Anno II - n. 5-6 
Maggio-Giugno 2002 

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Forza
A
zzurri
di Vincenzo Riccio

D
opo quattro anni, il 31 magio alle 13.30 ritorna l’evento più atteso ed amato dagli appassionati del calcio e non, vale a dire, i mondiali che si disputeranno in Giappone e Corea del Sud, scenderanno in campo la Francia, campione d’Italia contro il Senegal e si giocherà a Seoul (Korea).
A causa del fuso orario, ci toccherà vedere le partite in ufficio, nelle industrie ecc. difatti, si giocheranno nelle ore mattutine, in pratica, alle ore 8.30, 11.00 e 13.30.
L’Italia è entrata nel gruppo G apparentemente facile, incontreremo Ecuador, Croazia e Messico, la prima partita si disputerà alle 13.30.
Guardando gli altri gironi vediamo che ci sono almeno due squadre che non sono arrivate a questa fase del mondiale, cioè la Cina ed il Senegal. Il gruppo più facile dovrebbe essere quello che giocano Brasile, Turchia, Cina e Costa Rica.
Sapevate che per legge in Spagna non si canta l’inno nazionale? Ebbene si, mentre alcuni dei nostri, l’inno preferiscono non cantarlo.
Ricordiamo alcuni cenni di storia, dopo la bellissima vittoria nel 1982, con l’allora amatissimo presidente Sandro Pertini, che ad ogni rete dell’Italia esultava come un tifoso di curva; è calata come una sorte di sfortuna sulla nostra nazionale.
Siamo arrivati sempre ad un passo dalla finale e a disputarla anche, classificandoci terzi o secondi.

Ci hanno eliminati ai calci di rigori, nel 1994 nella finale con il Brasile, poi nelle semifinali con la Francia nel 1998 e nei mondiali del 1990 eliminati dall’Argentina, tra l’altro giocati in Italia.
In tutti questi anni abbiamo avuto calciatori del calibro di Vialli, Chiesa, Schillaci, Del Piero e Roberto Baggio, per i quali le squadre ci invidiano e pagherebbero miliardi per averli.
In questo periodo delle qualificazioni, vedendo alcune partite ho notato che abbiamo un attacco fortissimo. Giusto per fare qualche nome Del Piero, Inzaghi, Montella, Del Vecchio, Totti e Vieri, punte ed attaccanti di assoluto rilievo.
Tuttavia quando nelle partite della fase eliminatoria, si arrivava alla "trequarti di campo" perdevamo la palla per poi subire il contropiede. Malgrado ciò non c’era nessuno che potesse concludere a rete con efficacia; per non parlare della difesa e del centrocampo, così vulnerabili o impacciati.

Tutto sommato non è colpa dei calciatori o dell’allenatore, Giovanni Trapattoni, ma dei club di cui fanno parte i giocatori con un campionato appena trascorso così lungo ed ostico e con infortuni a volte anche gravi.
Comunque saranno andati questi mondiali, la nostra nazionale resta in ogni caso una fra le più forti al mondo, oltre che una fra le più blasonate, con i suoi tre Campionati vinti, e merita di essere sostenuta senza riserve da Pordenone a Siracusa.
Mondiali 2002
di Francesco De Stefano

Ogni quattro anni il Pianeta entra nel "pallone".
Sì, proprio così, le squadre che disputano il torneo, che quest’anno si gioca in Giappone ed in Corea del Sud, catalizzano l’attenzione di milioni di persone e determinano un fenomeno emotivo travolgente d’identità e d’unità nazionale.
Intorno ai mondiali girano elevati interessi economico-sociali ed anche politici, ma l’aspetto sportivo predomina su tutti, e ancor di più i sentimenti e le

passioni sono i veri protagonisti dell’evento mondiale. I giocatori della nazionale diventano ai nostri occhi dei veri eroi e la squadra è il vessillo della propria Terra. E’ l’amor patrio che si risveglia nei nostri cuori e c’inchioda davanti al televisore.
Sì è così, non vi nascondo che anche io come tanti milioni d’italiani ho cantato l’inno di Mameli davanti alla tivù prima della partita d’esordio dell’Italia ai mondiali.
C’è stata un’audience molto elevata in Italia: diciannove milioni di telespettatori con gli occhi incollati allo "schermo magico" a trepidare per i nostri azzurri.
Come italiano sono molto interessato alla sorte della nostra nazionale e provo grande piacere a tifare per essa, sperando che vinca sempre per riprovare l’immensa gioia di ventanni fa.