ora ra pullanchella!" "I sciosciammosche...". O la voce invernale del garzone di Cacapieto preposto alla vendita: "E' l'ora che è ll'ora, i ccicole càvere càvere dint'all'oraaaa...".
All'angolo di vico Orlando il richiamo lamentoso di una sfatta signora che sciosciava col ventaglietto un trebbeto improvvisato sotto una caurara annerita, mi costringeva al risveglio.
Indugiavo, in attesa di affrontare il gelo della stanza non riscaldata e la vestizione per la scuola: "Stammatina sò i n'atu sapore alleeesseee!".
Poi, questo richiamo è entrato ciao, Tore!] nel lessico familiare per commentare il freddo eccessivo o qualche antelucano accadimento non lieto.
La signora avvolgeva le allesse in cuppetielli ricavati da fogli di quaderni di scuola che le portavano i bambini, in cambio di qualche castagna.
Una volta u Marò, che trasgressione!] sottraendoli a mamma che amorosamente li conservava quei quaderni dalla foderina nera ntruppecosa,le portai due o tre quaderni di brutta copia e ricevetti in pagamento un cuppetiello spugnato con qualche castagna e una scheggia di lauro.
Era gentile la signora, per quanto implacabile negli strascìni quando gli allucchi delle donne che si prendevano a capilli nel vicolo richiamavano sul balcone perfino la gente di via Colamarino.
Le migliori allesse della vita mia. Parola.
Vorrei scrivere qualche altra cosa. Più tardi, magari, mò tengo che ffà. Solo, non chiedetemi di fare le cose troppo "scientifiche". A ognuno il suo stile.
Un sorriso a tutti.
Grazie mille a Luigi Mari per questo spazio e per l'invito


ID: 403  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella@tiscali.it

Ho pensato di scriverCI qualcosa sul "commersiante" ambulante RU PER E U MUSSO
Nei miai ricordi di bambino il venditore del PIEDE E LABBRO ( per le signore fini di Martiri d'Africa) era una carretto che profumava di limoni e difragranze di lesso.
La trippa , la pariata, il musso, il piede, la centopelle, ... tutta roba squisita che pendeva umida e grondante acqua dai ganci ,.... luci ,.... tanta gente alla festa dei 4 altari,.... papà Leonardo mi porva a fare il giro della città spiegandomi ogni cosa,.... poi non resisteva al richiamo del carretto delle frattaglie,... era bellissimo sedere assieme sul parciapiedi difronte all'Iris per gustare nel cartoccio quei bocconcini ,.... u cuoppo ,,,, u sale che scendeva dal corno di bue .
U semplice ricordo


ID: 324  Intervento da: Antonio  - Email: usn123@ti.it

Caro Salvatore, l'Aranciosina era stata creata dalla famiglia Dolce di mmiez a S. Gaetano e produceva "idrofriz" non so però se ad imitazione dell'Idrolitina o se Gazzoni di Bologna ha imitato l'Idrofriz.
Comunque mi sono comprato la web cam e sono pronto per un'eventuale discussione anche col dr.Langella. Ciao, Antonio


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