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Alla
conquista della Cina
secondo varo per Bottiglieri
Secondo varo cinese per la Giuseppe Bottiglieri shipping
company. Nonostante la crisi dei noli e il difficile momento
per il commercio e lo shipping internazionali, l’armatore
torrese continua nel suo programma di nuove costruzioni.
Cercando di affrontare la crisi di petto, senza cancellazioni
né ritardi nelle consegne. Entro il 2011 arriveranno anche
altre otto unità post Panamax da 92.500 tonnellate e una
capesize per un valore globale di 500 milioni di dollari. Nel
cantiere cinese New Jiangsu Yangzijiang, così, è scesa in
mare la “Giovanni Bottiglieri”, la seconda portarinfuse
post Panamax da 92.500 tonnellate di portata lorda,
commissionata al cantiere due anni fa. Madrina dell’evento
Manuela Bottiglieri, la terzogenita del presidente e
amministratore delegato della società armatoriale, presente
all’evento con il presidente del cantiere Ren Yuanlin e il
segretario del Partito comunista cinese della provincia di
Jiangsu Liu Pin. Classificata dal registro navale italiano, in
consegna il prossimo agosto, già coperta da noleggio per un
periodo di otto anni, la “Giovanni Bottiglieri” sarà
impiegata su rotte internazionali per il trasporto di carichi
secchi. Proprio dai cantieri cinesi, Giuseppe Bottiglieri ha
lanciato la sua ricetta per uscire dalla crisi «Con la
“Giovanni Bottiglieri” e la “Peppino Bottiglieri”
(costruita nello stesso cantiere cinese) che a metà maggio
entrerà in esercizio e con le altre unità in arrivo,
vogliamo dare un messaggio forte al mondo imprenditoriale
dello shipping: sfidiamo la crisi e facciamolo con un
progressivo e poderoso ammodernamento delle flotte. Solo così
- continua - potremo affrontare la difficile congiuntura
economica in atto». Ha indicato la rotta, Bottiglieri.
Spiegando: «Per raggiungere questo obiettivo, a Shanghai,
nell’ambito del Forum tradewinds shipping China energy 2009,
ho proposto di ricorrere ad incentivi governativi alla
demolizione per ridurre il numero delle navi in circolazione
e, nel contempo, rispettare le regole sulla demolizione nel
rispetto ambientale, ovvero smantellare le navi non più sulle
spiagge ma all’interno di un bacino. Il cantiere New Jiangsu
Yangzijang ha già adottato questa politica convertendo uno
dei docks alla demolizione navale». In quest’ottica,
Bottiglieri ha ricordato che proprio gli aiuti per la
demolizione di vecchie unità adottati in Italia tra il 2001
ed il 2004 si sono rivelati vitali per il settore petrolifero.
«Oggi - ha chiosato - la stessa misura dovrebbe essere
adottata per il carico secco». Se ne discuterà ancora,
assieme a molti altri temi che caratterizzano un settore
ciclico come quello dello shipping, nel corso della quinta
edizione della conferenza itinerante di Mareforum presieduta
da Bottiglieri e che richiamerà a Sorrento lunedì 11 maggio
il ghota del cluster marittimo internazionale.
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