Anno II - n. 5-6 
Maggio-Giugno 2002 

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Lavoro e   salute
di Cira d’Orsi

1 maggio
festallegra
di Antonio Giordano

Il primo maggio è dal fine ottocento la festa dei lavoratori.
Il realtà essa non è altro che l’emblema delle conquiste fatte nel tempo dai lavoratori. Inoltre essa festeggia tutto il mondo del lavoro, compreso quindi il diritto allo sciopero.

Oggi con i tentativi di revisione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (concernente l’abolizione del licenziamento dei lavoratori solo per giusta causa nelle aziende con più di quindici dipendenti) questa festa assume dei toni più accesi.
Questo è stato particolarmente vero per gli ultimi ventanni, quando sotto i colpi dell’edonismo reaganiano e dopo la corsa ai guadagni facili e spesso illeciti, la classe operaia ha già dovuto incassare la sconfitta dell’abolizione della scala mobile e la conseguente perdita dei punti di contingenza del salario. Come ogni anno il primo maggio, nelle varie città italiane ci sono stati cortei sindacali e manifestazioni dei soggetti sociali, senza stavolta particolari tensioni d’ordine pubblico. Hanno sfilato in piazza anche gli extracomunitari che protestano contro la rigidità delle istituzioni che non consente facilmente di regolare la loro posizione di clandestini. Anche quest’anno si è tenuto in piazza San Giovanni a Roma uno storico concerto che ha visto la partecipazione di migliaia di giovani, spettatori dell’esibizioni di numerosi musicisti, provenienti anche dall’estero.

Il lavoro è una cosa fondamentale nella vita di ognuno di noi, senza di esso il mondo si fermerebbe. Il lavoro ci aiuta a regolare le nostre giornate, ci aiuta a crescere interiormente, ci distrae dai nostri problemi quotidiani, oltre a darci un guadagno economico e magari anche soddisfazione morale.
Io per esempio sono disoccupata e soffro tantissimo, in passato ho fatto dei lavoretti umili per guadagnare qualcosa, ma col tempo non mi sentivo soddisfatta perché erano occasionali e mal pagati.
Due anni e mezzo fa ho avuto una profonda crisi nervosa e il mio dottore mi guarì con psicofarmaci e psicoterapia; dopo un iniziale miglioramento si sviluppò 


 

una forte depressione, curata egregiamente dal mio caro dottore, che ringrazio molto.
Spero che l’ASL faccia un progetto per noi disoccupati. Senza lavorare non ce la faccio più a stare e anche se sono guarita, ho paura di cadere di nuovo nella depressione. Prego Dio che qualcuno di animo buono ci aiuti a trovare lavoro, dandoci così serenità economica e di spirito.

La questione
l
avoro  di Pietro Oliviero

Quando si parla del primo maggio si può parlare della questione del lavoro, essendo però questa una materia ampia e complessa sarà opportuno focalizzare l’attenzione solo su alcuni punti.
Innanzi tutto il perdurare del lavoro nero o sommerso, che da un lato non offre alcuna garanzia al lavoratore e dall’altro sottrae risorse all’erario. Ugualmente centrale è la questione dello sfruttamento del lavoro minorile, aumentato esponenzialmente da quando quasi tutte le multinazionali hanno decentrato la produzione in numerosi paesi del terzo mondo, in cui ai lavoratori sono corrisposti salari di mera sussistenza. E ciò nonostante l’indignazione dell’opinione pubblica internazionale.

In Italia la questione del lavoro s’incentra soprattutto sulla disoccupazione al sud e anche sulla mancanza di sicurezza sul lavoro,  come testimoniano le frequenti cronache di "morti bianche".
In realtà occorre convincersi che il mondo del lavoro appartiene a tutti e quindi le sue problematiche non possono essere trascurate da nessuno di noi.