Dalla
bulimia all’anoressia
la sfida di una
adolescente
ad essere più bella
di Enrica
Sorrentino
Caro
Dio, ti scrivo perché solo tu puoi capire i momenti tristi della
mia vita. Mi chiedo a volte, il perché sono nata e se mi hai
fatto nascere solo per soffrire, a volte avrei preferito non
essere mai nata.
Oggi voglio parlarvi di una delle mie tante sofferenze: l’anoressia.
Durante il corso di infermiera che frequentai quando avevo sedici
anni, conobbi una ragazza, la quale mi chiese se volevo fare una
gara di magrezza. Non sapendo cosa volesse dire, presi la cosa
come un gioco, però fu una sfida mortale, perché da questa
cominciò la malattia.
All’inizio potevo essere considerata bulimica, perché avevo
appetito, ingerivo una grande quantità di cibo, molto superiore a
quello che si poteva mangiare normalmente, senza neanche gustarne
il sapore, e non riuscivo |

A questo punto sentivo
un rigonfiamento e presa dalla paura di aumentare Poi
pian piano la mia volontà di dimagrire mi fece cadere nell’anoressia.
Infatti vomitavo tutto ciò che ingerivo e nonostante tutto mi
sentivo sempre più grassa e gonfia ogni volta che mi guardavo
allo specchio, tanto che a volte facevo anche ginnastica per
bruciare quelle poche calorie che mi erano rimaste. Ormai tutto
ciò era diventato un’ossessione ed ero così esile e stanca che
non riuscivo nemmeno a fare un passo. Fu così che mi confidai con
la direttrice del corso la quale mi condusse prima dallo psicologo
e poi fui ricoverata.
Purtroppo tutto questo è stato inutile, perché i farmaci non
sono riusciti a guarirmi. Oggi non sono uscita dalla malattia,
però spero di farcela cercando di superare tutti i problemi che
sono sorti in me.
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Sempre
più spesso nutrizionisti e dietisti attraverso i mass-media ci
informano sul bisogno di avere, per il nostro benessere fisico e
psichico, uno stile di vita attivo che comprende sia un’alimentazione
sana ed equilibrata, sia l’attività motoria.
Nell’ascoltare questi esperti mi sono accorta che per mantenermi
in forma non occorre che faccia una specifica attività sportiva,
ma basta avere una modesta operosità fisica quotidiana: muoversi
a piedi anziché utilizzare sempre e solo l’auto e i mezzi
pubblici, preferire le scale all’ascensore, insomma modificare
tutte quelle abitudini che ci rendono la vita, per così dire, una
"passeggiata".
Per quanto riguarda una nutrizione corretta, grazie alle campagne
educative per una sana alimentazione che si susseguono, è ormai
di dominio pubblico il fatto che bisogna mangiare molta frutta e
verdura, limitare l’uso della carne rossa e preferirvi a questa
la carne bianca, evitare un eccessivo consumo di salumi, uova,
prodotti caseari perché hanno un alto contenuto di grasso e di
colesterolo, dannosi per la nostra salute.
Ma, quanti sanno che il cibo va distribuito in maniera corretta
durante l’arco della giornata? Io, ad esempio, erroneamente
mangio di più la sera e la colazione quasi mai la faccio. Quando
ha saputo invece, che bisogna fare |
una prima colazione sostanziosa, in quanto si
ha bisogno della giusta energia per affrontare la giornata, un
pranzo non troppo ricco e una cena leggera in quanto l’organismo
non è in grado di smaltire durante il sonno, mi sono domandata
quale potesse essere il motivo di questo errato comportamento,
comune alla maggior parte delle persone. La mia risposta è che la
mattina si è sempre di fretta e l’ansia di doverci recare a
lavoro, a scuola o per fare le faccende domestiche ci fa chiudere
lo stomaco, già stravolto dall’abbuffata serale. Invece la sera
è come se tutte le insoddisfazioni della giornata fossero
appagate dal cibo, vera fonte di gratificazione e portatore di
buon umore.
Per alcune persone, viceversa, dopo un’arrabbiatura, una
delusione l’appetito viene meno, con conseguenti digiuni molto
pericolosi per l’organismo. Con ciò voglio mettere in risalto
il fatto che dietro una cattiva alimentazione si può nascondere
un disagio della persona nei confronti del proprio corpo,
interrogandosi sulle possibili cause che portano a mangiare
troppo, poco, oppure in modo sbagliato. Solo una volta compresi i
problemi che si celano dietro lo sbagliato comportamento
alimentare una persona sarà in grado di mettere in atto un’alimentazione
equilibrata.
In altre parole la ben nota frase greca "mens sana in corpore
sano" oggi si deve tradurre: per un corpo sano, occorre una
mente sana. |