Anno III
Gennaio-marzo 2003 
n. 1-3

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 LAntiquarium   di Boscoreale
di Maria Pasqua Di Donna

Nell’area archeologica di villa Regina sorge l’Antiquarium Nazionale di Boscoreale, inaugurato nel 1991. Esso è costituito da due sale: nella prima si possono visitare i reperti archeologici che testimoniano le caratteristiche dell’am-biente vesuviano prima dell’eruzione del 79 d.C.; nella seconda sono presenti, so-prattutto i ritrovamenti del territorio di Boscoreale e, in particolare delle sue ville, che risalgono all’età romana. Per dare al visitatore l’idea di come fosse la zona prima dell’eruzione, è stato posto all’ingresso della mostra un affresco pompeiano che raffigura il cono del Vesuvio e il paesaggio circostante; due foto da satellite permettono di sorvolare la zona per comprenderne l’esatta ubicazione.
Nello spazio espositivo dedicato all’ambiente è possibile seguire un interessante percorso in cui si possono scoprire curiosità riguardanti gli usi e l’alimentazione dei Romani. Ad esempio, nello spazio dedicato al mare, ci sono esempi della fauna marina del tempo, come mitili, patelle, ricci, cipree, pesci; ci sono arnesi da pesca come ami e reti e c’è anche un’anfora contenente il garum, la famosa salsa di pesce con la quale i Romani solevano condire le loro pietanze. Nello spazio dedicato alla pianura sono stati esposti gli arnesi in ferro, quali pale, vanghe, zappe con cui i Romani col-tivavano questo territorio lussureggiante solcato dal fiume Sarno, allora non inquinato e anzi popolato da molluschi commestibili. Vi è anche la testimonianza dell’esistenza dei periti agrari, già in quell’epoca: è esposta, infatti la lapide funeraria di un certo Nicostratus, un pompeiano che aveva fama di essere un esperto agrimensor. Nello spazio dedicato alla fascia collinare si possono ammirare quei reperti che testimoniano la passione dei Romani per il vino e la conoscenza della tecnica di coltivazione del vigneto, a cui si affiancava quella della frutta e dell’olivo. Nella sezione intitolata ai monti si possono osservare esempi
del tipo di legname che veniva

prodotto sulla sommità del Vesuvio  e utilizzato per diverse attività, quali la scrittura o la concia delle pelli.  zona vesuviana, come testimoniano i reperti di osso e corno con cui erano fabbricati amuleti, dadi e cucchiai. Per avere un’idea di quali fossero le principali fonti economiche del territorio, si possono visionare i ritrovamenti che attestano la presenza nella zona, di pollame. Ovini, bovini, equini, e anche dell’allevamento dei ghiri che erano per i Romani una vera ghiottoneria. La coltivazione riguardava, soprattutto i cereali, i legumi e gli ortaggi e diversi erano gli strumenti per la loro produzione, di cui la mostra offre testimonianza. Interessanti i reperti riguardanti la medicina e la cosmesi; per la prima sono rappresentati esempi di medicamenti ottenuti dalla macerazione di sostanze vegetali in mortai di marmo; per la seconda si possono notare uno specchio, un pettine, delle pinzette oltre che dei recipienti contenenti creme a base vegetale. Secondo questo principio venivano colorati anche i tessuti,

ricorrendo all’uso delle piante o del  murice, un mollusco della zona. Nella seconda sala si possono ammirare i ritrovamenti relativi alle ville per riportarle alla luce, furono effettuati solo nella fine dell’800 inizi del 900 e servivano soprattutto a far emergere le suppellettili, le decorazioni parietali e pavimentali. Per questo motivo molti scavi furono rinterrati e solo in epoca recente sono state recuperate alcune delle ville più prestigiose tra cui spicca quella della Pisanella, famosa per il suo tesoro.
Chi vuole visitare l’Antiquarium, può farlo tutti i giorni dalle 8,30 alle 17,00. Il costo del biglietto è di 3,1 euro, in cui è compresa la guida e l’utilizzo di materiale didattico. Con lo stesso biglietto si può anche effettuare una visita a Villa Regina.


Reperti archeologici