La
malattia mentale, ancora oggi, purtroppo, è fonte di
emarginazione sociale e pregiudizi. Io non la penso così,
voglio abbattere il muro che divide le persone “normali”
da quelle che agli occhi degli altri appaiono “diverse”.
A mio parere siamo tutti diversi. Anch’io sono differente,
forse perché ho pensieri che mi distinguono. Non voglio
vivere in una società stereotipata dove tutto deve essere
perfetto. Neanche il mondo è tale, basta guardarci intorno,
le stagioni come la primavera e l’autunno non esistono più:
è stata madre natura a cancellarle?
Pertanto, voglio
anch’io abolire il concetto negativo di devianza, ma per
quanti sforzi faccia, non riesco a concludere alcunché, la
situazione non cambia, mi sento inutile e stanca, ed ho una
gran sofferenza nel cuore per questo mondo così cinico.
Cosa posso fare io da sola? Nulla di nulla. Anche se mi
ribello, la gente è |
ignorante non capisce o non vuole
capire che siamo tutti figli di un unico Dio e che siamo così
come siamo. Belli, brutti, ignoranti, intelligenti e
soprattutto diversi: ma diversi da chi? Solo dalla società
che non vuole abbattere il muro del conformismo. Se poi per
te la “gente” rappresenta la tua famiglia stai agendo e
pensando in modo sbagliato! Non puoi continuare a credere
che il mondo ed il sociale sono solo i tuoi cari.
E’ vero siamo diversi ed io vorrei tanto poter abbattere
il muro dell’indifferenza, dell’egoismo e
dell’isolamento, ma se non ho la forza sufficiente o se il
mio caro “Io” non è sano, non potrò mai demolirlo da
sola, mi cadrebbe addosso e farei del male a me stessa e
agli altri. Dare una mano a
qualcuno non significa, per me, starci sempre
assieme, ma anche porgere un sostegno morale, senza
esagerare. Puoi iniziare dalla
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(Disegno di A. Giordano
uomo con piccone)
tua famiglia a dare l’aiuto
necessario, per poi andare oltre nel sociale, ma ricorda non
illudere chi crede in te e nel tuo soccorso, la delusione è
ancora peggiore di ogni rimedio. Ci si sente ancora più
soli e scoraggiati e difficilmente si troverà il coraggio
di reagire. Se puoi aiutalo ad aiutarsi, e come dice un
vecchio proverbio cinese insegnagli a pescare, non
regalargli il pesce, il tuo dono è solo un gesto che se pur
benevolo aumenta solo la sua dipendenza da te. |
“Mens
sana in corpore sano” è il principio su cui si basa la
salute: cos’è la buona salute se non uno stato di
benessere fisico e psichico? Oggi è facilissimo ammalarsi,
siamo in troppi ed ammassati tutti in nello stesso posto,
siamo sottoposti a ritmi di vita stressanti, ad inquinamento
idrico, atmosferico, acustico e anche cibo può essere oggetto
di sofisticazione alimentare. Non possiamo mai fare quello
che più ci piace, l’imperativo per la maggioranza di noi
è: “Devi”! Il corpo si ammala e la mente pure. L’ottimismo
migliora la qualità della vita, lo dice la pubblicità ed
è vero. Ridere di se stessi, prima che sulle disgrazie
altrui, aiuta molto più che covare invidia e rancore.
Comunque non è solo una mia opinione, lo spunto viene da
basi scientifiche, la fonte è la rivista specialistica
“Psicologia Contemporanea” di qualche anno fa, rivista
della nuova Gestalt.
Conviene imparare a ridere, se ci fa male la schiena, magari
guardando gli altri, più vogliosi di noi, lavorare al posto
nostro. |
Apparentemente
non è un principio sano, e non lo è a mio avviso; può
essere, però, un valido meccanismo di difesa, che scatta
quando il fisico non è nella sua completa efficienza. “La
pazzia non è il peggiore dei mali”, citava il celebre
attore Renato Pozzetto in un altrettanto famoso film comico,
e la situazione creatasi in quel contesto era di un totale
sfacelo. Enrica Buonaccorti e, se non erro, anche Nino
Frassica visitavano gli ospedali nel tentativo di far
sorridere anziani e bambini, affetti da gravi malattie. Il
cervello è l’organo che presiede a tutte le funzioni
vitali, se l’uomo ride ed
è contento nonostante i suoi guai, si libera in
volo, come noi bipolari ben sappiamo, ed avverte un senso
generale di benessere, non curandosi più eccessivamente
delle difficoltà terrene. Il riso può farci cambiare
d’umore, così come il pianto causato dal pelare le
cipolle può
evocare tristezza
e mettere in moto un insieme di ricordi dolorosi, ormai
passati.
Ridere è come ridare lo zucchero ad un organismo
intossicato dai veleni!
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Volto di uomo che
sorride
E per finire
un po’ di buonumore.
La fatina compare a Cenerentola e le dice: - Questa è la
bacchetta magica, disponi di tre desideri.
La
povera Cenerentola va in estasi e dice: - Voglio che questo
tugurio diventi una reggia!- Viene fatto, - voglio che il
cocchio diventi una Roll’s Royce! -Viene fatto, - voglio
che il gatto diventi principe azzurro! - Viene fatto. La
fata va via, il principe si avvicina a Cenerentola e le
sussurra in un orecchio: - Sei pentita, eh? Di avermi fatto
castrare! |