Anno III
Aprile-maggio 2003 
n. 4-5

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Avv. Francesco Maria Cucolo,
sindaco di Torre Annunziata

Francesco Maria Cucolo risponde
di Stefania Iele

Primo cittadino di Torre Annunziata, avvocato cassazionista, coniugato dal 1962 e padre di tre figli, consigliere dell’Ordine nel primo biennio, dopo l’Istituzione del Tribunale di Torre Annunziata. Ama la musica classica, le buone letture e ha l’hobby della barca

Come è nata la sua passione per la politica e quali sono le tappe che l’hanno portata a diventare sindaco di Torre Annunziata?

L’impegno politico nasce all’inizio degli anni ’70, quando con un gruppo d’amici presi coscienza che la classe dirigente aveva il dovere di scendere in campo. Venni eletto nelle fila del P.S.D.I. e per quattro anni fui assessore alla Pubblica Istruzione.
L’impegno cessa del tutto dopo il terremoto dell’80, quando il clima politico degenera. Passai al P.C.I. convinto dalla centralità della "questione morale" posta da Enrico Berlinguer. Ritornai sulla scena politica cittadina nell’ottobre ’95, quando l’intera coalizione di centro-sinistra mi propose la candidatura a Sindaco. Venni eletto il 5 dicembre ’95, in secondo turno e rieletto il 16 aprile 2000 in primo turno, con il 65,2% dei voti.

All’inizio della sua carriera di sindaco ha dovuto sicuramente affrontare delle problematiche che per lei erano nuove. Quali erano e quanto le è stata d’aiuto la pratica della realtà giuridica?

La professione d’avvocato è stata di notevole aiuto nell’affrontare i problemi, anche quelli specifici, perché costituisce una ottima pa-lestra per la conoscenza della realtà sociale e dei suoi soggetti.

Torre Annunziata, come altri comuni vesuviani, sta vivendo l’emergenza idrica e il problema dello smaltimento dei rifiuti. Quali provvedimenti pensa di adottare per salvaguardare la salute dei cittadini, soprattutto dal rischio epidemie?

I problemi dell’emergenza idrica sono occasionali e non strutturali, per fortuna. La Regione, insieme con la nuova struttura dell’A.T.O. e di G.O.R.I., che ne è la società di gestione, li saprà risolvere con l’ammoder-namento della rete.

Quelli dell’emergenza rifiuti dovranno essere risolti adottando le moderne tecnologie, già sperimentate, quanto alla destinazione finale. Sul miglioramento del servizio locale a Torre è stata costituita una società mista, che sta già dando ottimi risultati. Ma è necessario bonificare l’intero settore dall’inquinamento della piccola e della grande criminalità.

Torre Annunziata, in passato era famosa per l’attività commerciale legata al porto, ai pastifici e al mercato ittico. Questi settori oggi hanno bisogno di essere potenziati; esiste un progetto mirante a questo scopo?

Torre non può guardare sempre indietro. L’Amministrazione guarda avanti ed ha già realizzato una parte di reindustrializzazione nell’ambito del contratto d’area. Altri progetti sono pronti a partire, altri sono fermi per problemi d’impatto ambientale e di bonifica delle aree dimesse.

La strada però è tracciata. Per il porto c’è un piano approvato in Consiglio Comunale e si è inseriti dei Progetti Integrati della portualità regionale. Già è una realtà che Torre Annunziata è lo scalo portuale di Pompei.
Il progetto del mercato ittico, che è anche finanziato, è fermo per la solita storia dei vincoli ambientali.


Riguardo il problema della disoccu-pazione giovanile e della sicurezza pubblica qual è la politica che pensa di adottare insieme alla sua giunta? In che modo intende utilizzare i fondi della legge 328, miranti all’integrazione delle persone deboli?

Sulla legge 328 sia l’ufficio che l’assessore al ramo stanno facendo un buon lavoro, insieme con gli altri comuni associati. Torre è uno dei pochi Comuni che si è dotato di un’Istituzione per la gestione delle politiche sociali.
Le politiche della sicurezza non sono di stretta pertinenza dell’Ente Locale, ma la colla-borazione dell’Amministrazione Comunale con le Forze dell’Ordine e con la Magistratura è continua e costante, secondo il principio che il ripristino della legalità ha bisogno soprattutto di condotte corrette e di esempi concreti e quotidiani e non di poesie, né tanto meno di prediche.
La disoccupazione giovanile è un dramma che solo con il tempo potrà essere risolto. I primi posti di lavoro creati a Torre, sono andati prioritariamente ai lavoratori che avevano perso il posto di lavoro.
Era giusto che fosse così, perché le loro lotte, insieme con il Sindacato e dal ’95 con l’Amministrazione Comunale hanno creato le opportunità per l’insediamento di nuove aziende.
Ora viene il turno dei giovani, ma occorrono saperi nuovi, moderni. Qualche scuola è attrezzata in questa direzione, per il resto con la Tess ( la società di sviluppo che si appresta a divenire agenzia regionale ) sono in corso programmi di formazione ed altri mirati vi saranno a breve scadenza.
Per gli altri il lavoro potrà venire solo con un minimo di ripresa economica e produttiva. Il processo è in atto, ma i tempi non saranno brevi.

Torre Annunziata è ricca di attrattive naturali e artistiche, cosa si potrebbe fare per far conoscere in Italia e all’estero questo patrimonio che si potrebbe trasformare in una grande risorsa?

L’intera zona è ricca di bellezze naturali ed artistiche d’eccellenza. La città è inserita a pieno titolo nel discorso regionale dei grandi attrattori turistici ed i frutti già si vedono.
Il sito archeologico della Villa di Poppea Sabina è già conosciuto in Italia ed all’estero, specie dopo che è stato inserito tra i 36 siti italiani della World Heritage List of UNESCO. Sentire parlare di Torre Annunziata ed di Oplonti nella nella 1^ Conferenza Nazionale dei siti costituenti patrimonio mondiale, indetta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali tenutasi a Noto il 9 maggio scorso, fa venire i brividi.

Sono in programma, attualmente, progetti legati all’urbanistica, quali il miglioramento della viabilità, lo sviluppo delle aree verdi, la bonifica del litorale e della marina?

I progetti ci sono e sono concreti. Per alcuni siamo prossimi al bando di gara, ma si attende il disinquinamento di quella grande risorsa naturale che è il mare.


Sembra che Torre Annunziata Nord e Torre Annunziata Sud abbiano avuto uno sviluppo diverso, perché mentre la prima appare più fiorente, la seconda invece sembra caratterizzata dal degrado. E’ d’accordo con questa opinione?

La differenza tra Torre Nord e Torre Sud, rimarcata dalla stessa presenza di due diocesi nella città, risale a tempi antichi, da quando l’attuale corso Garibaldi era il confine tra il Casale di Terravecchia ed il feudo di Torre dell’Annunciata. L’unione tra le due popolazioni è avvenuta nel 1809, con Gioacchino Murat. Oggi l’unificazione è realmente acquisita da tutti i cinquantamila abitanti, che si sentono una comunità. Permangono le differenze di sviluppo e, dopo il terremoto, di abbandono e quindi di degrado di parte dell’area Sud. Ma qualcosa sta cambiando, come dimostra la zona di Torre Centrale, dove la presenza d’importanti uffici già ha prodotto visibili risultati.
Altri ve ne saranno, quando potrà partire il progetto sull’area Tecnotubi-Vega e sul mare sarà aperto il grande cantiere di Ferretti-Aprea e sarà aperta la strada di collegamento con il porto.

Se dovesse fare un bilancio della sua carriera di sindaco, cosa cambierebbe e cosa invece rifarebbe?

Non cambierei quasi niente, rifarei quasi tutto, ma con quella maggiore consapevolezza, che deriva dall’esperienza. Un solo errore però il Sindaco lo riconosce senza difficoltà: è quello di non avere dato priorità assoluta al restauro della Casa Comunale.

Quali sono i suoi sogni nel cassetto?

Ho due sogni: il primo è quello di portare la Villa Comunale in città ed è un desiderio che tutti i torresi hanno da quasi un secolo ed è molto probabile che il prolungamento di via dei Mille verso il mare presto diverrà una realtà. L’altro è il recupero del quartiere Carceri e Vicoli della Marina. Lì vedo una serie di attività connesse al porto ed al suo sviluppo come stazione del metrò del mare. Ed una serie di locali tipici, dove potere affermare il primato della nostra cucina tradizionale.