Anno II n. 10-12 Ottobre-dicembre 2002 

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SPECIALE NATALE

Un Natale pococredibile

di Mangiafuoco

Bombe sull’Iraq, Fiat nei casini, spazi di partecipazione sempre più ristretti…
E’ un Natale per pochi, quello che si avvicina. Non ho sotto mano i dati sulla distribuzione della ricchezza, ma mi è chiarissima la tendenza di fondo: ovunque nel mondo aumenta il divario fra i pochi che possiedono ed i molti ai limiti dell’indigenza, o oltre quel limite: un miliardo di persone che devono vivere con meno di un dollaro al giorno; un miliardo e duecentomila che non hanno accesso facile all’acqua potabile; quarantadue milioni di morti per Aids a scadenza più o meno breve, concentrati soprattutto in Africa. Forse, il miglior modo per celebrare il Natale per chi collabora ad un giornale sarebbe quello di andarsi a rivedere le cifre esatte, e metterle insieme, elaborare una sorta di <<geografia del bisogno>>.
Un Natale in cui pochi sanno…
Per una notizia buona (gli Stati UE hanno raggiunto un accordo sulle emissioni di gas inquinanti), c’è ancora Qualcuno che inquina più di tutti gli altri, impunemente. E che fine hanno fatto l’afta epizootica in Gran Bretagna della scorsa estate (scomparsa subito dopo le elezioni in quel paese), la mucca pazza (non fa più vendere un maggior numero di giornali?), la nube tossica nell’emisfero Sud (centinaia di milioni di morti previsti. Una bufala, o meglio che nessuno sappia?). “Non voglio essere una statistica in un rapporto governativo”, cantava Sting. Sta diventando sempre più difficile, provare per credere. Forse il miglior modo per celebrare il Natale per chi collabora ad un giornale, sarebbe quello di mettere insieme una <<mappa dei rischi per la specie>>.
Spazi di partecipazione sempre più ristretti, giornalisti cacciati via da testate anche importanti per la sola colpa di aver detto “signornò!”. Giornalisti riassunti per ordine della magistratura. Giornalisti che si piangono addosso come profumiere (con tutto il rispetto)… In compenso le buone notizie ci vengono occultate: il vecchio Papa che stringe la mano a Gino Strada (fondatore ed animatore dell’associazione umanitaria <<Emergency>>, candidato al Nobel per la pace), viene infilata di sbieco al centro dei telegiornali, speriamo la gente non se n’accorga, stanno cenando. Forse per chi collabora ad un giornale il miglior modo per celebrare il Natale sarebbe quello di contare e far parlare le vittime di questa sorda e sordida battaglia per il consenso.

                          

E noi? Ci dibattiamo fra la scure sui fondi per la riabilitazione dell’ASL, e le feste e festicciole al Distretto, quelle non si toccano, Feste Farina e Forca, appunto. Non lamentiamoci neanche troppo, si preannunciano tempi peggiori, “riforme” di sapore vagamente <<Terzo Reich>>. Forse il miglior modo per celebrare il Natale per chi collabora a questo giornale, sarebbe metterci un po’
 più di rabbia, cattiveria, feroce lucidità.

Buon Natale a tutti. 

Il Natale del secolo XXI
di Lucio Bonelli

Il Natale di questi primi anni del nuovo secolo è, a mio avviso, sempre più consumistico ed ateo. Vedo molte persone che si curano solo dell’aspetto esteriore della religiosità e della festa, senza avvicinarsi con spiritualità e devozione all’Avvento. Sono tutti intenti a comprare regali e a valutare l’amore degli altri dai doni che ricevono.
In questo secolo dove tutti cercano di essere simpatici, di voler a tutti i costi solo apparire invece di essere migliori, danno importanza al loro portafoglio e al gretto materialismo. Molto spesso l’uomo si erige a giudice degli altri, dimenticandosi che ci sono per questo i magistrati, e facilmente emette sentenze prima ancora di sapere i fatti.
Fatta questa premessa, io mi convinco sempre di più che nella festa della nascita del Nostro Signore si venera solo, purtroppo, il dio denaro e nulla di più, per il colmo dello spiritualismo delle Sante Festività.
Insomma, a mio avviso, siamo un po’ tutti alienati e pensiamo solo al successo nella vita senza pensare minimamente alla Provvidenza. Almeno in questo periodo natalizio nasce dal profondo del mio cuore un invito ad essere più coerenti con la propria religiosità e moralità, senza farsi condizionare dalla fretta e dalla superficialità dei rapporti umani.