Anno III
Gennaio-marzo 2003 
n. 1

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Vincenzo Cavaliere

Intervista a
V
incenzo Cavaliere
sindaco di Boscoreale
Il sindaco di Boscoreale nasce professore, cresce dirigente scolastico, ma poi scopre che il suo impegno non gli basta. Si impegna nella società, soprattutto sul fronte dei minori a rischio, della devianza, dei portatori di handicap. Da qui alla politica il passo è breve. E dall’impegno sociale e dalla politica a quest’intervista al nostro giornale lo è ancora di più. E per noi è un doppio obbligo non deluderlo, dal momento che è anche giornalista pubblicista  

di Ciro Viola

Quali sono state le difficoltà che ha dovuto affrontare come sindaco, soprattutto in rapporto alla sua esperienza di dirigente scolastico?

Nel mondo della scuola le difficoltà sono molto più limitate e rispondono, di norma, ad una programmazione predisposta ad inizio d’anno scolastico, mentre quelle di primo cittadino sono condizionate dall’emergenza del quotidiano e dalle procedure burocratiche. L’esperienza gestionale della scuola mi ha comunque aiutato molto a svolgere meglio il mio delicato ruolo di sindaco.

Lei che ha una grande esperienza nel mondo della scuola, pensa che questa possa contribuire allo sviluppo del suo paese? Ha in cantiere dei progetti che vedono la scuola protagonista?

La scuola svolge un ruolo importante nella realtà di ogni paese e quindi anche in quella di Boscoreale. Credo che i giovani, che costituiscono il potenziale intellettivo della società debbano avere la possibilità di esprimere tutti le loro capacità. Per rendere concreto questo disegno, occorre che l’amministrazione comunale, le agenzie culturali, sportive e formative del territorio, coordino sinergicamente le proprie attività per rendere la scuola coerente protagonista del domani.

Quali sono le opere che ha compiuto, quali sono quelle che pensa di realizzare, quelle che vorrebbe fare e quelle che già sa di non poter portare a termine?

Le realizzazioni di grosso respiro sono tuttora in cantiere e dovremo completarle entro la fine dell’anno. Esse riguardano nell’immediato il parco pubblico di via Papa Giovanni XXIII°, l’asilo nido, il recupero del plesso scolastico di Piazza Vorgas, il campo sportivo comunale ed alcuni lavori di completamento presso le scuole del territorio, per adeguarle al D.L. 626/94 per la sicurezza. Per le altre opere

pubbliche, tra cui il recupero della struttura scolastica situata ai Pellegrini, i tempi saranno più lunghi ma, comunque da concludere nell’arco della consigliatura.

Quali sono le priorità a cui si dedicherà nei prossimi mesi per la città di Boscoreale?

Le priorità da privilegiare, e senz’altro da seguire con il massimo impegno, riguardano la vivibilità generale. Essa è legata ad un maggiore controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, dell’assetto viario e di una più forte attenzione verso le persone diversamente abili e per coloro che vivono situazioni problematiche o di forte indigenza.

La sua esperienza in questo periodo di amministrazione è

stata soddisfacente, gratificante, deludente o altro? Pensa di proseguire nella stessa linea politica?

L’esperienza amministrativa mi ha sicuramente arricchito. I risultati ottenuti, devo riconoscerlo, non sono commisurati all’impegno profuso. Occorre rimuovere certe difficoltà procedurali e favorire un cambio di mentalità da parte degli addetti ai lavori. Necessita che l’impegno lavorativo di tutti i dipendenti venga vissuto con maggiore intensità ed una più forte personalizzazione, credendo in pieno, anche affettivamente, a ciò che si fa. Il rodaggio di questi mesi ha permesso di comprendere meglio certi meccanismi e, quindi, non potremo che migliorare sentendoci più incisivi nelle realizzazioni che ci attendono.

Storia di     

Boscoreale di Teresa Quirino

Il territorio di Boscoreale era già abitato in età preistorica e sannitica, ma solo in età romana vide la nascita di alcune abitazioni e ville rustiche. La più famosa di queste è quella che viene chiamata Villa della Pisanella. Nella storia di Boscoreale ebbe un’influenza determinante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che la seppellì sotto una coltre di lapilli e cenere, insieme a Pompei, Ercolano e Stabia. La vita della città riprese in epoca medioevale, a partire dal XII sec. Quello che diede lustro al territorio, fu il fatto che nel XIV sec. il re di Napoli Carlo I D’Angiò, lo scelse come riserva di caccia: di qui il nome odierno di Boscoreale, dal latino Nemus Regalis. Successivamente la riserva di caccia fu suddivisa in vari feudi, affidati alle famiglie nobili della zona. Al 1500 risalgono i primi disboscamenti e la costruzione delle ville di campagna. Nel 1600. grazie anche all’afflusso di persone provenienti dai centri limitrofi, sorge il primo centro rurale, intorno alla chiesa di S. Maria Salome: si tratta di un borgo di solo 2000 abitanti. Nel 1700 viene costruita La Chiesa Parrocchiale dedicata all’Immacolata Concezione, intorno alla quale si forma l’attuale tracciato viario a forma di quadrilatero. Emergono, in questo contesto, alcune famiglie baronali la cui ricchezza è legata alla terra, come i Zurlo e i Massa. Nel 1789 il casale di Boscoreale arriva a contare fino a 3468 abitanti, ma solo con l’avvento dei francesi sul trono di Napoli, acquista l’autonomia comunale. Nel 1884, in seguito ad una sempre maggiore affermazione nel campo dell’economia agricola, Boscoreale viene fornita di una stazione ferroviaria che fa parte del tronco Torre Annunziata-Cancello. Al 1905 risale l’inaugurazione della linea della Circumvesuviana che collega Torre Annunziata e Poggiomarino a Napoli. Ai principi del Novecento Boscoreale è abitata da 8798 persone; nel 1928 perde la sua autonomia di Comune che riacquisterà solo all’indomani della seconda guerra mondiale.