LA TORRE     pag. 2

.13 gennaio 2006  

POLO ORAFO TORRESE:

NIENTE
D’IRREVERSIBILE

Le nostre radici

Le radici torresi si basano da sempre sull’umile artigianato. Basta ricordare gli affamati, pazienti artigiani d’anteguerra chini su conchiglie e coralli. Oggi valenti orefici corteggiati e invidiatici dai grandi di Valenza Po, di Pescia e da altri centri gioiellieri.Sono essi a costituire il vero marchio di Torre e perciò vanno assolutamente appoggiati e trattenuti in città, cosicché la nostra città rimarrà centro dell’arte dell’incisione e della sua produzione,. Alle sue spalle, la fucina dell’Istituto e del Museo del Corallo. I grandi incisore come Parlato, Scala, Frulio, Attanasio, non hanno bisogno di trasferirsi a Marcianise. Questi valenti artisti, artefici delle fortune torresi, saranno sempre di richiamo, così come lo sono gli attuali musei cittadini, statali e privati.

Compito delle Istituzioni è proprio di riunire, schedare, finanziare e sostenere, sia gli artigiani in formazione, piccoli e medi, sia i Maestri già acclamati.

 

Le posizioni dei tre protagonisti nell’attuale convergenza di 83 aziende torresi con Oromare in un Polo Orafo Campano da creare a Marcianise

Il Comune: Tutti addosso a Sindaco e Amministrazione! Romeo Del Giudice ha subìto il bidone di Metropolis, per noi torresi squalificata agenzia speculativa delle FF.SS.

Essa contratta con il Comune a prezzi di mercato per una cifra di 5-6 miliardi per i suoli di S. Maria la Bruna e prende tempo nel sottoscrivere l’impegno e produce gravissimo danno all’intera città ricorrendo ad una speculazione di qualche miliardo in più dovuto forse, e forse senza forse, a leggi sotterranee di concorrenza.

Oromare: Nel campo dei manager di corallo, incisione ed affini, i capitalisti del settore hanno inteso, venuto meno il centro Orafo di Santa Maria La Bruna precorrere i tempi e saltare le maglie della burocrazia imperanti in clima di anosi vincoli urbanistici e di lavori di sistemazione della zona megagalattici. Hanno preferito insediarsi in piena terra di lavoro, unica e vasta pianura campana sottratta ai vincoli territoriali urbanistici e a quattro passi da centri già funzionanti del settore

( Tarì e simili). Trovato terreno fertile, e non poteva essere altrimenti anche per la dovizia di mezzi di cui sono dotati, hanno potuto costituire polo d’attrazione sia per i grandi che per i medi del settore. Gli affari sono affari. E’ lodevole d’altronde, lo sbandierare il vanto della radice e il marchio della città d’origine, sempre indicata e considerata capitale del corallo ed affini.

Simsa: Per completezza parliamo dell’iniziativa antesignana e privata del dr. Tommaso D’Ambrosio della ditta orafa Patoga. Se viene meno l’approccio con il Comune per i siti dismessi del complesso a Leopardi, o per altri che l’Amministrazione Comunale sembra decisa di assicurare agli Orafi vogliosi di restare in città o che non possono permettersi Marcianise, la Simsa vanta le adesioni di 50 e più artigiani, piccoli e medi, e, con loro, non vuole depredare la città del suo primato orafo. Certamente il supporto sarà conseguenziale e così le provvidenze CEE, statali e gli apporti regionali e comunali, anche perché il D’Ambrosio assume di aver avviati i lavori in zona per la costruzione del Polo Orafo di Torre del Greco.