DELIRIO DI ONNIPOTENZA
Ci sono i narcisisti, i sanguigni, gli ossessivi, gli
edipici, i depressi, i superstiziosi. E’ la tipologia dei
rappresentanti del popolo italiano, di quegli onorevoli che Piero
Rocchini, lo psicoterapeuta del parlamento italiano fino al 1992 ha
steso sul lettino da analista per ascoltarne le fantasie disturbate, i
sogni malati e inquieti, le ossessioni prosaiche e le rabbie biliose.
Dal 1980 a oggi ha raccolto le confessioni di trecento deputati e
racconta le ossessioni e i fantasmi del loro inconscio politico in un
libro che sollecita morbose curiosità. S’intitola "Onorevoli sul
lettino"-Tropea Editore. Il narcisismo è più diffuso a destra, i
leghisti sono più sanguigni, gli ex democristiani, riciclati, sono i
più sereni e paciosi, i comunisti sono umanamente patetici, rigidi,
emotivamente bloccati, incapaci a dialogare al di fuori dei loro valori
stereotipati, tutti con angoscia di competitività, disturbi d’ansia e
di depressione. La classe dirigente sarebbe formata da psicopatici di
successo con una tendenza patologica alla menzogna e allo sfruttamento
degli altri senza rimorso.
Fuori del Parlamento v’è di peggio.
MOSTRUOSITA’ BRUNE
C’è chi vive zappando e chi rompendo. Un povero
diavolo trovava l’unico modo di vivere, vomitando immondizia sugli
amici.
Crisostomo ebbe la sua visita: fu aggredito violentemente con parole
dettate da un cuore ferito da un’infanzia dolorosa. Aveva subito il
fascino e il complesso del padre e si riversava sugli altri, cercando la
rivalsa stupida, come le femminucce, che inventano pettegolezzi miseri.
Divennero amici, cenavano, discutevano, distruggevano. Il mostro aveva
sete, le cavie erano sempre poche, aveva bisogno di vittime
continuamente. Il cambio era meschino e pauroso. Crisostomo rigettò
questo essere e si allontanò. Il mostro sputava peste e corna del
fratello.
Quando la misura è colma, esplodono anche gli uomini più tranquilli. E
fu così. Crisostomo si partì deciso ad impartirgli una lezione. Si
recò a casa sua, si fece annunciare e, quando gli fu davanti, gli
assestò due pugni sulle tempie. Un urlo disumano echeggiò nell’aria.
Dalla testa del mostro sprizzò materiale diarroico e non materia
cerebrale, come si poteva e doveva supporre. Scavalcò il balconcino e
si mise a correre, impazzendo di gioia. Un’auto lo investì, ma egli
non avvertì neanche il peso del pesante mezzo, anzi acquistò nuova
linfa e corse, corse, corse, finché si rese conto che un uomo da fogna
anche la morte lo evita.
Da quel giorno il mostro bruno vive in un gabinetto d’analisi, accanto
ai vibrioni del colera, che sono diventati il suo pasto preferito,
isolato dai mortali, in quanto egli è immortale. Infatti, le feci sono
universali, perché da quando è nato il mondo l’uomo ha sempre
partorito esseri stercosi. Attenzione, dunque, ai mostri bruni! Essi
hanno occhiali, capelli ricci, pantaloni e scarpe.
IL NANO
Il mostro nano, povero disgraziato, si rivaluta solo
tra gli analfabeti. E’ il signor nessuno e lo sa bene. E sa ancora
meglio che non ha creato alcuna opera pia, perché la sua bocca
puzzolente vomita solo merda; nella cloaca, è coperto sino ai capelli.
Non sapevo che una parte degli uomini appartenesse ad una chiavica
immensa.
Al mostro bruno furono assestati due pugni sulle tempie, dalle quali
sprizzò materiale diarroico, stranamente; al mostro nano che cosa
uscirebbe in una colluttazione con un uomo dabbene?
Nulla, o forse acqua fetida, perché anche gli escrementi hanno lasciato
la sua scatola cranica, perché sono stati alterati da una visione
meschina della vita stupida, monotona, scialba, priva di significato.
Come si può parlare di civiltà in una società ancorata a pregiudizi
antichi? E chi vomita? Sempre le nullità. E’ la difesa dei poveri di
spirito.
Che il Signore ci scansi da questi esseri inutili, che sognano lauree,
cultura, emancipazione e donne.
Franco Penza |