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Eruzione del 1631


1631. La Muntagna

(dalla relazione di Alfonso de Contreras
madrileno, militare di carriera,
a Napoli al seguito del vicerè conte di Monterrey)


Il martedì si vide
gran pennacchio di fumo
sulla montagna di Somma,
che altri chiamavano Vesuvio
ed a mano a mano che il giorno avanzava,
il sole si oscurò e cominciò a tuonare
ed a piovere bruna cenere ardente.
Fu quella una notte così orrenda,
che non c’è l’uguale neanche
nel di’ del grande giudizio;
e non solo cenere cadeva
a pietre infuocate
come le scorie
che i fabbri
cavano dalle fucine,
grandi come una mano.
Nella notte violente scosse
che fecero crollare trentasette case
e i cipressi e gli aranci si squarciavano
come fossero partiti da un'ascia di acciaio.
E tutti gridavano: "Misericordia!" tanto
che faceva enorme pena udirli.
Il mercoledì non si ebbe quasi giorno,
e fu necessario tener sempre la luce accesa.
Uscii dal quartiere con una squadra di soldati
e portai con me sette moggi di farina
e feci fare pane per la povera gente
che non aveva più casa e beni
e si era accampata all'aperto.


Eruzione del 1631

 


I soldati della compagnia
furono sul punto di ammutinarsi
perché ormai il fuoco era a noi vicino.
Passammo il giorno all'oscuro,
una pena che non so dirvi
era vedere la poca gente rimasta
scarmigliate le donne, ed i bambini
che correvano urlando di qua e di là,
mentre da una parte bruciava una casa
e dall'altra ne cadevano due
e chi voleva scappare
non sapeva dove andare,
perché affondava nella cenere
e nella terra infocata
il giovedì mattina
caduta.
Al fuoco e alle ceneri
che non cessavano di piovere
si aggiunse lurida anche l'acqua,
precipitando dalla montagna
un torrente così impetuoso
che il solo rumore
grande infondeva terrore.
Di tal furioso torrente un braccio
investì due cascinali, e via li trascinò
come formiche, con il bestiame,
e pecore e buoi.
Il venerdì volle il Signore
che piovesse acqua dal cielo
frammista con terra e cenere;
e nera una melma si formò
così compatta e dura
impossibile da rompere
anche con zappe e picconi.
Il sabato cadde tutto il quartiere
dove alloggiava la compagnia
e i soldati preferivano stare
all'acqua e alla cenere in piazza
e tutt'al più si rifugiavano in chiesa
che ritenevano sito più sicuro,
nonostante traballasse
per continue scosse.
Alla domenica partimmo per Capua
e facevamo proprio pena, così sfigurati
che sembrava venissimo dall'inferno;
scalzi e sporchi erano i soldati
vestiti e corpo bruciacchiati.
Otto giorni colà ospitati
lì passammo il santo Natale,
e il Vesuvio continuava
a vomitar fuoco
.

1631. La Muntagna.
(dalla relazione di Alfonso de Contreras).
E’ questa la relazione fatta al Vicerè di Napoli, don Ferdinando de Ribera, dall’ufficiale della guarnigione di Nola, Alfonso de Contreras.

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