POLITICHE
E CULTURE
DEL MIGLIO D'ORO
A CONFRONTO
di Clelia Sorrentino
Certi discorsi campanilistici e lampante, appaiono provinciali e
riduttivi. II Miglio d’Oro si snoda in un’unica arteria che
accomuna le cittadine vesuviane costiere in abbraccio fra mare e
Vesuvio e in caratteristiche e consuetudini comuni di fasti e
miserie, di fascinazione e calamita.
Mio zio, comm. Luigi Sorrentino, che pur fondo LA TORRE nel 1905
come giornale del Popolo Torrese, non restisteva poi al
fascino di espansione dell’intero territorio, sollecitava i
lavori alle ruine d’Ercolano, aveva corrispondenti da
Portici tanto che il giornale per un periodo porto la scritta di
Gazzetta dei Comuni Vesuviani. Pur d’accordo con Bassolino
sulle identità d’intenti dei sindaci tutti della fascia
costiera, il sindaco di Torre avv. Romeo del Giudice, da
penalista aduso ad intoppi e burocrazie, e scettico sulle
attuazioni, irte di spine nel- le loro vie procedurali. Cosa si
è realizzato sin’ora a Torre e nelle cittadine confinanti, e
cosa si può realizzare confrontando differenze, bisogni,
insieme a riferimenti e a confronti culturali di un territorio
instabile e in fermento? Questi gli intendimenti per cui allo
scadere dei cent’anni di vita, La Torre sbarca e approda in
lidi vicini tramite giovani corrispondenti entusiasti d’accogliere
istanze, suggerimenti, domande, proposte.
Potrete telefonare e inoltrare e- mail, visitare e attingere
notizie dal nostro sito in funzione da meta marzo, nel frattempo
visitare quello indicato a pag.2 www.torreomnia.com, usufruire
di agevolazioni (ved. in 1’ pag.Wind) e ritrovare scambi
informativi nelle nuove pagine. L’augurio e di ritrovarci
affratellati da questa esperienza comune ai Grandi
Festeggiamenti del Gennaio 2005, quando avremo compiuto cento
anni. |
POLITICUME
L'ONORE DI OGGI
SI COMPRA E SI VENDE
da Voci di Corridoio del gennaio 2001
Ancora presto per dar credito o avanzare ipotesi su questa o
quella candidatura fra il bailamme e i tira e molla (potete
immaginare!), assai poco cavallereschi per i sospirati seggi in
Parlamento. Per ora si vocifera, ci si accalda in duelli senza
esclusione di colpi, (tanto che azzardare nomi e prematuro e
puro gossip). Colpi di centinaia di milioni pur di prenotare il
Posto, proprio come ai tempi di Tangentopoli allorquando si era
costretti a dare la mazzetta per sistemarsi, o per assicurare,
accattare il posto di lavoro al figlio.
I metodi si raffinano, la competizione diventa razzista, i
prescelti candidati del Partito statistica- mente con la
vittoria in tasca, non vengono scelti per censo- valori-
capacita. Che lor signori siano imbonitori
curati-gradevoli-ricchi-potenti, per l’appunto con l’aspetto
di quelli che non rubano perché non ne hanno bisogno.
E, guarda un po’, chi deterrebbe il Potere Decisionale di
dispensare dietro pagamento la grazia dell’accettazione?!,
proprio il Partito Miliardario, (quello che non ne ha bisogno,
perciò dunque lo voto) quello che ha o suppone d’avere la
vittoria in tasca. Ah! si vocifera che la prenotazione sia a
fondo perduto, nel senso che se la lotta intestina nello stesso
partito fa prevalere il più prepotente o l’imbonitore
ritenuto capace di racimolare più voti, dannazione!, la caparra
va dispersa insieme con il Privilegio. Dove? Ma, sciocchini!
nelle gole profonde del Partito, che, e ovvio, non ne ha
bisogno, ma, come si dice?, l’appetito vien mangiando.
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