Anno III
Novembre dicembre 2003
n. 11-12

Pag. 11 di 16

SPECIALE NATALE
       
 
Il Natale di Eduardo
            
Valutazione sociale della Santa festività
                       con gli occhi dell’artista

                                      di Anonima Italiana

 
          ”La Sacra Famiglia”

Visita a
San Gregorio
Armeno

Attività di riabilitazione psicosociale

di Carla Di Cristo

San Gregorio Armeno, una stretta viuzza del centro di Napoli, con una piazzetta e la chiesa dedicata al santo predetto, è il polo d’attrazione di tutti gli amanti del presepio. Ci sono infinite bancarelle, negozi e botteghe artigianali che espongono pastori, presepi, alberi di natale e luminarie. Una vera delizia agli occhi dei visitatori. Anche quest’anno come nei precedenti, noi  ragazzi del Centro di Salute Mentale ci siamo recati in quella coloratissima stradina, piena di persone, tanto che si cammina a fatica tra la folla. Sono rimasta colpita dalla grande varietà di pastori esposti, erano di tutte le dimensioni, c’erano anche personaggi famosi raffigurati, ma soprattutto si respirava un’aria bellissima di allegria per il Natale. E’ stata una gran bella giornata, conclusasi poi con la pizza in compagnia.
Una volta a casa mi sono messa a cercare su internet l’origine della tradizione natalizia di San Gregorio ed ho scoperto che
essa è antichissima: con grande libertà di idee potremmo addirittura farla risalire ai greci e romani! Infatti, la Chiesa di San Gregorio Armeno fu edificata sui resti di un tempio dedicato a Cerere e alla dea era d’uso donare una statuina di terracotta. Quegli ex-voto impastati con l’argilla venivano realizzati nei vicoli napoletani, tutt’intorno alla zona che oggi fa capo alla celebre via. Credere che quelle figurine pagane, dette stipi votive, possano essere considerate antenate dei pastori da presepio è sicuramente una forzatura, tuttavia rimane il fatto che ancora oggi, proprio qui, si continua la stessa tradizione artigianale, che ebbe il suo massimo splendore con il regno di Carlo III di Borbone, nel Settecento, secolo d’oro delle arti napoletane.



In un'epoca di pazzia credersi immuni dalla pazzia è una forma di pazzia.
                              Saul Bellow

Nell'essere folli c'è un piacere che soltanto i folli conoscono.
                              John Dryden

Il grande drammaturgo Eduardo De Filippo, in una sua famosa commedia ci descrive con comicità e drammaticità, il Natale di una famiglia alquanto povera, non solo economicamente, ma . anche spiritualmente. Il capofamiglia svolge il suo ruolo intorno alla costruzione del presepe, ma non viene apprezzato né dalla moglie, né dal figlio. Appunto perché in quella famiglia mancano le cose più importante: i buoni sentimenti e la benevola comprensione. Il presepe raffigura l’unione familiare, ma questo non viene compreso specialmente dal figlio, perché non ha avuto dalla madre un’adeguata educazione. La genitrice, nonostante l’età adulta del figlio, non l’ha aiutato a crescere. Il protagonista si illude che con il Natale entrino i veri affetti nella sua casa, ma il presepe non piace al figlio, perché essendo troppo materialista, non lo approva e si è sempre appoggiato alla madre. Ella trattandolo come un bambino e perdonandolo sempre perfino quando rubava i soldi al padre, affermava che il suo protetto non aveva alcuna colpa perché non era stato lui. Cresciuto con questa tutela l’uomo si rifiutava di lavorare perché troppo difeso dalla mamma.
Il figlio sembra legato emotivamente solo ad essa, infatti, ogni anno scrive
la  stessa letterina di Natale, e  invece di cominciare con: “Miei cari genitori”, apre la lettera, col rievocare solo l’amore materno. Il resto dei familiari viene descritto ed elencato dopo. Il capofamiglia si sente privo dell’affetto

del figlio e nonostante ciò, si consola pensando che quest’ultimo ami sua madre. Purtroppo tale amore è solo apparenza e il figlio le chiede un regalo appena legge la letterina.
L’autore svolge un ruolo deludente e si lusinga che la propria famiglia diventi come quella di Cristo, cioè una vera Sacra Famiglia, modello universale di bontà. Il sipario cala proprio quando il protagonista colto da malore, per il dispiacere della figlia sposata, anche essa povera di sentimenti verso il marito, ha deciso di lasciarlo perché ha un amante.
Il Natale di Eduardo è una ricorrenza deludente, ma purtroppo vera e frequente, perché in essa manca il vero amore, il senso del rispetto e quindi il nucleo familiare si sfalda nel personale egoismo. Come in molte famiglie di oggi, tutte stereotipate, si pensa solo al materialismo, ai regali, al pranzo, alla festa e la Sacra Ricorrenza è ridotta solo a un volgare mercato consumistico. Il Natale è una festa che dovrebbe essere vissuta dentro di noi, con umiltà e altruismo in ricordo del Sacro Avvento altrimenti a cosa serve fare il presepe?
 

Associazione Italiana
Amici del Presepio

Via Alcide De Gasperi, 107 – 80059 Torre del Greco
 Tel. 081-8493230

di Ciro Perrotta

L’Associazione Italiana Amici del Presepe nacque nel 1953 grazie al volere del suo ideatore e fondatore Angelo Stefanucci allo scopo di dare incremento e diffusione al presepio. L’idea a Stefanucci balenava già molto tempo prima della data ufficiale, essendo egli stesso un grande appassionato e conoscitore del presepio, non volle che questa associazione fosse ristretta nella grande città di Roma, ma che si espandesse su tutto il territorio nazionale. Aderisce alla “Universalis Federatio Praesepistica”, massima entità del settore a livello mondiale, e così si ebbe la nascita delle prime sezioni. La sezione di Torre del Greco fu fondata dal professor Antonio D’Auria, con lo stesso spirito di Stefanucci. Tra l’altro i due erano legati da una profonda amicizia e, a testimonianza di questo fatto, sul n° 39 della rivista “Il Presepio” dell’ottobre 1964, che all’epoca si chiamava “Bollettino dell’Associazione”, compare il primo elenco delle sezioni italiane, tra cui c’è quella di Torre del Greco, diretta dal professor Umberto Acampora, ma in realtà la sezione nasce molto prima di questa fonte. C’era un

gruppo di amici, si cita il decano Michele Mangone, che accomunati dalla stessa grande passione, organizzavano in occasione delle feste natalizie il concorso “Il più bel presepio” sul territorio torrese. Sono passati 50 anni e lo spirito non è cambiato. La nostra sezione per molto tempo non ha avuto una sede fissa, era come la Sacra Famiglia alla ricerca di un alloggio, ospite in casa di privati fino alla sacrestia della chiesa di Santa Maria Delle Grazie. Attualmente essa ha sede presso la canonica della chiesa di Santa Maria Del Pianto, in Torre del Greco, grazie all’ospitalità del parroco, don Tommaso Raiola. E’ diretta dal Ciro Vitello e dal ragioniere Ciro Abilitato, in qualità di segretario. Col tempo al fine di migliorare la coordinazione delle attività, nel rispetto della piena partecipazione di tutti i membri,  si è convenuto alla creazione di un consiglio direttivo. Il concorso desta ammirazione e competizione tra i partecipanti, per poi concludersi con lo scambio reciproco della visita al presepio, ma quello che prevale è la concentrazione di arte, fede e amore per la rappresentazione del mistero della natività.