SPECIALE
NATALE
Un
Natale pococredibile
di Mangiafuoco
Bombe
sull’Iraq, Fiat nei casini, spazi di partecipazione sempre più
ristretti…
E’ un Natale per pochi, quello che si avvicina. Non ho sotto
mano i dati sulla distribuzione della ricchezza, ma mi è
chiarissima la tendenza di fondo: ovunque nel mondo aumenta il
divario fra i pochi che possiedono ed i molti ai limiti
dell’indigenza, o oltre quel limite: un miliardo di persone che
devono vivere con meno di un dollaro al giorno; un miliardo e
duecentomila che non hanno accesso facile all’acqua potabile;
quarantadue milioni di morti per Aids a scadenza più o meno
breve, concentrati soprattutto in Africa. Forse, il miglior modo
per celebrare il Natale per chi collabora ad un giornale sarebbe
quello di andarsi a rivedere le cifre esatte, e metterle insieme,
elaborare una sorta di <<geografia del bisogno>>.
Un Natale in cui pochi sanno…
Per una notizia buona (gli Stati UE hanno raggiunto un accordo
sulle emissioni di gas inquinanti), c’è ancora Qualcuno che
inquina più di tutti gli altri, impunemente. E che fine hanno
fatto l’afta epizootica in Gran Bretagna della scorsa estate
(scomparsa subito dopo le elezioni in quel paese), la mucca pazza
(non fa più vendere un maggior numero di giornali?), la nube
tossica nell’emisfero Sud (centinaia di milioni di morti
previsti. Una bufala, o meglio che nessuno sappia?). “Non voglio
essere una statistica in un rapporto governativo”, cantava Sting.
Sta diventando sempre più difficile, provare per credere. Forse
il miglior modo per celebrare il Natale per chi collabora ad un
giornale, sarebbe quello di mettere insieme una <<mappa dei
rischi per la specie>>.
Spazi di partecipazione sempre più ristretti, giornalisti
cacciati via da testate anche importanti per la sola colpa di aver
detto “signornò!”. Giornalisti riassunti per ordine della
magistratura. Giornalisti che si piangono addosso come profumiere
(con tutto il rispetto)… In compenso le buone notizie ci vengono
occultate: il vecchio Papa che stringe la mano a Gino Strada
(fondatore ed animatore dell’associazione umanitaria
<<Emergency>>, candidato al Nobel per la pace), viene
infilata di sbieco al centro dei telegiornali, speriamo la gente
non se n’accorga, stanno cenando. Forse per chi collabora ad un
giornale il miglior modo per celebrare il Natale sarebbe quello di
contare e far parlare le vittime di questa sorda e sordida
battaglia per il consenso.

E
noi? Ci dibattiamo fra la scure sui fondi per la riabilitazione
dell’ASL, e le feste e festicciole al Distretto, quelle non si
toccano, Feste Farina e Forca, appunto. Non lamentiamoci neanche
troppo, si preannunciano tempi peggiori, “riforme” di sapore
vagamente <<Terzo Reich>>. Forse il miglior modo per
celebrare il Natale per chi collabora a questo giornale, sarebbe
metterci un po’
più di rabbia, cattiveria, feroce lucidità.
Buon
Natale a tutti.
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Il
Natale del secolo XXI
di Lucio Bonelli
Il
Natale di questi primi anni del nuovo secolo è, a mio avviso,
sempre più consumistico ed ateo. Vedo molte persone che si curano
solo dell’aspetto esteriore della religiosità e della festa,
senza avvicinarsi con spiritualità e devozione all’Avvento.
Sono tutti intenti a comprare regali e a valutare l’amore degli
altri dai doni che ricevono.
In questo secolo dove tutti cercano di essere simpatici, di voler
a tutti i costi solo apparire invece di essere migliori, danno
importanza al loro portafoglio e al gretto materialismo. Molto
spesso l’uomo si erige a giudice degli altri, dimenticandosi che
ci sono per questo i magistrati, e facilmente emette sentenze
prima ancora di sapere i fatti.
Fatta questa premessa, io mi convinco sempre di più che nella
festa della nascita del Nostro Signore si venera solo, purtroppo,
il dio denaro e nulla di più, per il colmo dello spiritualismo
delle Sante Festività.
Insomma, a mio avviso, siamo un po’ tutti alienati e pensiamo
solo al successo nella vita senza pensare minimamente alla
Provvidenza. Almeno in questo periodo natalizio nasce dal profondo
del mio cuore un invito ad essere più coerenti con la propria
religiosità e moralità, senza farsi condizionare dalla fretta e
dalla superficialità dei rapporti umani. |