Anno II - n. 5-6 
Maggio-Giugno 2002 

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Pompei, dopo
il
G
iubileo di Gianfranco Oliviero

Per il Giubileo del 2000, voluto da Giovanni Paolo II, attuale papa della chiesa cattolica, per Pompei furono stanziati diversi miliardi delle vecchie lire, affinché la cittadella religiosa, dedicata alla Madonna del Rosario e costruita dal Beato Bartolo Longo, accogliesse i pellegrini che da ogni dove si sarebbero recati alla basilica per ottenere le indulgenze. Furono progettati e in parte realizzati molti lavori edili di ristrutturazione, di recupero edilizio, di sistemazione di piazze e giardini pubblici e di scambiatori di traffico per auto e bus in vista del grande evento.

Così la Pompei religiosa, città giubilare, poteva divenire un migliore sito d’accoglienza per i pellegrini che in milioni si recano nella città santa in proporzione alla fama che il quadro della Madonna ha.
Una commissione mista tecnico-amministrativa-religiosa fu nominata per ottemperare a tale arduo compito, ma non tutto quello che fu progettato alla fine degli anni ’90 è divenuto lettera scritta. Per la Pompei sacra oggi, 2002, e per milioni di fedeli che la domenica e i giorni feriali ivi vi si recano non sono state edificate tante opere messe in cantiere. Lo stesso discorso dicasi per la città profana, quella relativa ad uno dei più grandi siti archeologici del mondo e cioè gli Scavi. Qualche decennio fa un famoso architetto, Renzo Piano, fu chiamato a redigere un progetto per edificare strutture di ristoro ed accoglienza per i visitatori che in milioni, da tutte le parti del mondo vanno a visitare gli Scavi, in un percorso archeo-turistico che virtualmente collega Napoli ad Ercolano, al Vesuvio e a Sorrento e a Caserta.
La sistemazione dell’ingresso principale con opere in tensostruttura, bar, ristoranti, servizi igienici, shopping e bad and breakfast, previsti ed elaborati nel progetto, non è stata mai approntata e i visitatori entrano da Porta Marina, vicino alla fermata "Villa dei Misteri"della Circumvesuviana.
La sovrintendenza per gli Scavi di Pompei ed Ercolano si dibatte ancora con difficili problemi, per lo più collegati alla gestione del personale addetto alla sorveglianza dei siti archeologici, molto farraginosi e deleteri per il turista. A mio parere Pompei soffre per la mancanza di un adeguato piano turistico-ambientale e culturale che integri il turismo religioso e con quello archeologico-culturale e per la necessità di un più attento monitoraggio degli utenti della cittadella religiosa e degli scavi, anche se fossero un milione all’anno.
Intanto alcuni studiosi portano avanti la conoscenza del sito archeologico di Pompei, realizzando nuove ricerche nel campo del restauro e della scoperta della città che nel 79 d.c. fu seppellita dal Vesuvio.

Lombra
della

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amorra
di C.V.

Il 23 aprile 2001 il presidente del consiglio comunale, Giuseppe La Marca (Diesse) viene arrestato su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia per presunte collusioni con la criminalità organizzata. Il 2 maggio 2001 il sindaco di Pompei, Giovanni Zito, è notificato un avviso di garanzia con un’ipotesi di reato inquietante: associazione per delinquere di stampo camorristico (art. 416 bis del c.p.). Tre giorni dopo presenta le sue dimissioni dalla carica.

Il 21 maggio s’insedia la Commissione d’Accesso inviata dal Prefetto di Napoli con l’incarico di visionare tutti gli atti amministrativi prodotti negli ultimi anni dal governo cittadino ed accertare se l’ombra della camorra ha, realmente, condizionato la vita politica della città del Santuario. Alla fine di circa due mesi di lavoro, sulla base delle conclusioni dei commissari, il Consiglio dei Ministri approva il provvedimento dello scioglimento del parlamentino e degli altri organismi elettivi, con la conseguente sospensione del voto per almeno diciotto mesi.

Un autentico smacco per la città. Che, a fronte della sua storia e dalla fama mondiale legata allo straordinario complesso archeologico ed alla basilica mariana fortemente voluta dal beato Bartolo Longo, si ritrova ad essere etichettata come uno dei comuni in cui l’intreccio politico-affaristico-mafioso ha posto sotto controllo tutti i gangli della vita economica e produttiva; a cominciare dal mercato dei fiori fino ad arrivare agli appalti ed alla fornitura di servizi alla pubblica amministrazione. Un cancro, insomma. Ai residenti il compito di dare, attraverso il voto consapevole, nuova linfa alle istituzioni cittadine.