Anno II
Febbraio 2002 
n. 2

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"A r t e f a t t o"
Quando un’Associazione vuole farsi garante della vicenda umana

di Elvira Pignalosa

La vicenda umana passa, prima di tutto, attraverso la sua cultura. Ma cosa significa fare Cultura? Questa è la domanda alla quale il mondo moderno non riesce a dare una risposta. Ma dare una risposta a questo interrogativo potrebbe significare rispondere ad una serie infinita di istanze sociali che diversamente non troveranno mai chiarimento.
Cultura, non vuol dire costringere tutti ad un accademismo senza contenuti, distinguere quelli che sanno da quelli che non sanno e affidare ai primi il compito di erudire i secondi. Essa è prima di tutto conoscenza attraverso la divulgazione, solo così si superano le diversità, si crea una sensibilità sociale e si raggiunge l’integrazione, a tutti i livelli.
Forse l’Associazionismo può sembrare un fatto superato ai giorni nostri, ma esso può e deve essere recuperato come mezzo di attivazione di un sistema di coesione tra persone, anche differenti, tanto che si faccia promotore della divulgazione di un sapere, e attraverso la sensibilizzazione verso il mondo, recuperi la coscienza al sociale ed induca a comprendere che il rispetto per il proprio ambiente, le proprie diversità culturali, fisiche, antropologiche è l’unica forma di sopravvivenza del genere umano, in un momento storico in cui questi valori sono di fatto secondari al vivere comune.
E’ questo l’enorme sforzo che l’Associazione Artefatto, totalmente no-profit e composta di architetti, artisti, designer, attraverso la grande sensibilità del suo presidente Luigi d’Alessio, sta proponendo di trasmettere sul territorio Porticese, e su tutto il territorio metropolitano.
Attualmente l’Associazione, è impegnata in una serie di iniziative una delle quali ha coinvolto le amministrazioni pubbliche della nostra area metropolitana e la sede ENEA di Portici, iniziative che si pongono come principale obiettivo, l’attivazione di operazioni utili alla divulgazione del concetto di tutela dell’ambiente, delineando, così, uno spirito di ricerca e di progetto che possa accompagnare la vicenda umana verso la presa d’atto che il
rispetto di se stessi passa prima di
tutto attraverso la coscienza del rispetto del proprio ambiente e del 


                       Impianto a pannelli solari all’interno dell’Enea
territorio, per recuperare quel   concetto di "ambiente come teatro delle azioni" agognato dal celebre filosofo Ritter. Sensibile ad un mondo che sbircia l’occhio alla ricerca di possibili utilizzi di fonti energetiche alternative, in particolar modo l’utilizzo della energia solare, l’Associazione, con il sostegno scientifico dell’ENEA di Portici ed il supporto tecnico dell’azienda Elettro Sanno, "ingegneria e tecnologia per l’ingegneria", del dottore Francesco Salomone, ha felicemente concluso da poche settimane un convegno dal titolo: "La Città Solare", attraverso il quale questo gruppo di architetti, designer ed intellettuali, ha voluto aprire un dibattito sulla divulgazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili dell’energia, sul loro concreto utilizzo, e sulla ricerca di possibili nuove forme di integrazione architettonica che possano far superare le diffidenze, anche degli amministratori pubblici, verso l’utilizzo di queste forme alternative di approviggionamento energetico, soprattutto in un momento in cui il governo è impegnato attivamente attraverso forme di finanziamento (vedi il progetto 10.000 tetti fotovoltaici, Comune solarizzato), che il Ministero dell’Ambiente, quello dell’Industria e del Lavoro hanno promosso in favore di tutti i cittadini che intendono rivolgersi al rinnovabile.
L’Associazione ambirebbe con
questo progetto, che assumerà certamente carattere di marchio esportabile in Italia, fare propria la presa d’atto che solo un impegno civile e sociale, che passa attraverso la divulgazione ed il dialogo tra le parti sociali, gli intellettuali e gli

amministratori della cosa pubblica, può, di fatto, aprire nuovi modi di intendere questo cambiamento epocale, che gioco forza ci vede costretti ad abbandonare vecchi modi di vita, che si è visto stanno portando l’intero globo alla deriva.



A coronamento di questa prima difficile, ma bella sfida, in questo momento e fino alla fine di marzo, presso la sede ENEA di Portici è possibile visitare una mostra promossa dalla ISES Italia dal titolo: arte e tecnologie solari, soprattutto rivolta agli allievi delle scuole dell’obbligo, convinti che la sensibilizzazione al nuovo vada avviata già nell’infanzia. Importante è sottolineare che l’Associazione, sta cercando di sperimentare tutte quelle forme di superamento del rapporto tra "cosa fare" e il "come farlo", mettendosi in continuo ascolto con tutte le possibili voci. La sfida finale di questo progetto consiste nella volontà di rimanere formalmente legati al proprio territorio, sebbene si è consapevoli di agire su di un terreno tortuoso, per creare uno strumento nelle mani della collettività, che possa così rendersi attenta e non succube ai continui mutamenti sociali in atto in questo secolo, e si ponga come soggetto attuatore della sua storia e del suo futuro.