SPECIALE
CASTELLAMMARE
Ersilia
Salvato
risponde
Intervista
al Sindaco di Castellammare di Stabia
di Colomba Parmendola
Quali sono i
progetti e programmi della vostra
amministrazione nel
sociale?
Nell’ambito del Piano Sociale di Zona sono in corso i lavori
di Coordinamento Istituzionale dell’Ambito 14. Entro il 31
dicembre corrente anno dovranno essere approvati tutti i progetti
relativi alla prima annualità, che prevedono aree d’intervento
specifiche tra cui: minori, anziani, diversamente abili, povertà,
immigrati ed ex-detenuti. Sono previsti, inoltre, interventi
trasversali, quali il Segretariato Sociale, che dovrebbe avere in
città una sua sede con diverse antenne dislocate in tutto l’ambito.
Questo assessorato si propone, per il 2003, di concentrare le
proprie energie su tre categorie particolari: anziani, giovani e
disabili.

Castellammare di Stabia vecchia
Per gli anziani è necessario rivisitare, alla luce della nuova
normativa in materia (legge quadro sul volontariato 266/91, legge
sull’associazionismo di promozione sociale n° 283/00, legge
regionale 21/89), il centro sociale per gli anziani di
Castellammare, che necessita di nuovi ed adeguati spazi, tali da
consentire qualificanti attività d’integrazione.
Ugualmente per i giovani è sentita l’esigenza di un centro
d’aggregazione che vada oltre la “strada” o il
“muretto”, ciò al fine di responsabilizzare e coinvolgere le
nuove generazioni alla partecipazione democratica attiva in seno
alla vita sociale.
Un centro giovanile polivalente nella nostra città potrà offrire
a noi tutti l’opportunità di valorizzare le capacità del
singolo giovane, che dotato dei luoghi e degli strumenti con cui
esprimersi, diventerà il lievito per la nascita di una nuova
coscienza civile e cittadina.
Relativamente all’area dei disabili, alla luce del “European
Disability Forum”, nel quale la Commissione europea ha
dichiarato il 2003 l’Anno Europeo delle Persone Disabili, la
città di Castellammare darà il suo contributo con atti di dovuta
solidarietà ed attenzione, tesi a tracciare percorsi
d’inclusione sociale del cittadino diversamente abile.
Un discorso a parte merita il tema dell’assistenza
sociosanitaria: la delibera di Giunta regionale n° 38/90 del
2/8/2002 concernente i livelli essenziali d’assistenza, prevede
adempimenti specifici da parte dei comuni, in quanto attuatori dei
Piani Sociali di zona e da parte delle ASL.

Il
Sindaco di Castellamare Ersilia Salvato
con una giovane ammiratrice)
La riforma del Welfare delega i direttori generali delle ASL e ai
sindaci dei comuni capofila, per le rispettive competenze,
l’individuazione delle linee di programmazione sociosanitaria,
che devono prevedere interventi congiunti per l’erogazione delle
prestazioni.
|
Intervista
a
Vincenzo Centoletti
di
Emma Daietti
Anni 36, laureato in
Giurisprudenza, commissario capo della Polizia di Stato, in
servizio dal 90 e
attualmente in forza al commissariato di Castellammare di Stabia,
in qualità di funzionario
addetto.
Commissario cosa prova un
funzionario di polizia ad essere intervistato da un giornale come
il nostro?
Francamente la richiesta di rilasciare un’intervista per il vostro
periodico, particolarmente calato ed impegnato nella vita sociale,
mi ha molto inorgoglito e nello stesso tempo ha immediatamente
toccato il mio senso di responsabilità, fino a creare un certo
imbarazzo. A mio avviso noi ci muoviamo nella stessa direzione,
intendo dire che anche il lavoro di poliziotto è improntato
all’impegno sociale, nel quotidiano sforzo di ristabilire le
condizioni naturali e convenzionali che consentono la pacifica
convivenza tra le persone.
Assomiglia di più a Bassettoni,
Ginko, Maigret o Derrick?
Non sono mai stato un appassionato di fumetti, però tra questi
personaggi mi vedo più vicino a Ginko, forse perché è il più
giovane e dinamico o forse perché instancabile nei tentativi di
catturare il suo nemico Diabolik.
Chi è il “brigante” che le
da più fastidio in questo periodo?
A dire il vero ci sono diversi “briganti” che mi preoccupano. Per
mia inclinazione ritengo che
un impegno particolare debba essere profuso nel contrastare
il fenomeno della criminalità diffusa, soprattutto quella
giovanile, che preferisco non chiamare “micro” perché non è
minore ad altre forme di delinquenza.
L’esperienza maturata negli anni tra la gente, ad ascoltare le
esigenze e le preoccupazioni dei cittadini, mi porta a dover
considerare di grande importanza il fenomeno predetto perché
concorre inevitabilmente a generare quel senso d’insicurezza che
noi poliziotti abbiamo il dovere di arginare.
La sensazione di maggiore sicurezza, a mio avviso, passa
attraverso un concetto per così dire moderno della Polizia,
ovvero con un rapporto sempre più aperto e reciproco tra il
cittadino ed il poliziotto. Nel determinare la sensazione di
sicurezza tra i cittadini, ritengo necessario il concorso di tutte
le forze sociali, quali centri d’assistenza sociale, le
circoscrizioni comunali, la scuola, ecc, ognuna impegnata nel
settore di specifica competenza e tutte portate ad interagire tra
loro per il benessere collettivo.
Da piccolo sognava di diventare
commissario?
Si dice che per mantenersi giovani non bisogna smettere di sognare ed io
sogno di diventare …
Fa questo lavoro per il senso
del dovere, per piacere o per il trattamento economico?
Sapevo
di dover rispondere a questa domanda. Mi verrebbe di non dire la
verità, altrimenti chi legge ed è intenzionato ad entrare in
Polizia finisce per cambiare idea. Credo che il lavoro del
poliziotto è fatto di “alti e bassi”, ai momenti di grande
soddisfazione si alternano quelli di profonda delusione ed
amarezza, ma la consapevolezza di non lasciare nulla d’intentato
ci consente di continuare fiduciosi nel nostro cammino. Ritengo
che il lavoro del poliziotto, come per ogni altro tipo di
mestiere, non può dare soddisfazioni se non è svolto con piacere
e motivazione. Indubbiamente richiede tanta disponibilità,
talvolta un vero e proprio spirito di sacrificio, e senso del
dovere.
Cosa pensa della guerra?
Io,
come tanti, ripudio la guerra perché non c’è alcun motivo che
la possa giustificare. Intendo dire che
non solo le guerre dettate da ragioni economiche, ma anche
quelle mosse da motivi etnici e religiosi sono da ripudiare. In
ogni caso si tratta di una sconfitta dell’umanità. Del resto
ogni manifestazione di violenza non può che produrre altro odio e
in questo modo si finisce con lo scatenare un vortice al quale
diventa sempre più difficile mettere fine. |