Anno III
Novembre dicembre 2003
n. 11-12

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SALUTE MENTALE
                          Abbattiamo il muro di Ida Balzano
                    Per alcuni la ghettizzazione del diverso è ancora una realtà

La malattia mentale, ancora oggi, purtroppo, è fonte di emarginazione sociale e pregiudizi. Io non la penso così, voglio abbattere il muro che divide le persone “normali” da quelle che agli occhi degli altri appaiono “diverse”. A mio parere siamo tutti diversi. Anch’io sono differente, forse perché ho pensieri che mi distinguono. Non voglio vivere in una società stereotipata dove tutto deve essere perfetto. Neanche il mondo è tale, basta guardarci intorno, le stagioni come la primavera e l’autunno non esistono più: è stata madre natura a cancellarle? 
Pertanto, voglio anch’io abolire il concetto negativo di devianza, ma per quanti sforzi faccia, non riesco a concludere alcunché, la situazione non cambia, mi sento inutile e stanca, ed ho una gran sofferenza nel cuore per questo mondo così cinico.
Cosa posso fare io da sola? Nulla di nulla. Anche se mi ribello, la gente è 

ignorante non capisce o non vuole capire che siamo tutti figli di un unico Dio e che siamo così come siamo. Belli, brutti, ignoranti, intelligenti e soprattutto diversi: ma diversi da chi? Solo dalla società che non vuole abbattere il muro del conformismo. Se poi per te la “gente” rappresenta la tua famiglia stai agendo e pensando in modo sbagliato! Non puoi continuare a credere che il mondo ed il sociale sono solo i tuoi cari.
E’ vero siamo diversi ed io vorrei tanto poter abbattere il muro dell’indifferenza, dell’egoismo e dell’isolamento, ma se non ho la forza sufficiente o se il mio caro “Io” non è sano, non potrò mai demolirlo da sola, mi cadrebbe addosso e farei del male a me stessa e agli altri. Dare una mano a  qualcuno non 
significa, per me, starci sempre assieme, ma anche porgere un sostegno morale, senza esagerare. Puoi iniziare dalla 


(Disegno di A. Giordano
uomo con piccone)

tua famiglia a dare l’aiuto necessario,  per poi andare oltre nel sociale, ma ricorda non illudere chi crede in te e nel tuo soccorso, la delusione è ancora peggiore di ogni rimedio. Ci si sente ancora più soli e scoraggiati e difficilmente si troverà il coraggio di reagire. Se puoi aiutalo ad aiutarsi, e come dice un vecchio proverbio cinese insegnagli a pescare, non regalargli il pesce, il tuo dono è solo un gesto che se pur benevolo aumenta solo la sua dipendenza da te.

R i d e r e  p e r  g u a r i r e  di Assunta Genio
Risatoterapia? No solo un espediente per vivere meglio!

“Mens sana in corpore sano” è il principio su cui si basa la salute: cos’è la buona salute se non uno stato di benessere fisico e psichico? Oggi è facilissimo ammalarsi, siamo in troppi ed ammassati tutti in nello stesso posto, siamo sottoposti a ritmi di vita stressanti, ad inquinamento idrico, atmosferico, acustico e anche cibo può essere oggetto di sofisticazione alimentare. Non possiamo mai fare quello che più ci piace, l’imperativo per la maggioranza di noi è: “Devi”! Il corpo si ammala e la mente pure. L’ottimismo migliora la qualità della vita, lo dice la pubblicità ed è vero. Ridere di se stessi, prima che sulle disgrazie altrui, aiuta molto più che covare invidia e rancore. Comunque non è solo una mia opinione, lo spunto viene da basi scientifiche, la fonte è la rivista specialistica “Psicologia Contemporanea” di qualche anno fa, rivista della nuova Gestalt.
Conviene imparare a ridere, se ci fa male la schiena, magari guardando gli altri, più vogliosi di noi, lavorare al posto nostro.

Apparentemente non è un principio sano, e non lo è a mio avviso; può essere, però, un valido meccanismo di difesa, che scatta quando il fisico non è nella sua completa efficienza. “La pazzia non è il peggiore dei mali”, citava il celebre attore Renato Pozzetto in un altrettanto famoso film comico, e la situazione creatasi in quel contesto era di un totale sfacelo. Enrica Buonaccorti e, se non erro, anche Nino Frassica visitavano gli ospedali nel tentativo di far sorridere anziani e bambini, affetti da gravi malattie. Il cervello è l’organo che presiede a tutte le funzioni vitali, se l’uomo ride ed  è contento nonostante i suoi guai, si libera in volo, come noi bipolari ben sappiamo, ed avverte un senso generale di benessere, non curandosi più eccessivamente delle difficoltà terrene. Il riso può farci cambiare d’umore, così come il pianto causato dal pelare le cipolle  può evocare  tristezza e mettere in moto un insieme di ricordi dolorosi, ormai passati.
Ridere è come ridare lo zucchero ad un organismo intossicato dai veleni!

 
        Volto di uomo che sorride

E per finire un po’ di buonumore.
La fatina compare a Cenerentola e le dice: - Questa è la bacchetta magica, disponi di tre desideri.
La povera Cenerentola va in estasi e dice: - Voglio che questo tugurio diventi una reggia!- Viene fatto, - voglio che il cocchio diventi una Roll’s Royce! -Viene fatto, - voglio che il gatto diventi principe azzurro! - Viene fatto. La fata va via, il principe si avvicina a Cenerentola e le sussurra in un orecchio: - Sei pentita, eh? Di avermi fatto castrare!