Il Corallo B. Liverino pag 12 di 14 |
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Benché‚ ricordato come "il secolo dell'arte del
corallo", esso conobbe anche un periodo di crisi testimoniato da
Pietro Balzano: "Ma dopo il 1815, mutate giustamente le cose tra noi
e per quasi legittimo mutamento, decaduto a un tratto in Europa i1 grande
uso che si faceva del corallo...". E veramente diffuso doveva essere
questo disinteresse se i lavori delle fabbriche di Trapani venivano
ceduti, come dice lo stesso autore, "a vilissimo prezzo" a
Genova e a Livorno. Il periodo nero, pero, duro poco e non riuscì ad
offuscare definitivamente il fascino del corallo e il gusto per il suo
impiego. |
L'ornamento di corallo, quindi, divenne nuovamente
d'obbligo in tutta Europa; la duchessa d'Angouleme, figlia dei decapitati
Luigi e Maria Antonietta, nella sua "bottega" di Parigi,
realizzo preziosi ed originali gioielli in forme del tutto nuove per
l'epoca: aeree roselline, piccoli cammei, delicate composizioni floreali
di corallo risaltanti tra oro e minute perline. Si arriva cosi al momento
della zona partenopea e quindi ai nostri artisti. Ai molti nomi famosi che
dettero celebrità all'arte del corallo va aggiunta una pletora di
sconosciuti quanto bravi incisori, i quali, avvalendosi anche della
notevole quantità di grezzo fornito dai giacimenti di Sciacca, dettero
vita ad una vastissima produzione di stupendi manufatti. |
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