Anno II n. 10-12 Ottobre-dicembre 2002 

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Storia di Stabia di Annamaria D'Auria

Ville
di
Castellammare
di Stabia

   
di Massimiliano Smirra

Quando il Vesuvio esplose nel 79 d.C. distruggendo tutta la zona circostante, la pioggia di cenere e lapilli invase anche la collina di Varano seppellendo le ville romane che vi sorgevano. Gli scavi hanno rivelato un impianto urbano singolare, quasi composto da unità abitative indipendenti, collegate da strade irregolari. Architettura e decorazioni erano strettamente ispirate al paesaggio e distinguevano le ville dalle normali abitazioni private. Architetti e artisti si sforzarono infatti di realizzare opere diverse da quelle tradizionali, fino a far divenire le Ville di Stabiae un “paesaggio architettonico”. Le ville furono disposte in modo, sia sulla collina di Varano che sul versante dei monti Lattari, con collocati, piscine, terrazze. L’attività edilizia fu molto intensa tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. (fino all’anno 79), con caratteri di rapidità ed esasperazione molto simili a quelli odierni.
Caratteristica singolare delle ville stabiane è la tipologia abitativa. Si trattava di costruzioni di lusso semiprivate, con impianti termali di ospitalità propri (piscine, parchi) che accoglievano temporaneamente quanti desideravano riposare lontano dalle città e nello stesso momento curarsi con le acque. Furono proprio questi insediamenti a valorizzare tutto il territorio circostante.
Percorrendo oggi la strada chiamata “Passeggiata Archeologica” si incontra l’ingresso agli scavi stabiani e alle ville.
Villa di San Marco  In essa è molto ampia la zona riservata al quartiere termale, costituito da impluvium, frigidarium e tepidarium (impianti di raccolta d’acqua fredda e calda). La parte più spettacolare era ed è il giardino, molto ampio e costeggiato da platani. La villa, molto ricca d’affreschi, decorazioni e statue (in parte trasferite al Museo Nazionale di Napoli), fu costruita nei primi anni dell’Impero e sembra sia appartenuta ad una potente famiglia del tempo.
Villa di Arianna o di Varano  Sorge a circa 1500 mt. dalla precedente e come l’altra era adibita soprattutto alle cure termali. Da ricordare la grande sala del triclinio, decorata con una grandiosa composizione mitologica (L’apparizione di Dionisio ad Arianna) che dà il nome all’intero complesso.
Terza Villa Tra gli ambienti da citare, il salone lungo 20 mt che immetteva in un’ampia sala da pranzo e il colonnato. 


      Stampa antica della città

La storia di una città è fatta soprattutto di persone, che vivendo hanno lasciato in qualche modo la propria impronta. La breve storia di Castellammare che vi proponiamo non è stata concepita tanto come elenchi di date e di eventi, quanto come descrizione di cose e personaggi che hanno reso e rendono Castellammare unica e famosa nel mondo.
Un’antichissima tradizione vuole che Stabia sia stata fondata da Ercole. Infatti, in tempi ormai remoti lo scoglio di Rovigliano era detto “pietra di Ercole”. Stabia, nell’italiano delle origini, vuol dire “fermata, stazione, riposo”. Stabiae, l’antica Stabia, è una preziosa testimone della vita e dell’arte dell’epoca romana, insieme con Pompei ed Ercolano. La città fu infatti devastata da un terremoto nel 62 d.C. e definitivamente distrutta dal Vesuvio il 24 Agosto del 79 d.C.
Stabiae sorgeva su un banco di tufo che fu costituito da eruzioni preistoriche del Vesuvio. Dopo la catastrofe ne rimase, per ben 17 secoli, solo il ricordo, tramandato dalle terre di Plinio il Giovane. Fu infatti solo nel XVIII secolo che la costruzione di fattorie borboniche fece rinvenire i resti sepolti dell’antico insediamento. Gli scavi ufficiali, promossi appunto dai Borboni, ebbero inizio nel 1749. La topografia conservata nelle ceneri del Vesuvio e giunta fino a noi è quella risalente alla ricostruzione della città dopo la distruzione operata dai Silla nell’aprile dell’89 a.C.Ci sono anche tracce di insediamenti preromani (osci e sanniti) ma ben poco di essi è giunto fino a noi.
La posizione di Stabiae, protetta dai monti Lattari, ricca di acque e dal terreno fertilissimo, provvista di scalo marino, punto di confluenza

dei valichi di montagna e di strade allora importanti, la resero ideale sia per la residenza che per postazioni strategiche. Gli scavi hanno rivelato, grazie a numerosi e significativi reperti, che la città aveva scambi commerciali soprattutto marittimi con altri centri italici, etruschi e greci. Gli etruschi furono certamente presenti a Stabiae intorno al VII-VI sec. a.C., come confermano numerosi ritrovamenti. Con la definitiva sconfitta degli etruschi da parte della flotta di Siracusa (4747 a.C.) e poi con l’arrivo dei Sanniti, Stabiae acquistò sempre maggiore importanza come centro commerciale e come porto. Fu distrutta da Silla proprio a causa della propria posizione di presidio militare nel corso di quella guerra combattuta in Campania.


Centro storico di Castellammare:      municipio e cattedrale

Come membro della confederazione nocerina seguì le sorti di Nocera nelle vicende alterne che la videro alleata prima e contrapposta poi a Roma. La distruzione di Stabiae infatti rientrava nei piani per la difesa dei romani, che erano soliti annientare i centri principali dei nemici per favorirne altri secondari e per avere più terreno disponibile da distribuire ai propri coloni. Fu in questo periodo che Pompei divenne centro importante e florido in qualità di colonia romana. La popolazione si disperse nei dintorni, come testimoniano rinvenimenti a S. Antonio Abate, Gragnano, Lettere, Pimonte.
In un periodo successivo l’insediamento stabiano occupò zone molto vicine all’odierno abitato. La posizione geografica, sempre favorevole, fece di Stabiae un centro residenziale, dove abitarono personaggi importanti della Roma dei tempi di Cicerone. Sono proprio le ville di questi personaggi a costituire il principale patrimonio archeologico della città.

L’antiquarium

di Carlo Ingenito

È situato in via Marco Mario 2, ed è composto da undici sale. Numerosissimi sono i reperti che vi sono raccolti, tutti provenienti dalle Ville e dagli scavi di varie epoche effettuati nella zona. Pitture,  terracotte, colonne, sculture, stucchi, vasi, resti di necropoli, iscrizioni:

tutto documenta in maniera ancora viva l’esistenza di civiltà molto evolute che hanno abitato Stabia e nel corso di millenni. Descrivere o anche  semplicemente elencare il patrimonio archeologico dell’antiquarium stabiano sarebbe lungo e non renderebbe l’idea della realtà. Il modo migliore di conoscerlo è di visitarlo. È aperto al pubblico tutti i giorni tranne il lunedì dalle 9 alle 14.