Storia
di Stabia
di Annamaria D'Auria |
Ville
di
Castellammare
di Stabia
di
Massimiliano Smirra
Quando
il Vesuvio esplose nel 79 d.C. distruggendo tutta la zona
circostante, la pioggia di cenere e lapilli invase anche la
collina di Varano seppellendo le ville romane che vi sorgevano.
Gli scavi hanno rivelato un impianto urbano singolare, quasi
composto da unità abitative indipendenti, collegate da strade
irregolari. Architettura e decorazioni erano strettamente ispirate
al paesaggio e distinguevano le ville dalle normali abitazioni
private. Architetti e artisti si sforzarono infatti di realizzare
opere diverse da quelle tradizionali, fino a far divenire le Ville
di Stabiae un “paesaggio architettonico”. Le ville furono
disposte in modo, sia sulla collina di Varano che sul versante dei
monti Lattari, con collocati, piscine, terrazze. L’attività
edilizia fu molto intensa tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.
(fino all’anno 79), con caratteri di rapidità ed esasperazione
molto simili a quelli odierni.
Caratteristica singolare delle ville stabiane è la tipologia
abitativa. Si trattava di costruzioni di lusso semiprivate, con
impianti termali di ospitalità propri (piscine, parchi) che
accoglievano temporaneamente quanti desideravano riposare lontano
dalle città e nello stesso momento curarsi con le acque. Furono
proprio questi insediamenti a valorizzare tutto il territorio
circostante.
Percorrendo oggi la strada chiamata “Passeggiata Archeologica”
si incontra l’ingresso agli scavi stabiani e alle ville.
Villa di San Marco In essa è molto ampia la
zona riservata al quartiere termale, costituito da impluvium,
frigidarium e tepidarium (impianti di raccolta d’acqua
fredda e calda). La parte più spettacolare era ed è il giardino,
molto ampio e costeggiato da platani. La villa, molto ricca
d’affreschi, decorazioni e statue (in parte trasferite al Museo
Nazionale di Napoli), fu costruita nei primi anni dell’Impero e
sembra sia appartenuta ad una potente famiglia del tempo.
Villa di Arianna o di Varano Sorge a circa 1500 mt. dalla
precedente e come l’altra era adibita soprattutto alle cure
termali. Da ricordare la grande sala del triclinio, decorata con
una grandiosa composizione mitologica (L’apparizione di Dionisio
ad Arianna) che dà il nome all’intero complesso.
Terza Villa
Tra gli ambienti da citare, il salone lungo 20 mt che immetteva in
un’ampia sala da pranzo e il colonnato.
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Stampa antica
della città
La storia di una città è fatta soprattutto di
persone, che vivendo hanno lasciato in qualche modo la propria
impronta. La breve storia di Castellammare che vi proponiamo non
è stata concepita tanto come elenchi di date e di eventi, quanto
come descrizione di cose e personaggi che hanno reso e rendono
Castellammare unica e famosa nel mondo.
Un’antichissima tradizione vuole che Stabia sia stata fondata da
Ercole. Infatti, in tempi ormai remoti lo scoglio di Rovigliano
era detto “pietra di Ercole”. Stabia, nell’italiano delle
origini, vuol dire “fermata, stazione, riposo”. Stabiae,
l’antica Stabia, è una preziosa testimone della vita e
dell’arte dell’epoca romana, insieme con Pompei ed Ercolano.
La città fu infatti devastata da un terremoto nel 62 d.C. e
definitivamente distrutta dal Vesuvio il 24 Agosto del 79 d.C.
Stabiae sorgeva su un banco di tufo che fu costituito da eruzioni
preistoriche del Vesuvio. Dopo la catastrofe ne rimase, per ben 17
secoli, solo il ricordo, tramandato dalle terre di Plinio il
Giovane. Fu infatti solo nel XVIII secolo che la costruzione di
fattorie borboniche fece rinvenire i resti sepolti dell’antico
insediamento. Gli scavi ufficiali, promossi appunto dai Borboni,
ebbero inizio nel 1749. La topografia conservata nelle ceneri del
Vesuvio e giunta fino a noi è quella risalente alla ricostruzione
della città dopo la distruzione operata dai Silla nell’aprile
dell’89 a.C.Ci sono anche tracce di insediamenti preromani (osci
e sanniti) ma ben poco di essi è giunto fino a noi.
La posizione di Stabiae, protetta dai monti Lattari, ricca di
acque e dal terreno fertilissimo, provvista di scalo marino, punto
di confluenza |
dei valichi di montagna e di strade allora
importanti, la resero ideale sia per la residenza che per
postazioni strategiche. Gli scavi hanno rivelato, grazie a
numerosi e significativi reperti, che la città aveva scambi
commerciali soprattutto marittimi con altri centri italici,
etruschi e greci. Gli etruschi furono certamente presenti a
Stabiae intorno al VII-VI sec. a.C., come confermano numerosi
ritrovamenti. Con la definitiva sconfitta degli etruschi da parte
della flotta di Siracusa (4747 a.C.) e poi con l’arrivo dei
Sanniti, Stabiae acquistò sempre maggiore importanza come centro
commerciale e come porto. Fu distrutta da Silla proprio a causa
della propria posizione di presidio militare nel corso di quella
guerra combattuta in Campania.

Centro storico di
Castellammare: municipio e
cattedrale
|
Come membro della confederazione nocerina seguì
le sorti di Nocera nelle vicende alterne che la videro alleata
prima e contrapposta poi a Roma. La distruzione di Stabiae infatti
rientrava nei piani per la difesa dei romani, che erano soliti
annientare i centri principali dei nemici per favorirne altri
secondari e per avere più terreno disponibile da distribuire ai
propri coloni. Fu in questo periodo che Pompei divenne centro
importante e florido in qualità di colonia romana. La popolazione
si disperse nei dintorni, come testimoniano rinvenimenti a S.
Antonio Abate, Gragnano, Lettere, Pimonte.
In un periodo successivo l’insediamento stabiano occupò zone
molto vicine all’odierno abitato. La posizione geografica,
sempre favorevole, fece di Stabiae un centro residenziale, dove
abitarono personaggi importanti della Roma dei tempi di Cicerone.
Sono proprio le ville di questi personaggi a costituire il
principale patrimonio archeologico della città. |
L’antiquarium
di
Carlo Ingenito
È situato in via Marco Mario 2, ed è composto da
undici sale. Numerosissimi sono i reperti che vi sono raccolti,
tutti provenienti dalle Ville e dagli scavi di varie epoche
effettuati nella zona. Pitture, terracotte, colonne,
sculture, stucchi, vasi, resti di necropoli, iscrizioni: |
tutto documenta in maniera ancora viva l’esistenza
di civiltà molto evolute che hanno abitato Stabia e nel corso di
millenni. Descrivere o anche semplicemente elencare il
patrimonio archeologico dell’antiquarium stabiano sarebbe lungo
e non renderebbe l’idea della realtà. Il modo migliore di
conoscerlo è di visitarlo. È aperto al pubblico tutti i giorni
tranne il lunedì dalle 9 alle 14. |