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Le Vie del corallo - Marocco e Algeria - pag. 9 |
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Le coste
dell’Africa nord occidentale, che gli Arabi definirono Maghreb
(«occidente» appunto), possiedono ricchi banchi corallini che fin dai
tempi antichi fornirono materiale utilizzato nell’ornamentazione,
oggetto di pesca e di commerci fin dall’antichità. Della lunga e
articolata storia di eventi che attestano tali attività, prenderemo in
considerazione qui solo alcuni passaggi significativi, per lasciare una più
ampiatrattazione al volume che seguirà la mostra. Nel Medio Evo numerosi
furono gli autori arabi che riferiscono di giaci- menti corallini situati
nelle regioni di Ceuta, nel Marocco settentrionale, di Bone e di Marsa al
Kharez (le odierne Annaba e La Calle sulla costa algerina) e nell’isola
di Tabarca, tra Tunisia e Algeria. II magrebino Al- Tifast nel XIII secolo
ribadisce che il marjan, termine arabo per indicare il corallo, e
pescato a «...Marsa Al Kharez nel Mare d’Africa in grandi quantità».
II porto, rinominato Marsacares dai cristiani, fu per secoli il centro di
raccolta e vendita di pregiati coralli, smistati verso i paesi europei e
orientali. Dal XV secolo lo sfruttamento delle coste barbaresche passo
sotto la gestione di compagnie commerciali europee che, dietro pagamento
di un canone annuale ai potentati locali, mette- vano a profitto le
migliori zone di raccolta di Marsacares e Tabarca. Per piu di tre secoli
catalani, genovesi, provenzali, siciliani e armatori ebrei, che
concedevano il denaro necessario ad attrezzare le barche da pesca, si
alternarono tra rivalità ed alleanze nel controllo mercantile. Per le
compagnie europee, la raccolta del corallo fu l’occasione per fissare
anche insediamenti portuali e commerciali utilizzati per l’esportazione
d’altre merci. |
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