Anno II
Aprile 2002 
n. 4

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Le origini
della città
di Vincenzo Riccio


        
       Chiesa di S. Maria del Principio, Piazza V. Emanuele - 1903

Massimo
Troisi

di Maria Pasqua Di Donna

Se siete curiosi come me, allora vi accontento. Innanzitutto vi devo dire che il caro amico Troisi è stato e lo sarà sempre uno dei miei attori preferiti; lui in passato mi ha molto divertito ed entusiasmato con le sue stupende interpretazioni teatrali e cinematografiche.
Nacque a San Giorgio a Cremano nel 1954, fu attore e regista, figlio di un ferroviere, e sin da ragazzo si appassionò al teatro. Iniziò a recitare a quindici anni, mentre ancora frequentava la scuola. Nel 1969 insieme agli amici Lello Arena ed Enzo Decaro, fondò un gruppo detto "Il Saraceno", in seguito rinominato "La Smorfia". La popolarità giunse nel 1976, dopo alcune partecipazioni a programmi radiofonici e grazie a fortunate trasmissioni televisive.
Nel 1980 Troisi diresse il suo primo film, "Ricomincio da tre", nel quale, come avrebbe fatto in futuro, si presentava anche in veste di attore. Tra i suoi film si ricordano "Scusate il ritardo" (1982), "Non ci resta che piangere" (1984), insieme a Roberto Benigni, "Le vie del Signore sono infinite" (1987), "Pensavo fosse amore invece era un calesse" (1991), ed infine "Il Postino" (1994, tratto da un romanzo di Antonio Karmeta), girato in collaborazione con Michael Radford e terminato pochi giorni prima della morte del povero e sfortunato Troisi, stroncato da un infarto durante una notte, non ancora quarantenne.
Ricordo ancora vivamente la sua genuina capacità comunicativa: riusciva a farci ridere in un modo diverso ed originale. La figura dell’uomo comune, timido, impacciato e goffo era messa comicamente in luce per sdrammatizzarne l’incapacità competitiva ed esaltare i sentimenti semplici e genuini.
Dietro la maschera del comico si celavano l’animo sensibile di un grande artista ed una profonda e sofferta umanità
. Se siete curiosi come me, allora vi accontento. Innanzitutto vi devo dire che il caro amico Troisi è stato e lo sarà sempre uno dei miei attori preferiti; lui in passato mi ha molto divertito ed entusiasmato con le sue stupende interpretazioni teatrali e cinematografiche.
Nacque a San Giorgio a Cremano nel 1954, fu attore e regista, figlio di un ferroviere, e sin da ragazzo si appassionò al teatro. Iniziò a recitare a quindici anni, mentre ancora frequentava la scuola. Nel 1969 insieme agli amici Lello Arena ed Enzo Decaro, fondò un gruppo detto "Il Saraceno", in seguito rinominato "La Smorfia". La popolarità giunse nel 1976, dopo alcune partecipazioni a programmi radiofonici e grazie a fortunate trasmissioni televisive.
Nel 1980 Troisi diresse il suo primo film, "Ricomincio da tre", nel quale, come avrebbe fatto in futuro, si presentava anche in veste di attore. Tra i suoi film si ricordano "Scusate il ritardo" (1982), "Non ci resta che piangere" (1984), insieme a Roberto Benigni, "Le vie del Signore sono infinite" (1987), "Pensavo fosse amore invece era un calesse" (1991), ed infine "Il Postino" (1994, tratto da un romanzo di Antonio Karmeta), girato in collaborazione con Michael Radford e terminato pochi giorni prima della morte del povero e sfortunato Troisi, stroncato da un infarto durante una notte, non ancora quarantenne.
Ricordo ancora vivamente la sua genuina capacità comunicativa: riusciva a farci ridere in un modo diverso ed originale. La figura dell’uomo comune, timido, impacciato e goffo era messa comicamente in luce per sdrammatizzarne l’incapacità competitiva ed esaltare i sentimenti semplici e genuini.
Dietro la maschera del comico si celavano l’animo sensibile di un grande artista ed una profonda e sofferta umanit


Disegno di Adelaide Tagliaferro "Il Postino", l’ultimo capolavoro del compianto Troisi

Scopriamo un po’ la storia di San Giorgio a Cremano. Il suo nome risale all’anno 993 d.C., data di una delle eruzioni del Vesuvio; si racconta che i fedeli dei villaggi alle falde del vulcano, pregarono San Giorgio affinché li proteggesse dalla lava.
Gli abitanti, scampato il pericolo, edificarono una piccola chiesa in onore del santo ed il luogo prese il nome di S. Georgii ad Crematum, vale a dire S. Giorgio sul Cremato. Sulle origini di S. Giorgio a Cremano restano ancora molti punti oscuri dovuti alla distruzione di documenti nell’eruzione del Vesuvio del 1631.
Nel 1645, i Sangiorgiesi, furono succubi del dominio brutale di Antonio Caracciolo, poi essi si

ribellarono e in seguito il popolo si riscattò ottenendo maggiori concessioni. I Sangiorgiesi furono di nuovo in allarme per le eruzioni del Vesuvio negli anni 1701-1767, mentre Napoli diveniva dominio spagnolo.
S. Giorgio a Cremano, divenne anche luogo turistico per i nobili ed aristocratici e in questo periodo, il popolo godé di simpatia e benessere da parte della monarchia.
Nel 1799 San Giorgio divenne Repubblica paesana e dette un attivo contributo di uomini e d’idee ai moti del1820. Dopo l’Unità d’Italia, il paese ebbe un periodo di decadenza, pur restando un ricercato ed apprezzato luogo di villeggiatura.

Il vecchio
e il nuovo

La Chiesa di Santa Maria del Principio, in piazza V. Emanuele, fu aperta ai fedeli nel 1570, era la parrocchia di tutti i sangiorgesi dell’epoca, sia di quelli del casale di S. Aniello, sia di quelli di S. Giorgio. Fu chiamata così, in onore alla Madonna, per non privilegiare uno dei due santi locali e dispiacere ai fedeli paesani. Fu distrutta parzialmente durante l’eruzione del Vesuvio nel 1631 e ricostruita nel 1680. Versa in attuale profondo degrado ed abbandono e necessita di efficaci lavori di restauro.


        
       Piazza Europa, con al centro la scultura di Renato Barisani

Piazza Europa, simbolo della rinascita e della riqualificazione urbana, è la dimostrazione concreta della volontà dell’amministrazione di rilanciare un territorio periferico e di restituire serenità agli abitanti dopo la tragica morte del sedicenne ucciso nello scorso agosto. La scelta del nome è stata dei cittadini con un sondaggio proposto dall’amministrazione. La futurista ed armonica scultura posta al centro della piazza è opera del maestro partenopeo Renato Barisani.