TEMPORANEI
ACCESSI DI RAGIONE
Quarantenni con mammà
Tagliare
il cordone ombelicale è difficile,
nonostante l’età
di Francesco De Stefano
In
queste poche righe prenderemo in analisi un fenomeno che
riguarda i figli che rimangono nella loro famiglia
d’origine anche per lungo tempo. Per fotografare questa
realtà dei nostri tempi mi sono documentato su internet, al
sito: www.istat.it, per avere qualche dato sul quale
ragionare, ed ho scoperto cose davvero interessanti. Con il
1 gennaio 2001 gli uomini e le donne tra i trenta e quaranta
anni, non sposati, in Italia sono 1.833.486 celibi e
1.138.089 nubili; nell’Italia meridionale i celibi sono
355.542 e nubili 232.831; in Campania i primi sono 138.494 e
le seconde 93.624. Possiamo già fare una prima riflessione:
al nord ci sono più italiani non sposati che non al sud e
ancora sono di più gli uomini che le donne. Al di là delle
cifre predette sappiamo che circa 500.000 persone tra i
trenta e i quarantanni vivono ancora con i propri genitori e
usufruiscono di aiuti economici da parte di questi. Si può
facilmente individuare le cause di questa lunga convivenza
con i propri padri in una situazione di crisi economica
generalizzata. I problemi sono notevoli, ma soprattutto sono
evidenti a tutti l’alto costo immobiliare e il mercato del
lavoro che non funziona.
Il cordone ombelicale si recide molto più tardi del dovuto
ed è causa, a mio avviso, di tanti problemi psicologici. Il
fenomeno non si limita solo all’Italia e persino
nell’avanzata Gran Bretagna si accusa la stessa questione,
infatti, un quarantenne su cinque, si legge sul televideo in
questi giorni, abita ancora con i genitori ed ha sussidi da
loro per l’acquisto dell’auto, per le vacanze e per
altre spese.
Volendo tracciare delle conclusioni su questo fenomeno
possiamo dire che il “complesso di Peter Pan” sarà in
futuro un problema comune a tanti uomini, che per diversi
motivi non riescono ad inserirsi proficuamente nel mondo
lavorativo o semplicemente scelgono le caldi braccia di mammà
o il portafoglio di papà. Spero che si possa superare
questa dipendenza da loro con l’impegno maggiore dei
governi di tutte le società civili a stimolare e migliorare
il mondo del lavoro e dell’imprenditorialità giovanile.
Lo stato
del
costume
Esternazioni
in libertà
di
Lucio Bonelli
Si
potrebbe dire che il gioco vale la candela e questo
nel nostro Stato è un minimalismo effimero. Voglio
dire che dopo l’inizio degli anni ottanta, durante i
quali era in voga il principio di farsi imprenditori
di se stessi si è passati, per snobbismo, a giocare
con la vita senza alcuna consapevolezza, perché si
pensa a guadagnare senza risparmiare. Questo adagio
stimola gli Anarchici, che vogliono proprio una
condizione d’inconsapevolezza sociale per seminare
lo sfascio dello Stato con azioni dirompenti, di
disturbo civico e per insidiare le facili menti dei
cittadini, già distratte dall’ideale di una vita
voluttuosa e non lungimirante.
Fatta questa premessa, mi sembra |

Foto
di ragazzi seduti su una ringhiera
che non si
tratta solo di arrivismo quello dei miei concittadini,
ma ricerca di denaro guadagnato e speso
prevalentemente per fare del sesso sfrenato, senza
alcuna voglia di sposarsi, creare una famiglia e
credere nei sani valori della vita con una maggiore
consapevolezza sociale.
L’uomo contemporaneo si guadagnerà la fama di
essere freddo nei rapporti interpersonali, duro nella
sostanza e legato alla bieca materialità; la sua vita
sarà basata sulla quotidianità senza più saldi
principi morali e civici in un permissivo lassismo
generalizzato.
Risorgi uomo dalle pastoie del consumismo e edifica il
tuo tempio interiore! |
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(Disegno di A. Giordano:
uomo con ciucciotto e la mamma)
La
vita attuale
Riflessioni
sul comportamento
di un uomo
che non fa male
a nessuno
di
Mimmo Matrone
La
maggior parte delle persone dicono:”Io non faccio male a
nessuno, faccio la carità e se posso aiutare gli altri lo
faccio, perciò se c’è Dio io sono a posto!” E’ una
barca senza remi portata dal vento, se c’è un naufrago,
lo raccoglie e lo salva dalla tempesta, ma è senza una
direzione, sbandata dalle acque e priva di onesta direzione
al timone.
Il mare torna ad agitarsi, la barca sbattuta dalle onde
lascia ricadere il naufrago, inevitabilmente annega ed essa
continua il suo viaggio. Poi il mare si calma, la barca
galleggia senza fare una minima mossa, rischiarata da una
magnifica giornata, marcata dai riflessi solari e si arena
in una riva, trasportata dal soffice vento. Non sa dove si
trova e che cosa è andata a fare. Cosa ha portato alla sua
esistenza? Solo punti negativi! Eppure non ha fatto male ad
alcuno, ha cercato di portare aiuto ed ora è arenata:
“Dov’è il suo fine?”

(Foto, barca a vela
con uomo a prua)
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