LA SALUTE
Il
medico alla sbarra
di Luigi Intoccia
Un “dagli all’untore”
con la presunzione
di colpa per
malasanità
|
Sommario
4
Nemici miei carissimi
A colloquio con Antonio
Civitillo – di
Giuseppe Della
Monica
5
Specchi rotti e lanterne magiche
About
a Boy
di
Adele Pisapia
6-7
Salute Mentale
6 1° Work Shop di Franciacorta
di Dominique Tavormina
L’omosessualità
di
Vincenzo Riccio
7 Abbattiamo il Muro
di Ida Balzano
Ridere
per Guarire
di Assunta Genio
8-9
Estero
8
The Life Goals Program
by
Martha Sajatovic
and Mark Bauer
9 Il Progetto“Life
Goals “
di Vittorio Cappa
10
Iniziative del DSM
Il presepe è una
terapia?
di Pasquale
Brancaccio
1°
Concorso Nazionale
Audiovisivi
- di
Cristina Tarallo
Tam-Tam e Schizzo
di Felice
Gaglione
11
Speciale Natale
Il Natale di Eduardo
di Anonima
Italiana
Associazione
Amici del
Presepio
- di Ciro Perrotta
Visita a San Gregorio Armeno
di Carla Di
Cristo
12
Lo Sport
Intervista a Massaro
di
Sabatino
Falanga
Un Calcio Insieme
di Mangiafuoco
13
La Voce dei Familiari
La risposta di mamma
di
Giuseppina Noto
Grazie di esistere
di
Enrica Sorrentino
14 Momentanei Accessi di
Ragione
Quarantenni con mammà
di
Francesco De Stefano
Lo stato del costume
di Lucio Bonelli
La vita attuale
di
Mimmo Matrone
15
Racconti
Fabiola & Company
di
Gianfranco Oliviero
Poesia
La casa mia - di
Salvatore Guida
Amore mio
di Anna Maria
Sorrentino
Pazziann o’ poeta
di
Floriana Vergaro
16 Per ridere un po’
di Antonio
Giordano
|
Nella scorsa estate,
mi trovavo con la famiglia a pranzo in un ristorante di un lido
della zona nord di Napoli. Avevamo da poco finito di fare il bagno
e c’eravamo seduti a tavola. In televisione stavano trasmettendo
servizi dall’Iraq e le persone ai tavoli davano poco ascolto
alle notizie. In fondo la gente si abitua alla morte e alla
guerra, al punto da riuscire a gustare un pasto mentre viene
raccontata una strage di donne e bambini. Ad un certo punto il
giornalista di turno passò a parlare di malasanità. La notizia
veniva data in modo da suscitare curiosità e disgusto nella
gente. Mi trovai in quel momento ad osservare gli altri
commensali. Il grado di attenzione era aumentato e le espressioni
dei visi ricordavano da vicino quelle di chi è in aereo e vomita
per il mal d’aria. Ascoltavo i commenti, tutti di ferma accusa
contro la classe medica, e non c’era nessuno che mettesse in
dubbio l’accaduto o tentasse di giustificare quanto
avvenuto.
La giuria aveva emesso il verdetto: medico criminale, condanna
senza attenuanti. Tutti sembrano dimenticare che il medico è un
uomo, con i suoi problemi, le sue paure, le sue nottate insonni, i
litigi con la moglie o con l’amministratore del condominio. E’
uno che deve ascoltare i guai e le sofferenze della gente
otto/dieci ore al giorno, sul quale vengono riposte le speranze di
guarigione, anche quando non ve ne sono. E’ uno che deve dirti
con tristezza e sgomento che forse non hai molto da vivere e hai
un male incurabile. E’ uno che spesso non ha orari, a stento
riesce a mangiare, torna a casa e deve sorbirsi le lamentele dei
figli che gli dicono: “Tu non ci sei mai, perché devi sempre
lavorare?” Ma alla gente questo non interessa. Il medico deve
essere sempre disponibile, a qualunque costo.
Ma sul serio pensate che un medico voglia fare del male ad un
altro essere umano?
Che possa svegliarsi al mattino e decidere di ammazzare qualcuno,
senza un briciolo di coscienza? E la colpa è della televisione.
Negli ultimi anni hanno spopolato serial televisivi, del tipo E.
R., dove dei superman della medicina lavorano 25 ore su 24,
instancabili. Sembra di assistere ad un cartone animato della
Marvel, sui supereroi, tipo l’“Uomo Ragno” o “I Fantastici
Quattro”. |
Se
un medico dovesse sostenere quei ritmi allucinanti, un ospedale
dovrebbe cambiare il personale ogni due anni, in quanto quello
operante morirebbe d’infarto per lo stress. E’ una finzione,
uno sceneggiato televisivo. Ma la gente spesso lo usa come termine
di paragone. Il medico è un essere umano, con le sue
debolezze, i suoi errori e le sue paure. E questa ondata di
criminalizzazione gli pesa, e molto. Così piovono giù denunzie e
querele. Fino a qualche anno fa un medico in situazioni di
emergenza avrebbe osato, fatto di tutto per salvare il paziente.
Ora il medico deve preoccuparsi dei rischi legali, di non finire
sotto inchiesta, dei protocolli terapeutici, delle direttive della
Direzione Generale. Allora dietro le quinte senti frasi del tipo:
“Se avessi fatto questo rischiavo di... ho fatto il mio dovere e
sono a posto” Da un lato una maggiore responsabilizzazione della
classe medica va bene, ma ricordatevi, che il medico non oserà
più con faciltà, non esisteranno terapie eroiche.
Se il medico è costretto a preoccuparsi di non finire sotto
inchiesta, invece che pensare solo a salvare il paziente, ci
aspettano anni bui e tristi. Il paziente deve essere visto come
una persona che ha bisogno, non come un ipotetico nemico che può
portarci sul banco degli imputati. Sono preoccupato per quest’andamento,
non so dove ci porterà. Spero solo che la gente capisca che ce la
mettiamo tutta, che facciamo del nostro meglio. Nessuno di noi
prende alla leggera la salute del prossimo, non dimenticatelo mai
quando avrete davanti un camice bianco.

(Disegno
di A. Giordano:
medico dietro le sbarre) |