Anno III
Novembre dicembre 2003
n. 11-12

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TEMPORANEI ACCESSI DI RAGIONE
Quarantenni con mammà

       Tagliare il cordone ombelicale è difficile,
                       nonostante l’età
                                                
di Francesco De Stefano

In queste poche righe prenderemo in analisi un fenomeno che riguarda i figli che rimangono nella loro famiglia d’origine anche per lungo tempo. Per fotografare questa realtà dei nostri tempi mi sono documentato su internet, al sito: www.istat.it, per avere qualche dato sul quale ragionare, ed ho scoperto cose davvero interessanti. Con il 1 gennaio 2001 gli uomini e le donne tra i trenta e quaranta anni, non sposati, in Italia sono 1.833.486 celibi e 1.138.089 nubili; nell’Italia meridionale i celibi sono 355.542 e nubili 232.831; in Campania i primi sono 138.494 e le seconde 93.624. Possiamo già fare una prima riflessione: al nord ci sono più italiani non sposati che non al sud e ancora sono di più gli uomini che le donne. Al di là delle cifre predette sappiamo che circa 500.000 persone tra i trenta e i quarantanni vivono ancora con i propri genitori e usufruiscono di aiuti economici da parte di questi. Si può facilmente individuare le cause di questa lunga convivenza con i propri padri in una situazione di crisi economica generalizzata. I problemi sono notevoli, ma soprattutto sono evidenti a tutti l’alto costo immobiliare e il mercato del lavoro che non funziona.
Il cordone ombelicale si recide molto più tardi del dovuto ed è causa, a mio avviso, di tanti problemi psicologici. Il fenomeno non si limita solo all’Italia e persino nell’avanzata Gran Bretagna si accusa la stessa questione, infatti, un quarantenne su cinque, si legge sul televideo in questi giorni, abita ancora con i genitori ed ha sussidi da loro per l’acquisto dell’auto, per le vacanze e per altre spese.
Volendo tracciare delle conclusioni su questo fenomeno possiamo dire che il “complesso di Peter Pan” sarà in futuro un problema comune a tanti uomini, che per diversi motivi non riescono ad inserirsi proficuamente nel mondo lavorativo o semplicemente scelgono le caldi braccia di mammà o il portafoglio di papà. Spero che si possa superare questa dipendenza da loro con l’impegno maggiore dei governi di tutte le società civili a stimolare e migliorare il mondo del lavoro e dell’imprenditorialità giovanile.


   Lo stato
  del costume

Esternazioni in libertà

di Lucio Bonelli

Si potrebbe dire che il gioco vale la candela e questo nel nostro Stato è un minimalismo effimero. Voglio dire che dopo l’inizio degli anni ottanta, durante i quali era in voga il principio di farsi imprenditori di se stessi si è passati, per snobbismo, a giocare con la vita senza alcuna consapevolezza, perché si pensa a guadagnare senza risparmiare. Questo adagio stimola gli Anarchici, che vogliono proprio una condizione d’inconsapevolezza sociale per seminare lo sfascio dello Stato con azioni dirompenti, di disturbo civico e per insidiare le facili menti dei cittadini, già distratte dall’ideale di una vita voluttuosa e non lungimirante.
Fatta questa premessa, mi sembra


Foto di ragazzi seduti su una ringhiera

che non si tratta solo di arrivismo quello dei miei concittadini, ma ricerca di denaro guadagnato e speso prevalentemente per fare del sesso sfrenato, senza alcuna voglia di sposarsi, creare una famiglia e credere nei sani valori della vita con una maggiore consapevolezza sociale.
L’uomo contemporaneo si guadagnerà la fama di essere freddo nei rapporti interpersonali, duro nella sostanza e legato alla bieca materialità; la sua vita sarà basata sulla quotidianità senza più saldi principi morali e civici in un permissivo lassismo generalizzato.
Risorgi uomo dalle pastoie del consumismo e edifica il tuo tempio interiore! 


        (Disegno di A. Giordano:
uomo con ciucciotto e la mamma)

La vita attuale

Riflessioni sul comportamento
di un uomo
che non fa male
a nessuno

di Mimmo Matrone

La maggior parte delle persone dicono:”Io non faccio male a nessuno, faccio la carità e se posso aiutare gli altri lo faccio, perciò se c’è Dio io sono a posto!” E’ una barca senza remi portata dal vento, se c’è un naufrago, lo raccoglie e lo salva dalla tempesta, ma è senza una direzione, sbandata dalle acque e priva di onesta direzione al timone.
Il mare torna ad agitarsi, la barca sbattuta dalle onde lascia ricadere il naufrago, inevitabilmente annega ed essa continua il suo viaggio. Poi il mare si calma, la barca galleggia senza fare una minima mossa, rischiarata da una magnifica giornata, marcata dai riflessi solari e si arena in una riva, trasportata dal soffice vento. Non sa dove si trova e che cosa è andata a fare. Cosa ha portato alla sua esistenza? Solo punti negativi! Eppure non ha fatto male ad alcuno, ha cercato di portare aiuto ed ora è arenata: “Dov’è il suo fine?”




            (Foto, barca a vela
             con uomo a prua)