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Argomento presente: « VITO D'ADAMO ADDIO »
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ID: 9397  Discussione: VITO D'ADAMO ADDIO

Autore: Valerio D'Adamo  - Email: itViad37@online.de  - Scritto o aggiornato: domenica 5 ottobre 2008 Ore: 19:09

Egregio Sign. Mari,

la informo che mio padre Vito d'Adamo è deceduto ieri sera alle ore 20:45. Ci teneva a farlo sapere agli amici di Torreomnia.

Un cordiale saluto,

Valerio d'Adamo

 
 
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ID: 9417  Intervento da: la redazione  - Email: info@tprrepmnia.it  - Data: lunedì 22 settembre 2008 Ore: 11:29


VITO D'ADAMO
CI HA PRECEDUTO.

Per sempre la redazione ricorderà la grande tempra, la suprema dignità umana di Vito che si evinceva dai suoi scritti. Quando una persona ci lascia, quando non è più possibile leggerla, non possiamo più sentire la sua voce a telefono sembra scomparsa per sempre. Ma un affetto e una stima sincera non moriranno mai.
In queste occasioni non si sa mai cosa dire… Qualsiasi parola appare vuota per un senso di angoscia e di sconfitta a causa del nostro destino di finibilità terrena.



UNA PRECE
LE SORELLE MARI DELLA REDAZIONE



ID: 9412  Intervento da: Aniello Langella  - Email: aniello@langella.net  - Data: domenica 21 settembre 2008 Ore: 10:25

Apprendo con dolore la notizia oggi.
La considerazione che posso fare al figlio e alla moglie è quella di ricordarlo per la sua particolare sensibilità, per la sua paterna comprensione delle cose della vita, ma soprattutto, mi preme qui ricordare, la sua passione con la quale scriveva delle "cose di casa sua": la sua gente e la sua terra.
Piccolo il mio pensiero, ma grande è la mia stima per i suoi scritti e per come semplicemente si firmava: Nonno Vito.




Dott. Aniello Langella



ID: 9411  Intervento da: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Data: sabato 20 settembre 2008 Ore: 20:49



La morte è sempre un evento straordinario. La dipartita di Vito D'Adamo ci ha trovati impreparati. La sua voce, i suoi scritti cercavano di svegliare il torpore di questo mondo, che sonnecchia, grazie a poche menti che spadroneggiano. Sono sicuro, che rileggendo i suoi scritti, Egli dall'altro mondo ci aiuterà con la sua saggezza a definirci uomini e cristiani..




Dott. Francesco Penza



ID: 9405  Intervento da: Angelo Guarino  - Email: AngeloJG@aol.com  - Data: venerdì 19 settembre 2008 Ore: 15:51


Con molto dolore e una lacrima apprendo la perdita dell' indimendicabile nonno Vito. Benche' mai avuto l' onore di conoscerlo in vita, ho apprezzatro molto i suoi articoli su Torreomnia. Uomo di grande sapienza, sarai sempre nei nostri cuori. Torreomnia non perde un colloboratore, ma un membro della sua famiglia. A nome di tutti i Torresi sparsi nel mondo mando le mie sentite condoglianze alla famiglia. Addio Vito. Che il Nostro Signore benedica la tua anima.

Angelo




Angelo Guarino dall'America



ID: 9403  Intervento da: salvatore argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Data: venerdì 19 settembre 2008 Ore: 13:12

Un abbraccio carissimo alla moglie, Signora Margherita.
La settimana scorsa rispose Lei ad una mia mail per Vito. Seppi così che Vito stava poco bene ma sperai di risentirlo presto.
Di Lui mi resta un caro ricordo d'infanzia e il piacere grande di averlo ritrovato grazie a Torreomnia.
Mente lucidissima e attento osservatore della natura umana. Gli mandai in lettura un mio scritto e la sua risposta mi diede la misura della sua profonda conoscenza dell'animo umano. Una lettera privata, uno sfogo tra amici che ora vorrei portare a vostra conoscenza per la validità di alcune considerazioni sulla vita umana in essa contenute.

Caro Salvatore,
“Na Vita Storta”, invero molto probabile, che presenti, vuol essere un memoriale gli avvenimenti, vissuti dal protagonista, il “corallino” Ciro Gargiulo, a cavallo delle vicende, che trasformarono Napoli in simbolo-pietra di paragone-pietra di scandalo dell’intera Nazione.
Accompagni la narrazione alle visioni da incubo del “sotterraneo” Bosch, in un incontro, che rende appieno l’idea di quanto un essere umano possa aver sofferto come persona e come soggetto politico-sociale, se giungi a raffigurarne l’esistenza nelle oscure punizioni, di cui sono “vignettate” le allegorie del pittore fiammingo.
Pongo qui in risalto il tuo senso artistico, spronato dall’agitazione degli avvenimenti, che narri, agli ccostamenti di una cruda iconografia: Napoli si frantuma nel Bosch e Bosch diviene Napoli; è Torre del Greco, trascorsi i tempi degli umili mestieri, è la Campania non più, non mai “felice”. È quello che, fatalmente, sarà convogliato nelle “Vele”, a Scampia, donde persino il Bosch si ritira inorridito di fronte ad un’umanità, non ancora da punizione sotterranea e postmortale, ma sofferente alla luce accecante del sole nostrano, quando ci si mette, esibendo la visione delle sue larve, dei suoi zombi barcollanti per droga, in un totale meretricio delle coscienze, di fronte al quale persino la Chiesa non osa più parlare di
speranza, recupero impraticabile.
“Un miracolo è sempre possibile, come fatto extra ordinem, ma oltre ogni supposizione di speranza”. Un inferno? La vita, qui. Corre su binari, non offre possibilità neanche di deraglio.
Tu racconti in vernacolo;e noi potremmo anticipare la fatale consecutio degli avvenimenti; di quelli, vale a dire, che purtroppo sappiamo che capiteranno ogni giorno.
Dove il pentimento, il desiderio di cambiare? Siamo monnezza e ce la teniamo stretta, col timore che altri se ne impossessi e ci tolga anche questo nostro estremo compiangerci.
Qui il filo di speranza si spezza, diviene disperazione, scompare, non esiste più neppure come presentimento, come intuizione del suo essere.
Si volatilizza.
Narrando, a ben considerare, ci limitiamo alla testimonianza di quanto ognuno ben conosce, gli capiti o no nel corso dell’esistenza, tenuta ben salda tra corsie, che non lasciano spazio a sviamenti.

Sono, tuttavia, parole, tali restano, ben scritte, meglio esposte, frasi messe in fila dalla logica del pensiero creativo, dell’arte, ma che, in effetti, servono poco, sono di quasi nulla applicazione pratica, non cambiano niente.
La domanda è questa, allora, tormentosa: “Qual è la funzione dell’arte, della letteratura, della scrittura, del narrare, nel dipingere la realtà, nell’accusa, nel battersi il petto, nel soffrire insieme con la creatura prodotta, presumibile o vera che sia, alla quale ci si riferisce, commuoversene, se poi è limite ad interventi incerti?
Resta solo un piacere, in dare e avere? Pura ricerca del senso del bello? Solo estetica? A che può servire?
Il discorso è tutto aperto.
Il tuo racconto, caro Salvatore, – che è anche un buon resoconto -, mi è piaciuto, ho fatto le mie dimesse considerazioni, te le mando. Non chiedermi, però, un parere quanto alla forma e alla presentazione dialettale, all’esperimento, con che l’hai plasmato: sono il meno idoneo a pronunciarmi in merito. Non sono neanche un intenditore da sottocategoria dialettale, fosse anche del mio “borgo natio”. Il dialetto l’ho masticato poco nei miei anni giovani, ché mi serviva un approfondimento costante del mio italiano. Oggi balbetto, e molto male, in diverse lingue. Molte le ho smesse definitivamente, e le parlavo. Nel “mio” dialetto, a lenga turrese, non ho fatto progressi, ma l’intendo, anche se non riesco a penetrarne le sfumature. Insomma, sono stato troppo tempo lontano, assente.
Oramai parlo solo con la penna sulla carta, mediante la tastiera con il PC. Ho raggiunto ottantuno anni e, forse, anche il Tao. Sono felicemente distaccato; non solo, ma in due: proprio come abbiamo insieme cominciato e come ora ci troviamo, mia moglie Margherita ed io.
Che dirti, cosa consigliarti? Continua a scrivere a “narrare agli uomini le loro teorie”, anche se in lenga turrese. Scrivere è un imperativo al quale non possiamo sottrarci, che non dobbiamo osare di eludere, nel tentativo, appunto, di trovare ragioni e risposta ad interrogativi, grandi e inquietanti come il mare.
Ti abbraccia bisnonnovito.

Testo originale - Haslach/K.

23 Aprile 2008.



Ing. Salvatore Argenziano


ID: 9402  Intervento da: massimo visciano  - Email: visciano.massimo@libero.it  - Data: venerdì 19 settembre 2008 Ore: 11:22

Buon giorno a tutti,
negli ultimi tempi ho avuto una breve corrispondenza epistolare con Vito. Mi sposto spesso per il mio lavoro e mi ero ripromesso di fargli una visita. Non l'ho fatta a tempo.

Addio Vito. Condoglianze alla famiglia.

Massimo

P.S. Un suo messaggio:
Caro Massimo, ti ringrazio per gli apprezzamenti, da te espressimi. Vivo in Germania da oltre 38 anni e son portato ad annotare con serenità e rispetto usi e costumi della Nazione, che ospita me e la mia famiglia. Questo avviene nell'ambito di un'integrazione europea, né potrebbe essere altrimenti.
Non ho tralasciato, però, di riportare ricordi e situazioni "turresi". Oltre all'elenco, cortesemente fornito da Pasquale Zuccarini della Redazione (ID: 9094) - e lo ringrazio per la cura con che ha effettuato la ricerca - aggiungo i seguenti titoli, dedicati a personaggi, luoghi, avvenimenti locali. Tutto sta nel riuscire a rinvenire gli scritti nel mare magnum di Torreomnia, del Forum, dell'estesa produzione di Comunità:

"PER TORRE COL TURISTA";
"I LAZZARI";
"NATALE A TORRE";
"MICCIARIELLO"
"RIASSAGGIO DEL PAESE",
"UN SIGNORE PERBENE"
"IL PROF. CACCIAPUOTI"
ed altri ve ne sono.

Lieto dell'incontro con un compaesano che, oltre ad incoraggiarmi, mi offre spunti e suggerimenti "per l'avvenire" (ma - ci pensi? - ho quasi ottantadue anni!), grato t'offro il calore di un abbraccio fraterno.

Bisnonnovito.


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