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P ompei,
dopo
il Giubileo
di
Gianfranco Oliviero
Per
il Giubileo del 2000, voluto da Giovanni Paolo II, attuale
papa della chiesa cattolica, per Pompei furono stanziati
diversi miliardi delle vecchie lire, affinché la cittadella
religiosa, dedicata alla Madonna del Rosario e costruita dal
Beato Bartolo Longo, accogliesse i pellegrini che da ogni
dove si sarebbero recati alla basilica per ottenere le
indulgenze. Furono progettati e in parte realizzati molti
lavori edili di ristrutturazione, di recupero edilizio, di
sistemazione di piazze e giardini pubblici e di scambiatori
di traffico per auto e bus in vista del grande evento.

Così
la Pompei religiosa, città giubilare, poteva divenire un
migliore sito d’accoglienza per i pellegrini che in
milioni si recano nella città santa in proporzione alla
fama che il quadro della Madonna ha.
Una commissione mista tecnico-amministrativa-religiosa fu
nominata per ottemperare a tale arduo compito, ma non tutto
quello che fu progettato alla fine degli anni ’90 è
divenuto lettera scritta. Per la Pompei sacra oggi, 2002, e
per milioni di fedeli che la domenica e i giorni feriali ivi
vi si recano non sono state edificate tante opere messe in
cantiere. Lo stesso discorso dicasi per la città profana,
quella relativa ad uno dei più grandi siti archeologici del
mondo e cioè gli Scavi. Qualche decennio fa un famoso
architetto, Renzo Piano, fu chiamato a redigere un progetto
per edificare strutture di ristoro ed accoglienza per i
visitatori che in milioni, da tutte le parti del mondo vanno
a visitare gli Scavi, in un percorso archeo-turistico che
virtualmente collega Napoli ad Ercolano, al Vesuvio e a
Sorrento e a Caserta.
La sistemazione dell’ingresso principale con opere in
tensostruttura, bar, ristoranti, servizi igienici, shopping
e bad and breakfast, previsti ed elaborati nel progetto, non
è stata mai approntata e i visitatori entrano da Porta
Marina, vicino alla fermata "Villa dei
Misteri"della Circumvesuviana.
La sovrintendenza per gli Scavi di Pompei ed Ercolano si
dibatte ancora con difficili problemi, per lo più collegati
alla gestione del personale addetto alla sorveglianza dei
siti archeologici, molto farraginosi e deleteri per il
turista. A mio parere Pompei soffre per la mancanza di un
adeguato piano turistico-ambientale e culturale che integri
il turismo religioso e con quello archeologico-culturale e
per la necessità di un più attento monitoraggio degli
utenti della cittadella religiosa e degli scavi, anche se
fossero un milione all’anno.
Intanto alcuni studiosi portano avanti la conoscenza del
sito archeologico di Pompei, realizzando nuove ricerche nel
campo del restauro e della scoperta della città che nel 79
d.c. fu seppellita dal Vesuvio. |
L’ombra
della
camorra
di C.V.
Il 23 aprile 2001 il presidente del
consiglio comunale, Giuseppe La Marca (Diesse) viene
arrestato su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia
per presunte collusioni con la criminalità organizzata. Il
2 maggio 2001 il sindaco di Pompei, Giovanni Zito, è
notificato un avviso di garanzia con un’ipotesi di reato
inquietante: associazione per delinquere di stampo
camorristico (art. 416 bis del c.p.). Tre giorni dopo
presenta le sue dimissioni dalla carica.
Il 21 maggio s’insedia la Commissione d’Accesso
inviata dal Prefetto di Napoli con l’incarico di visionare
tutti gli atti amministrativi prodotti negli ultimi anni dal
governo cittadino ed accertare se l’ombra della camorra
ha, realmente, condizionato la vita politica della città
del Santuario. Alla fine di circa due mesi di lavoro, sulla
base delle conclusioni dei commissari, il Consiglio dei
Ministri approva il provvedimento dello scioglimento del
parlamentino e degli altri organismi elettivi, con la
conseguente sospensione del voto per almeno diciotto mesi.

Un autentico smacco per la città. Che, a
fronte della sua storia e dalla fama mondiale legata allo
straordinario complesso archeologico ed alla basilica
mariana fortemente voluta dal beato Bartolo Longo, si
ritrova ad essere etichettata come uno dei comuni in cui l’intreccio
politico-affaristico-mafioso ha posto sotto controllo tutti
i gangli della vita economica e produttiva; a cominciare dal
mercato dei fiori fino ad arrivare agli appalti ed alla
fornitura di servizi alla pubblica amministrazione. Un
cancro, insomma. Ai residenti il compito di dare, attraverso
il voto consapevole, nuova linfa alle istituzioni cittadine. |