SALUTE
MENTALE
Intervista
alla
Presidente
Associazione
“Volare Alto”
di
Vincenzo Riccio
Facendo parte io del
Dipartimento di Salute Mentale di Portici- Ercolano, sono venuto a
conoscenza delle numerose attività di questa associazione ed ho
intervistato la presidente Anna Maria Zinno.

Due aquiloni di GDM
Cosa
è Volare Alto?
E’ un’associazione ONLUS di volontariato e
solidarietà sociale.
Da cosa nasce?
E’ nata nel febbraio 2001
per volontà di un gruppo di genitori e di pazienti in carico al
D.S.M. dei distretti 81-82.
Quale scopo si prefigge?
L’associazione
ha l’obiettivo di rompere il muro di ipocrisia e di pregiudizio
che circonda la malattia mentale, per ridare dignità e valore a
tutti i sofferenti di disturbi psichici e mentali dando a loro “
il pieno diritto di cittadinanza”.
Quali sono le iniziative promosse?
Ci
sono state una serie di manifestazioni di tipo culturale e
sportivo per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni
sui temi della salute mentale.
Può dirci quali?
Per
quanto riguarda le manifestazioni sportive, si è svolta una gara
podistica. Con la collaborazione di soci e non, sono in corso
delle attività quali il tennis da tavolo ed un corso di nuoto. |
Anziani
in casa: risorsa o peso?
di
Michele Vitale

C’è un modo di dire che recita pressappoco
così: Un bambino senza affetto cresce male, ma un vecchio senza
affetto muore”. La carenza dei servizi sociali provoca nei
nostri anziani tanti disagi, che aggravano le loro molte
patologie. Il medico di famiglia è per loro una salvezza dalle
sofferenze. Gli anziani allora sono solo un peso o una ricchezza?
Mi sono posto questa domanda e per me non sono né l’uno, né
l’altro: essi sono con la loro memoria un archivio dati.
Raccontano degli aneddoti della storia passata, come quella della
seconda guerra mondiale. Per me l’anziano va rispettato perché
ha più esperienza di noi.
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L’accoglienza
dei malati mentali
di
Davidino Corazza
Aiuto, non ragiono più! E’, questo lo slogan
ideale per descrivere lo stato psicopatologico di molte persone.
Tali soggetti, spesso, finiscono col disprezzare e respingere il
sostegno persino dei propri familiari.
Ecco perché, oggi, quando i vecchi rigidi manicomi sono stati
soppiantati dalle nuove leggi in materia, i centri di cura
psichiatrica, pubblici e privati, instaurano, con chi ne richieda
l’appoggio, la famiglia appunto, un rapporto assistenziale che
non si limita più alle solite tradizionali cure farmacologiche,
pur sempre indispensabili, ma comprende anche terapie
occupazionali, quali ad esempio, giardinaggio,
pittura e ceramica, musica, giornalismo, ecc.
E’ ciò che sta avvenendo a Torre del Greco, presso il centro
diurno del Bottazzi, dove con la collaborazione dei medici, degli
infermieri, i pazienti riescono a superare il proprio stato di
disagio mentale, attraverso un’opportuna
accoglienza, nonché con l’apertura all’interno delle
varie attività riabilitative ivi promosse.
In quest’ambito, gli stessi pazienti devono instaurare rapporti
di solidarietà reciproca, onde facilitare il loro inserimento al
centro e il completo reintegro nella società. A Geel, in Olanda,
la sofferenza psichiatrica è di casa. Chi ne va soggetto è,
infatti, affidato alle famiglie disposte ad offrirne
l’accoglienza, dietro un apposito sostegno economico da parte
delle istituzioni sanitarie. Qui, una volta inseriti, i soggetti
diventano partecipi alla vita di quella casa, attraverso una
propria volontaria assistenza agli anziani, oppure dando il loro
contributo lavorativo nei campi o nel negozio della famiglia
ospitante.
Il recupero dei soggetti, quindi avviene in modo diverso che da
noi, dove spesso si ha la fortuna di trovare ospitalità
all’interno della propria famiglia. Quest’ultima, a mio
avviso, è sicuramente la strada migliore, poiché mai come oggi,
la famiglia diventa cellula della società, in cui ogni individuo
deve sforzarsi di fare la sua parte, senza per questo, danneggiare
la propria identità, tanto meno quella degli altri. In questo,
devono costituire un valido aiuto i genitori, attenti a non creare
situazioni costrittive all’interno e nei riguardi di nessun
figlio, anche se psichicamente infermo. |