Anno II
Aprile 2002 
n. 4

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Una storia
s
pezzata    di Ida Balzano

La violenza
di Antonio Giordano

La violenza può essere psichica, psicologica o verbale, comunque è un sopruso subito. Essa è cosa di tutti i giorni e ci sono milioni di persone, bambini, vecchi, poveri che soffrono per questa sopraffazione.
Quelle di cui tratta la televisione, soprattutto nei telegiornali all’ora di pranzo, sono plateali, ma evidentemente c’è un "sottobosco" di violenze che si perpetuano già nel nucleo familiare e nella vita quotidiana, come scippi, piccoli furti non denunciati, che sono la maggioranza delle aggressività patite.

Se volessimo dare un dato anche più evidente, le denuncie per furto d’auto, racket, usura, spaccio di stupefacenti, spesso rimangono solo procedimenti contro ignoti, non avendo neanche giustizia.
Se si operasse con una concertazione d’intenti tali da convincere gli altri alla non violenza, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, fino alla piccola ed anonima mostra di dipinti, l’uomo comune non correrebbe dietro facili guadagni, invidie e prevaricazioni fini a se stesse, si potrebbe vivere molto meglio valorizzando più "l’essere" che "l’avere".

Ho gettato
la
spugna

di Lucio Bonelli

Nella box quando il secondo getta la spugna per evitare al suo pugile di subire guai ancora più seri, allora è per salvargli quello che resta della sua stima, ma al momento, questo, il pugile lo sente come una batosta che fa ancora più male di un pugno al mento. Ed anch’io mi sono reso conto che sulla quarantina bisogna gettare la spugna della mania di grandezza di non accontentarsi mai.
Anch’io ho capito, a caro prezzo, che solo così si può guadagnare una misura di vita a "grandezza naturale" per così dire, cioè avere stima di se stessi o meglio godere di quello che si è conquistato.
Dopo ho pianto di gioia perché ho ritrovato l’autostima, la mitezza e la voglia di vivere in armonia con me stesso e gli altri.

Un giorno insieme ad altri amici ci recammo a Nola a rendere omaggio a Lucio. Sua sorella, durante il lungo viaggio, tra le lacrime e la rabbia ci parlò di lui: aveva solo 42 anni, ma ne dimostrava di più, forse a causa della sua malattia. Mangiava poco, fumava molto, specialmente fino al filtro delle sigarette e quando gliene si offriva una la rifiutava e preferiva fumare la "cicca". Purtroppo, quando parlava non aveva un filo logico il suo discorso, era molto trasandato e spesso era ricoverato.
Era triste vederlo in quello stato confusionale e con una vita piena di ombre scure. Quando seppi della sua morte piansi per un po’ di tempo, addolorandomi profondamente.
La sorella ci ricordava che spesso egli affermava che doveva morire fra tre giorni, quasi come se avesse avuto dei presentimenti negativi.
Lucio un giorno uscì di casa per una passeggiata, ma come è finito a Nola solo Dio lo sa. Si presuppone che

avendo perso la memoria non sia  stato capace di rincasare e con un passaggio in auto si fosse recato in quel paese. Dopo quattro giorni di ricerche, la sorella guardando in TV la trasmissione "Chi l’ha visto" riuscì a trovarlo e fu chiamata per riconoscerne il cadavere.
Lucio era stato investito da un camion!
Quando deponemmo i fiori e la foto sul luogo della disgrazia io e la sorella ci chiedemmo perché un impiegato comunale aveva dichiarato che lì c’era una lapide, mentre noi non trovammo neppure una croce. Ma poi riflettendo pensai che a ben poco poteva servire una lapide, perché chiunque che fosse passato di lì avrebbe solo guardato con curiosità il nome.
Credo che se Lucio avesse avuto dei buoni amici, una comunità terapeutica o una casa famiglia, avrebbe anche sviluppato il suo talento d’artista, avendo frequentato il liceo artistico.
Penso con la mia fantasia che sia in Paradiso a disegnare e a dipingere cherubini dalle ali d’oro.

Matrimoni
e
f
amiglia  di Mimmo Matrone 
        

Nelle menti, nei fatti ed anche per mezzodelle leggi si stanno moltiplicando le aggressioni contro il matrimonio e contro la famiglia. È un’offesa in piena regola.
Il matrimonio? Molti lo considerano come un’istituzione sociale superata, un attacco alla personalità. La famiglia? È una sede di conflitti tra generazioni di epoche profondamente diverse. È meglio la compagnia degli amici!
La corrente di moda è il rigetto dei principi, delle costrizioni e dell’ordine stabilito; è l’anticonformismo e l’esaltazione dell’individualismo e del piacere, senza responsabilità, né obblighi.

Libertà: questa è la parola d’ordine della nuova società. Abbasso i vecchi tabù! Ai nostri figli si insegna l’evoluzionismo e si distrugge, nei loro cuori, la fede nel Creatore, come pure il rispetto di tutto quello che Egli ha stabilito. Si dà loro un insegnamento sulla procreazione, ma con la volontà deliberata di provocare una rivoluzione dei costumi, di rifiutare non solo Dio, ma perfino l’ultima traccia di morale fondata sul Cristianesimo.

Ma la gente ci dirà: in nome di che cosa vi opponete a questo cambiamento? In nome di una morale sorpassata? Niente affatto! È in nome della verità di Dio, che ha rivelato la sua volontà nella Bibbia, il nostro unico riferimento.