Anno III
Gennaio-marzo 2003 
n. 1-3

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Dalla bulimia all’anoressia

la sfida di una adolescente
ad essere più bella 

di Enrica Sorrentino

Caro Dio, ti scrivo perché solo tu puoi capire i momenti tristi della mia vita. Mi chiedo a volte, il perché sono nata e se mi hai fatto nascere solo per soffrire, a volte avrei preferito non essere mai nata.
Oggi voglio parlarvi di una delle mie tante sofferenze: l’anoressia. Durante il corso di infermiera che frequentai quando avevo sedici anni, conobbi una ragazza, la quale mi chiese se volevo fare una gara di magrezza. Non sapendo cosa volesse dire, presi la cosa come un gioco, però fu una sfida mortale, perché da questa cominciò la malattia.
All’inizio potevo essere considerata bulimica, perché avevo appetito, ingerivo una grande quantità di cibo, molto superiore a quello che si poteva mangiare normalmente, senza neanche gustarne il sapore, e non riuscivo


 A questo punto sentivo un rigonfiamento e presa dalla paura di aumentare Poi pian piano la mia volontà di dimagrire mi fece cadere nell’anoressia. Infatti vomitavo tutto ciò che ingerivo e nonostante tutto mi sentivo sempre più grassa e gonfia ogni volta che mi guardavo allo specchio, tanto che a volte facevo anche ginnastica per bruciare quelle poche calorie che mi erano rimaste. Ormai tutto ciò era diventato un’ossessione ed ero così esile e stanca che non riuscivo nemmeno a fare un passo. Fu così che mi confidai con la direttrice del corso la quale mi condusse prima dallo psicologo e poi fui ricoverata.
Purtroppo tutto questo è stato inutile, perché i farmaci non sono riusciti a guarirmi. Oggi non sono uscita dalla malattia, però spero di farcela cercando di superare tutti i problemi che sono sorti in me.

 

Nutrizione sana  di Cristina Tarallo

Sempre più spesso nutrizionisti e dietisti attraverso i mass-media ci informano sul bisogno di avere, per il nostro benessere fisico e psichico, uno stile di vita attivo che comprende sia un’alimentazione sana ed equilibrata, sia l’attività motoria.
Nell’ascoltare questi esperti mi sono accorta che per mantenermi in forma non occorre che faccia una specifica attività sportiva, ma basta avere una modesta operosità fisica quotidiana: muoversi a piedi anziché utilizzare sempre e solo l’auto e i mezzi pubblici, preferire le scale all’ascensore, insomma modificare tutte quelle abitudini che ci rendono la vita, per così dire, una "passeggiata".
Per quanto riguarda una nutrizione corretta, grazie alle campagne educative per una sana alimentazione che si susseguono, è ormai di dominio pubblico il fatto che bisogna mangiare molta frutta e verdura, limitare l’uso della carne rossa e preferirvi a questa la carne bianca, evitare un eccessivo consumo di salumi, uova, prodotti caseari perché hanno un alto contenuto di grasso e di colesterolo, dannosi per la nostra salute.
Ma, quanti sanno che il cibo va distribuito in maniera corretta durante l’arco della giornata? Io, ad esempio, erroneamente mangio di più la sera e la colazione quasi mai la faccio. Quando ha saputo invece, che bisogna fare

una prima colazione sostanziosa, in quanto si ha bisogno della giusta energia per affrontare la giornata, un pranzo non troppo ricco e una cena leggera in quanto l’organismo non è in grado di smaltire durante il sonno, mi sono domandata quale potesse essere il motivo di questo errato comportamento, comune alla maggior parte delle persone. La mia risposta è che la mattina si è sempre di fretta e l’ansia di doverci recare a lavoro, a scuola o per fare le faccende domestiche ci fa chiudere lo stomaco, già stravolto dall’abbuffata serale. Invece la sera è come se tutte le insoddisfazioni della giornata fossero appagate dal cibo, vera fonte di gratificazione e portatore di buon umore.
Per alcune persone, viceversa, dopo un’arrabbiatura, una delusione l’appetito viene meno, con conseguenti digiuni molto pericolosi per l’organismo. Con ciò voglio mettere in risalto il fatto che dietro una cattiva alimentazione si può nascondere un disagio della persona nei confronti del proprio corpo, interrogandosi sulle possibili cause che portano a mangiare troppo, poco, oppure in modo sbagliato. Solo una volta compresi i problemi che si celano dietro lo sbagliato comportamento alimentare una persona sarà in grado di mettere in atto un’alimentazione equilibrata.
In altre parole la ben nota frase greca "mens sana in corpore sano" oggi si deve tradurre: per un corpo sano, occorre una mente sana.