POLO ORAFO
TORRESE:
NIENTE
D’IRREVERSIBILE
Le nostre radici
Le radici torresi si basano da sempre sull’umile
artigianato. Basta ricordare gli affamati, pazienti artigiani d’anteguerra
chini su conchiglie e coralli. Oggi valenti orefici corteggiati
e invidiatici dai grandi di Valenza Po, di Pescia e da altri
centri gioiellieri.Sono essi a costituire il vero marchio di
Torre e perciò vanno assolutamente appoggiati e trattenuti in
città, cosicché la nostra città rimarrà centro dell’arte
dell’incisione e della sua produzione,. Alle sue spalle, la
fucina dell’Istituto e del Museo del Corallo. I grandi
incisore come Parlato, Scala, Frulio, Attanasio, non hanno
bisogno di trasferirsi a Marcianise. Questi valenti artisti,
artefici delle fortune torresi, saranno sempre di richiamo,
così come lo sono gli attuali musei cittadini, statali e
privati.
Compito delle Istituzioni è proprio di riunire,
schedare, finanziare e sostenere, sia gli artigiani in
formazione, piccoli e medi, sia i Maestri già acclamati.
Le posizioni dei tre
protagonisti nell’attuale convergenza di 83 aziende torresi
con Oromare in un Polo Orafo Campano da creare a Marcianise
Il Comune: Tutti addosso
a Sindaco e Amministrazione! Romeo Del Giudice ha subìto il
bidone di Metropolis, per noi torresi squalificata agenzia
speculativa delle FF.SS. |
Essa contratta con il Comune a
prezzi di mercato per una cifra di 5-6 miliardi per i suoli di S.
Maria la Bruna e prende tempo nel sottoscrivere l’impegno e
produce gravissimo danno all’intera città ricorrendo ad una
speculazione di qualche miliardo in più dovuto forse, e forse
senza forse, a leggi sotterranee di concorrenza.
Oromare: Nel
campo dei manager di corallo, incisione ed affini, i capitalisti
del settore hanno inteso, venuto meno il centro Orafo di Santa
Maria La Bruna precorrere i tempi e saltare le maglie della
burocrazia imperanti in clima di anosi vincoli urbanistici e di
lavori di sistemazione della zona megagalattici. Hanno preferito
insediarsi in piena terra di lavoro, unica e vasta pianura
campana sottratta ai vincoli territoriali urbanistici e a
quattro passi da centri già funzionanti del settore
( Tarì e simili). Trovato terreno fertile, e
non poteva essere altrimenti anche per la dovizia di mezzi di
cui sono dotati, hanno potuto costituire polo d’attrazione sia
per i grandi che per i medi del settore. Gli affari sono affari.
E’ lodevole d’altronde, lo sbandierare il vanto della radice
e il marchio della città d’origine, sempre indicata e
considerata capitale del corallo ed affini.
Simsa: Per completezza parliamo
dell’iniziativa antesignana e privata del dr. Tommaso D’Ambrosio
della ditta orafa Patoga. Se viene meno l’approccio con il
Comune per i siti dismessi del complesso a Leopardi, o per altri
che l’Amministrazione Comunale sembra decisa di assicurare
agli Orafi vogliosi di restare in città o che non possono
permettersi Marcianise, la Simsa vanta le adesioni di 50 e più
artigiani, piccoli e medi, e, con loro, non vuole depredare la
città del suo primato orafo. Certamente il supporto sarà
conseguenziale e così le provvidenze CEE, statali e gli apporti
regionali e comunali, anche perché il D’Ambrosio assume di
aver avviati i lavori in zona per la costruzione del Polo Orafo
di Torre del Greco. |