Anno III
Novembre dicembre 2003
n. 11-12

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EESTERO
                            Il  Progetto “Life Goals“
                            di Martha Sajatovic e Mark Bauer (traduzione del dr. Vittorio Cappa)

Un Intervento Psicosociale per Promuovere l’adesione alla Terapia
in una Struttura residenziale di Salute Mentale

Il  Progetto“Life Goals “ (Mete per la Vita) è un approccio strutturato di psicoterapia di gruppo per individui affetti da Disturbo Bipolare, ideato e realizzato dal dott. Mark Bauer, psichiatra della Brown University e dalla sua collaboratrice Linda McBride.  “ Life Goals” è stato sviluppato per aiutare i pazienti ad essere più responsabili nella gestione della loro malattia ed è, inoltre, finalizzato al miglioramento dei problemi sociali e lavorativi, che spesso sono presenti in pazienti affetti da tale malattia. Il libro “Structured Group Psycoterapy for Bipolar Disorder. The Life Goals Programs” è già alla seconda edizione ed è stato tradotto in francese e spagnolo. 
Uso del Programma “Life Goals” per un progetto di ricerca in ambiente comunitario.

Sin dall’inizio, il programma “Mete per la Vita” è stato sviluppato per essere impiegato in gruppi comunitari, in cui l’interreazione tra pazienti e terapeuti era regolata da regole semplici, verbali e scritte. La dottoressa Martha Sajatovic ed il dott. Marilyn Davies, entrambi del Dipartimento di Psichiatria del “Case Western Riserve University”, del Cleveland, Ohio, U.S.A,  hanno recentemente iniziato uno studio di ricerca per esaminare gli effetti del programma “Mete per la Vita” su atteggiamenti e comportamenti di pazienti con Disturbo Bipolare, nell’assunzione della terapia. Questo progetto è stato finanziato dall'Istituto Nazionale di Salute Mentale e della Fondazione di “Woodruff”.
Lo scopo della ricerca è di esaminare come un

intervento di collaborazione al trattamento, possa migliorare l'adesione allo stesso (inducendo il paziente a  seguire alla lettera le prescrizioni mediche). Si tratta di uno studio controllato prospettico, randomizzato, sugli effetti dell'adesione al trattamento con l‘impiego di un intervento psicoeducazionale (Il Programma Mete per la Vita) in aggiunta alla cura farmacologica di pazienti ambulatoriali con Disturbo Bipolare, che frequentano una struttura comunitaria di salute mentale: il “NorthEast Ohio Health Services”.  Tale Comunità è localizzata in area suburbana ed eroga diverse prestazioni specialistiche di salute mentale, inclusi consigli ai pazienti e ai familiari nella gestione delle medicine. 
Nel dicembre 2003 sono stati arruolati 76 pazienti.  La casualità ha assicurato che una metà dei partecipanti arruolati ha avuto un intervento psicoterapeutico e l’altra la sola cura medica, come gruppo di controllo.  L’analisi dei dati preliminari evidenzia che l'età media di pazienti è di 43.9 anni, 34% di etnia Afro-americana e 66% Caucasica.  L’abuso di droghe è molto comune nei pazienti coinvolti nello studio, con un 65% di loro che hanno fatto o fanno uso delle stesse. I ricercatori hanno ipotizzato che il gruppo con “Mete per la Vita” avrà una migliore aderenza al trattamento fra le persone con disturbo bipolare.
I risultati preliminari dei partecipanti al primo gruppo supportano l’ipotesi  che le persone coinvolte

nel progetto “Life Goals” hanno avuto un significativo miglioramento all’adesione alla cura farmacologica, nei tre mesi di valutazione, a differenza del gruppo di controllo. Tuttavia, per confermare questi primi dati è però necessaria una coorte più grande di pazienti, seguiti per almeno un anno. L’arruolamento dei partecipanti, attualmente, è ancora in corso ed ulteriori risultati saranno disponibili ed analizzabili nel 2004. 
Il perfezionamento di un progetto di ricerca in ambiente comunitario pone delle difficoltà difficilmente riscontrabili in ambiente accademico, come ad esempio un più elevato carico di lavoro per gli operatori sanitari, una maggiore gravità della patologia, più gravi difficoltà familiari, sociali ed economiche, talvolta anche la comorbidità con abuso di sostanze stupefacenti. Comunque, i dati così ottenuti sono più aderenti al “mondo reale”, ed offrono una base concreta su cui organizzare interventi utili al maggior numero di pazienti, come è evidenziato dalle risposte francamente positive dei partecipanti al progetto: “Questo è un progetto eccitante, realmente efficace!”…Il programma educativo mi aiuta veramente!”  



  (Disegno di A. Giordano  tre figure
     umane, prima e dopo la cura)