Anno II n. 10-12 Ottobre-dicembre 2002 

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SALUTE  MENTALE

Intervista alla
Presidente
Associazione
“Volare Alto”

di Vincenzo Riccio

Facendo parte io del Dipartimento di Salute Mentale di Portici- Ercolano, sono venuto a conoscenza delle numerose attività di questa associazione ed ho intervistato la presidente Anna Maria Zinno.

      Due aquiloni di GDM 

Cosa è Volare Alto?

E’ un’associazione ONLUS di volontariato e solidarietà sociale.


Da cosa nasce?

E’ nata nel febbraio 2001 per volontà di un gruppo di genitori e di pazienti in carico al D.S.M. dei distretti 81-82.


Quale scopo si prefigge?

L’associazione ha l’obiettivo di rompere il muro di ipocrisia e di pregiudizio che circonda la malattia mentale, per ridare dignità e valore a tutti i sofferenti di disturbi psichici e mentali dando a loro “ il pieno diritto di cittadinanza”.


Quali sono le iniziative promosse?

Ci sono state una serie di manifestazioni di tipo culturale e sportivo per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui temi della salute mentale.


Può dirci quali?

Per quanto riguarda le manifestazioni sportive, si è svolta una gara podistica. Con la collaborazione di soci e non, sono in corso delle attività quali il tennis da tavolo ed un corso di nuoto.

Anziani in casa: risorsa o peso?

di Michele Vitale


C’è un modo di dire che recita pressappoco così: Un bambino senza affetto cresce male, ma un vecchio senza affetto muore”. La carenza dei servizi sociali provoca nei nostri anziani tanti disagi, che aggravano le loro molte patologie. Il medico di famiglia è per loro una salvezza dalle sofferenze. Gli anziani allora sono solo un peso o una ricchezza? Mi sono posto questa domanda e per me non sono né l’uno, né l’altro: essi sono con la loro memoria un archivio dati. Raccontano degli aneddoti della storia passata, come quella della seconda guerra mondiale. Per me l’anziano va rispettato perché ha più esperienza di noi.

L’accoglienza
dei malati mentali

di Davidino Corazza

Aiuto, non ragiono più! E’, questo lo slogan ideale per descrivere lo stato psicopatologico di molte persone. Tali soggetti, spesso, finiscono col disprezzare e respingere il sostegno persino dei propri familiari.
Ecco perché, oggi, quando i vecchi rigidi manicomi sono stati soppiantati dalle nuove leggi in materia, i centri di cura psichiatrica, pubblici e privati, instaurano, con chi ne richieda l’appoggio, la famiglia appunto, un rapporto assistenziale che non si limita più alle solite tradizionali cure farmacologiche, pur sempre indispensabili, ma comprende anche terapie occupazionali, quali ad esempio,
giardinaggio, pittura e ceramica, musica, giornalismo, ecc.
E’ ciò che sta avvenendo a Torre del Greco, presso il centro diurno del Bottazzi, dove con la collaborazione dei medici, degli infermieri, i pazienti riescono a superare il proprio stato di disagio mentale, attraverso un’opportuna  accoglienza, nonché con l’apertura all’interno delle varie attività riabilitative ivi promosse.
In quest’ambito, gli stessi pazienti devono instaurare rapporti di solidarietà reciproca, onde facilitare il loro inserimento al centro e il completo reintegro nella società. A Geel, in Olanda, la sofferenza psichiatrica è di casa. Chi ne va soggetto è, infatti, affidato alle famiglie disposte ad offrirne l’accoglienza, dietro un apposito sostegno economico da parte delle istituzioni sanitarie. Qui, una volta inseriti, i soggetti diventano partecipi alla vita di quella casa, attraverso una propria volontaria assistenza agli anziani, oppure dando il loro contributo lavorativo nei campi o nel negozio della famiglia ospitante.
Il recupero dei soggetti, quindi avviene in modo diverso che da noi, dove spesso si ha la fortuna di trovare ospitalità all’interno della propria famiglia. Quest’ultima, a mio avviso, è sicuramente la strada migliore, poiché mai come oggi, la famiglia diventa cellula della società, in cui ogni individuo deve sforzarsi di fare la sua parte, senza per questo, danneggiare la propria identità, tanto meno quella degli altri. In questo, devono costituire un valido aiuto i genitori, attenti a non creare situazioni costrittive all’interno e nei riguardi di nessun figlio, anche se psichicamente infermo.

Quest’anno si è tenuta la 2a  edizione di questo premio che è rivolto a tutti gli alunni dell’ultimo anno delle scuole superiori di Portici e Ercolano. Gli alunni che quest’anno hanno partecipato liberamente al Concorso sono stati circa un centinaio. Si sono espressi sulle emozioni che suscitano loro una poesia di Pablo Neruda. I vincitori delle 4 borse di studio di 250 €. ciascuna verranno premiati giovedì 12 Dicembre presso villa Savonarola in Portici, nell’ambito di una conferenza-dibattito.
Altre iniziative sono state di tipo integrativo, nel senso che hanno mirato ad integrare i soggetti sofferenti nell’ambiente sociale. Quest’anno l’associazione ha realizzato anche un’iniziativa importante, che ha richiesto anche un grande impegno economico, che è stata quello dell’acquisto di un pulmino che servirà con la collaborazione di tutti i soci  a trasportare quei soggetti che hanno difficoltà ad uscire di casa.