Nell’area
archeologica di villa Regina sorge l’Antiquarium
Nazionale di Boscoreale, inaugurato nel 1991. Esso è costituito
da due sale: nella prima si possono visitare i reperti
archeologici che testimoniano le caratteristiche dell’am-biente
vesuviano prima dell’eruzione del 79 d.C.; nella seconda sono
presenti, so-prattutto i ritrovamenti del territorio di
Boscoreale e, in particolare delle sue ville, che risalgono all’età
romana. Per dare al visitatore l’idea di come fosse la zona
prima dell’eruzione, è stato posto all’ingresso della
mostra un affresco pompeiano che raffigura il cono del Vesuvio e
il paesaggio circostante; due foto da satellite permettono di
sorvolare la zona per comprenderne l’esatta ubicazione.
Nello spazio espositivo dedicato all’ambiente è possibile
seguire un interessante percorso in cui si possono scoprire
curiosità riguardanti gli usi e l’alimentazione dei Romani.
Ad esempio, nello spazio dedicato al mare, ci sono esempi della
fauna marina del tempo, come mitili, patelle, ricci, cipree,
pesci; ci sono arnesi da pesca come ami e reti e c’è anche un’anfora
contenente il garum, la famosa salsa di pesce con la quale i
Romani solevano condire le loro pietanze. Nello spazio dedicato
alla pianura sono stati esposti gli arnesi in ferro, quali pale,
vanghe, zappe con cui i Romani col-tivavano questo territorio
lussureggiante solcato dal fiume Sarno, allora non inquinato e
anzi popolato da molluschi commestibili. Vi è anche la
testimonianza dell’esistenza dei periti agrari, già in quell’epoca:
è esposta, infatti la lapide funeraria di un certo Nicostratus,
un pompeiano che aveva fama di essere un esperto agrimensor.
Nello spazio dedicato alla fascia collinare si possono ammirare
quei reperti che testimoniano la passione dei Romani per il vino
e la conoscenza della tecnica di coltivazione del vigneto, a cui
si affiancava quella della frutta e dell’olivo. Nella sezione
intitolata ai monti si possono osservare esempi del
tipo di legname che veniva |
prodotto
sulla sommità del Vesuvio e utilizzato per diverse
attività, quali la scrittura o la concia delle pelli.
zona vesuviana, come testimoniano i reperti di osso e corno con
cui erano fabbricati amuleti, dadi e cucchiai. Per avere un’idea
di quali fossero le principali fonti economiche del territorio,
si possono visionare i ritrovamenti che attestano la presenza
nella zona, di pollame. Ovini, bovini, equini, e anche dell’allevamento
dei ghiri che erano per i Romani una vera ghiottoneria. La
coltivazione riguardava, soprattutto i cereali, i legumi e gli
ortaggi e diversi erano gli strumenti per la loro produzione, di
cui la mostra offre testimonianza. Interessanti i reperti
riguardanti la medicina e la cosmesi; per la prima sono
rappresentati esempi di medicamenti ottenuti dalla macerazione
di sostanze vegetali in mortai di marmo; per la seconda si
possono notare uno specchio, un pettine, delle pinzette oltre
che dei recipienti contenenti creme a base vegetale. Secondo
questo principio venivano colorati anche i tessuti, |
ricorrendo
all’uso delle piante o del murice, un mollusco della
zona. Nella seconda sala si possono ammirare i ritrovamenti
relativi alle ville per riportarle alla luce, furono effettuati
solo nella fine dell’800 inizi del 900 e servivano soprattutto
a far emergere le suppellettili, le decorazioni parietali e
pavimentali. Per questo motivo molti scavi furono rinterrati e
solo in epoca recente sono state recuperate alcune delle ville
più prestigiose tra cui spicca quella della Pisanella, famosa
per il suo tesoro.
Chi vuole visitare l’Antiquarium, può farlo tutti i giorni
dalle 8,30 alle 17,00. Il costo del biglietto è di 3,1 euro, in
cui è compresa la guida e l’utilizzo di materiale didattico.
Con lo stesso biglietto si può anche effettuare una visita a
Villa Regina. |