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Argomento presente: « I MESTIERI DI TORRE ANTICA »
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ID: 309  Discussione: I MESTIERI DI TORRE ANTICA

Autore: Aniello LANGELLA  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 30 gennaio 2012 Ore: 17:06

Vorrei adottare gli stessi criteri che ho espresso per la RICERCA MONUMENTALE, anche per questo progetto.
Censire tutti i mestieri conosciuti sul territorio documentandoli con foto e video.
Partire dall'attuale ossia da oggi per andare a ritroso nel tempo.
Il venditore di noccioline, di cocco, di palloncini, di calze, il rigattiere ma solo di mobili, quello che vende il ferro, chi vende il pane , il pescivendolo ( il fisso, l'ambulante ) , il venditore di mais bollito, il macellaio.
CREARE UN ARCHIVIO DELLA MEMORIA
FAtto il primo passo di documentazione dellattuale anche con video ( per riprodutte le voci ) si passerà alla ricerca del passato.
Su come procedere vedremo nel tempo.
Cordialmente
Dott Aniello LANGELLA
Presidente del Gruppo Archeologico Torrese G. Novi
 
 
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ID: 905  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Data: giovedì 3 febbraio 2005 Ore: 23:17

Ho scoperto chi fa casino nel Forum.
Perché una risposta che riguarda la Medicina va a finire nei mestieri?
Anié! Statti attiento si no nun se capisce chiù niente!

Prima del sapunaro c’era u zaffaranaro che scambiava panni vecchi con cartoccetti di zafferano. Poi venne u sapunaro che dava u sapone ‘i chiazza, quello tipo nutella, in cambio delle pezze. Grandi sapunari erano i resinari. Il termine resinaro era sinonimo di sapunaro. Un proverbio dice: Cca i ppezze e cca u sapone. Un’altra espressione è: A cagna pezze che sta ad indicare in cambio di poca roba, roba da sapunari.
Poi venne l’età dei nostri giovani e u sapunaro scambiava le pezze con il moplen. Tempi moderni, oggi forse in cambio di un CD.



ID: 901  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: giovedì 3 febbraio 2005 Ore: 22:46

Il "giallo" si curava con la "paletta di fecherina" aperta sulla pancia e sulle spalle. Tutte le piante della famiglia delle cactacee contengono sostanze che hanno alto potere cicatrizzante ( ferite della cute, piagne torbide e putrescenti ,...) forse perchè le essenze della linfa contengono triptani ed aloe. Evidentemente si credeva che lo stesso potere di rigenerazione di tessuti agisse anche in profondità. Ma così non era.
Titirus medicus


ID: 892  Intervento da: Antonio Abbagnano  - Email: usn123@fastwebnet.it  - Data: giovedì 3 febbraio 2005 Ore: 21:55

U sapunaro, si chiamava: ma pecchè si chiamava così?
L'itterizia, mi dici come si curava? Grazie


ID: 890  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: giovedì 3 febbraio 2005 Ore: 21:50

Il rigattiere . Non conosco il nome in torrese. Passava con il carretto a via Felice Romano . Mia madre gli dava delle cose vecchie in metallo e lui scambiava la merce con "bellissimi" oggetti in moplen. Io leggevo sul fondo dei catini . Fabbrica di Muggiò Milano. Che " bella la plastica " in cambio dei ferri vecchi. Non ho mai visto nei dettagli le cose che consegnava e scambiava mia madre con il sapunaro. Magari erano cimeli di famiglia.
Aniello


ID: 828  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello.langella@tiscali.it  - Data: venerdì 28 gennaio 2005 Ore: 19:36

CERASIELLO ,...il grande allevatore di mitili: le cozze per il romano.
La sua fattoria era il porto. Il cibo per i mitili: l'acqua marina riciclata del porto. Strumenti di lavoro: le barche appositamente modificate, le funi "i resti " ( dico bene Salvatore ?) i fusti di nafta galleggianti , e le semmente.
Prodotto finito : LE COZZE giornali e tanti cuoppi
Aniello


ID: 733  Intervento da: alessandra de martino  - Email: alessandrademartino@libero.it  - Data: giovedì 20 gennaio 2005 Ore: 10:29

ero una tesista in architettura. Ora sono architetto. La tesi sulla cartografia della Città Vesuviana (da portici a torre) ha prodotto risultati nuovi ed interessanti, nonchè la dignità di stampa. Non appena avrò finito il libro lo sottoporrò ad enti e a privati che vorrano finanziare l'impresa. Vi dico soltanto che ho trovato una mappa del settecento coeva a quella del Duca di Noja che comprende anche Torre del Greco dal Vesuvio a mare, da Ercolano all'Epitaffio. Sicuramente coinvolgerò il Comune di torre del greco...sempre se l'amministrazione vorrà investire qualche denaro in cultura. Saluti. alessandra de Martino.
P.S. avevo pensato anche a privati che potessero aiutarmi a fare il libro, tipo banche, armatori....


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