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Argomento presente: « I MESTIERI DI TORRE ANTICA » | ||||||
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ID: 704 Intervento
da:
Salvatore
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
- Data:
martedì 18 gennaio 2005 Ore: 00:27
Non so se Cardalano va nei mestieri oppure negli strangianomi. Cardalano, al secolo Raffaele Clemente faceva il mestiere di cardatore di lana, lo stesso della Matrazzara, la nonna di Lucio Savino . Nel passato era stata la sua attività. Poi era diventato portatore d’acqua a domicilio e su commissione. A lui venivano affidati giarri e buttiglioni che riportava pieni. Era proprietario di un ciuccio scurtecato e di una carrettella sulla quale portava a domicilio l’acqua r’a funtana, quella delle Centofontane. In occasione di una festa di quartiere, abbasciasangiuseppe, organizzatore Cardalano, veniva preparato un ciuccio di legno e fuochi d’artificio. U ciuccifuoco, correva p’a scesa r’u rio, da miezatorre fino abbasciasangiuseppe. |
ID: 702 Intervento
da:
Aniello
- Email:
aniello.langella@riscali.it
- Data:
lunedì 17 gennaio 2005 Ore: 23:26
NDULIN U VERDUMMAR - ANTONINIO IL VERDUMMARO. Aveva il carretto a trazione animale:un'asina inseparabile come la sua sigaretta. Lavorava tra via Fontana e Cesare Battisti. Vendeva verdure e frutta. Non ho mai capito come dava la voce e cosa soprattutto diceva. La cosa bella è che quando incontrava le signore "che parlavano pulito" diventava rosso e si comportava diversamente dal solito. Metteva la lingua nel pulito pure lui. " antonino, un chilo di friggiarelli " oppure, "....e le rapeste a quanto vengono?...." ma il massimo era quando qualcuna gli chiedeva " le patane vanno sempre allo stesso prezzo di aieri ?" ... e lui quasi ridendo faceva il coppo. Era uno spasso. Aniello |
ID: 700 Intervento
da:
Salvatore Argenziano
- Email:
salvatore.argenziano@fastwebnet.it
- Data:
lunedì 17 gennaio 2005 Ore: 23:06
Per Aniello e Antonio. Michele a sampdoria. Mi dispiace autocitarmi ma provate a leggere il mio racconto in torrese Accardo Domenico. Fu il mio primo esperimento di scrittura in torrese. Accardo Mimì (iniziali A. M., quelle di Acquarulo Michele). Un carissimo mio amico d’infanzia. Voglio precisare che quel racconto prese qualche spunto da Michele ma non è la sua biografia. Il nome Sampdoria lo ebbe perché tifoso del Doria, società sportiva di Genova che poi si fuse con la Sampierdarenese nella Sampdoria. Ed era tifoso del Doria perché il padre era imbarcato sull’Andrea Doria. Vero è l’episodio delle scarpe e della corsa a Taranto. Il resto invenzioni. Michele non lo vedevo da oltre quarant’anni. L’ho rivisto ieri sera. Provate ad andare in “Compagni di scuola” foto 3 e 4 e cercatelo tra quei ragazzi. Ciao, Michele. |
ID: 697 Intervento
da:
Aniello
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
lunedì 17 gennaio 2005 Ore: 22:45
U PURZIANARO. Passava per via Felice Romano ( dove abitavo ) urlando frasi quasi incomprensibili che forse avevano a che fare con l'ombra della contr'ora. Tre , forse quattro tende arrotolate sulle spalle faceva il giro su e giù per la strada. Qualcuno diceva che la persiana era la scusa per entrare nelle case dove fare incontro galanti. Aniello |
ID: 693 Intervento
da:
Aniello
- Email:
aniello.langella@tiscali.it
- Data:
lunedì 17 gennaio 2005 Ore: 22:26
Michele Sampdoria se l'hai visto ....è solo lui l'UNICO AL MONDO CHE TIFA ANCORA PER QUELLA SQUADRA...: LA SAMPDORIA MIchele,.....ti ho ritrovato...........si potrebbe creare un "chi l'ha visto ?" torrese ...oppure un "chiamate Mari 31, 31" Aniello |
ID: 692 Intervento
da:
Antonio
- Email:
usn123@tin.it
- Data:
lunedì 17 gennaio 2005 Ore: 22:21
Aniello, ma stai parlando di Michele a Sampdoria, chiamato così perchè, dopo essere stato alcuni anni a Sampierdarena si innamorò di quella squadra e ne è l'unico tifoso a Torre. Non sapevo che faceva u serrengaro. Lo incontro tutti i giorni fuori il bar di Porpettone con la Gazzetta dello Sport, l'unico giornale che parla della Samp ed è in perfetta forma e la sua verve logorroica è rimasta intatta. Me lo ricordo quando andava a ritirare, per conto di mio padre Vincenzo, i biglietti della Turris invenduti. C'era all'epoca, quando mio padre era nella Turris, l'usanza di portare i biglietti "ridotti" nelle ricevitorie, nei tabaccai e nei bar e così i torresi pagavano di meno di quelli ospiti, che li compravano allo stadio. Michele era velocissimo perchè incominciava il ritiro verso le tredici, non troppo presto, per completarlo alle quattordici,non troppo tardi per fare i conti con papà nella biglietteria del Liguori e nello stesso tempo godersi la partita. Papà mi raccontava che era di una precisione e di un'onestà unica, ed i soldi erano parecchi, e ne elogiava la saggezza di spessore antico. E' rimasto uguale com'allora, saggio, intelligente e di spiccata personalità. Te lo saluterò in settimana.Antonio |
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