
La
porta di Capotorre
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2 –Da Tommaso a Giosuč
Abbascio a mmare
dov’era il mare seccato
nacque Giosuč Loffredo
da Tommaso, padre di quindici figli
morto nell’anno “64 della carestia
nella straniera terra di Livorno
dov’era a negoziare il corallo
secondo usanza e necessitŕ
quando ancora i torresi
non competevano
con liguri e toscani
nell’arte e nella industria
della lavorazione del rosso.

Lavoranti
del corallo
2.
Da Tommaso a Giosuč.
Inizia il racconto di Pietro Loffredo, nato da Giosuč
nell’anno 1800, con la citazione della morte del nonno Giuseppe,
avvenuta nell’anno 1764, l’anno della carestia.
Panorama
del 1800

Marina a
Torre

La pesca del
corallo
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Barche a
Vela
1764.
L’anno della carestia.
Si videro
morire
poveri nell’indigenza
inermi languire di stenti
o fatti audaci delinquere
e uccidere per sopravvivere
con barbara ferocia per un tozzo
e forni e magazzeni saccheggiati
e selvaggi delitti e rapine e tumulti
e forche erette a giustiziare affamatori
e novelle povertŕ seguirono
negli anni futuri.
Solo a Napoli si paneggiava
e il Governo dispensava le razioni
e una mamma con quattro figli da sfamare
ogni giorno doveva recarsi colŕ
con l’attestato del Governatore
e dodici carlini d’argento
per le cinque palatelle
del peso di un rotolo,
ventiquattro grani
di costo.
1764.
L’anno della carestia.
Il ducato era la moneta d’oro ufficiale del Reame.
Il grano era la centesima parte del ducato.
Il carlino era costituito da dieci grani, pari a 2,5 grammi
d’argento. Dodici Carlini erano circa un’oncia d’argento, cioč 30
grammi d’argento.
Se fissiamo il prezzo dell’argento a lire 200 al grammo, possiamo avere,
con qualche approssimazione, una idea dei valori economici di quegli anni.
Un ducato valeva lire 50.000. Il carlino lire 5.000 e il grano lire 500.
La paga del comandatore di ducati 100 era pari a lire 5.000.000. per sei
mesi di lavoro.
La palatella del peso di un rotolo nella carestia costava 24 grani,
pari a lire 12.000.
Il rotolo era pari a 890 grammi.
Abbasciammare
con la casa
di Pietro Loffredo
Mediocre
la
fortuna di Giosuč
all’alba del nuovo secolo,
benestante padrone
e comandatore di coralline
come i nonni e i nonni dei nonni,
ricco di intraprendenza e laboriositŕ,
la casa di proprietŕ con la loggia
aperta al serale orizzonte,
alla rusca del libeccio
e al sole di mezzogiorno,
e due legni armati a coralline.
Modesto patrimonio
ma bastevole
alla sobria agiatezza
della moglie e di tanti figli.
Pag.
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