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Anno III |
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Francesco
Maria![]() di Stefania Iele Primo cittadino di Torre Annunziata, avvocato cassazionista, coniugato dal 1962 e padre di tre figli, consigliere dell’Ordine nel primo biennio, dopo l’Istituzione del Tribunale di Torre Annunziata. Ama la musica classica, le buone letture e ha l’hobby della barca |
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Come è nata la sua passione per la politica e quali sono le tappe che l’hanno portata a diventare sindaco di Torre Annunziata? L’impegno politico nasce all’inizio degli anni ’70,
quando con un gruppo d’amici presi coscienza che la classe dirigente
aveva il dovere di scendere in campo. Venni eletto nelle fila del P.S.D.I.
e per quattro anni fui assessore alla Pubblica Istruzione. All’inizio della sua carriera di sindaco ha dovuto sicuramente affrontare delle problematiche che per lei erano nuove. Quali erano e quanto le è stata d’aiuto la pratica della realtà giuridica? La professione d’avvocato è stata di notevole aiuto nell’affrontare i problemi, anche quelli specifici, perché costituisce una ottima pa-lestra per la conoscenza della realtà sociale e dei suoi soggetti. Torre Annunziata, come altri comuni vesuviani, sta vivendo l’emergenza idrica e il problema dello smaltimento dei rifiuti. Quali provvedimenti pensa di adottare per salvaguardare la salute dei cittadini, soprattutto dal rischio epidemie? I problemi dell’emergenza idrica sono occasionali e non strutturali, per fortuna. La Regione, insieme con la nuova struttura dell’A.T.O. e di G.O.R.I., che ne è la società di gestione, li saprà risolvere con l’ammoder-namento della rete. Quelli dell’emergenza rifiuti dovranno essere risolti adottando le moderne tecnologie, già sperimentate, quanto alla destinazione finale. Sul miglioramento del servizio locale a Torre è stata costituita una società mista, che sta già dando ottimi risultati. Ma è necessario bonificare l’intero settore dall’inquinamento della piccola e della grande criminalità. Torre Annunziata, in passato era famosa per l’attività commerciale legata al porto, ai pastifici e al mercato ittico. Questi settori oggi hanno bisogno di essere potenziati; esiste un progetto mirante a questo scopo? Torre non può guardare sempre indietro. L’Amministrazione guarda avanti ed ha già realizzato una parte di reindustrializzazione nell’ambito del contratto d’area. Altri progetti sono pronti a partire, altri sono fermi per problemi d’impatto ambientale e di bonifica delle aree dimesse. |
La strada però è tracciata. Per il porto c’è un
piano approvato in Consiglio Comunale e si è inseriti dei Progetti
Integrati della portualità regionale. Già è una realtà che Torre
Annunziata è lo scalo portuale di Pompei.
Sulla legge 328 sia l’ufficio che l’assessore al
ramo stanno facendo un buon lavoro, insieme con gli altri comuni
associati. Torre è uno dei pochi Comuni che si è dotato di un’Istituzione
per la gestione delle politiche sociali. Torre Annunziata è ricca di attrattive naturali e artistiche, cosa si potrebbe fare per far conoscere in Italia e all’estero questo patrimonio che si potrebbe trasformare in una grande risorsa? L’intera zona è ricca di bellezze naturali ed
artistiche d’eccellenza. La città è inserita a pieno titolo nel
discorso regionale dei grandi attrattori turistici ed i frutti già si
vedono. |
Sono in programma, attualmente, progetti legati all’urbanistica, quali il miglioramento della viabilità, lo sviluppo delle aree verdi, la bonifica del litorale e della marina? I progetti ci sono e sono concreti. Per alcuni siamo prossimi al bando di gara, ma si attende il disinquinamento di quella grande risorsa naturale che è il mare.
La differenza tra Torre Nord e Torre Sud, rimarcata
dalla stessa presenza di due diocesi nella città, risale a tempi antichi,
da quando l’attuale corso Garibaldi era il confine tra il Casale di
Terravecchia ed il feudo di Torre dell’Annunciata. L’unione tra le due
popolazioni è avvenuta nel 1809, con Gioacchino Murat. Oggi l’unificazione
è realmente acquisita da tutti i cinquantamila abitanti, che si sentono
una comunità. Permangono le differenze di sviluppo e, dopo il terremoto,
di abbandono e quindi di degrado di parte dell’area Sud. Ma qualcosa sta
cambiando, come dimostra la zona di Torre Centrale, dove la presenza d’importanti
uffici già ha prodotto visibili risultati. Se dovesse fare un bilancio della sua carriera di sindaco, cosa cambierebbe e cosa invece rifarebbe? Non cambierei quasi niente, rifarei quasi tutto, ma con quella maggiore consapevolezza, che deriva dall’esperienza. Un solo errore però il Sindaco lo riconosce senza difficoltà: è quello di non avere dato priorità assoluta al restauro della Casa Comunale. Quali sono i suoi sogni nel cassetto? Ho due sogni: il primo è quello di portare la Villa Comunale in città ed è un desiderio che tutti i torresi hanno da quasi un secolo ed è molto probabile che il prolungamento di via dei Mille verso il mare presto diverrà una realtà. L’altro è il recupero del quartiere Carceri e Vicoli della Marina. Lì vedo una serie di attività connesse al porto ed al suo sviluppo come stazione del metrò del mare. Ed una serie di locali tipici, dove potere affermare il primato della nostra cucina tradizionale. |