Intervista a Domenico Finizia
Direttore
dell’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale del
Mezzogiorno in Portici
di Maurilio Tavormina
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Direttore può darci dei brevi cenni
storici dell’Istituto?
Le origini di quest’istituto sono
molte antiche. Nel luglio del 1806, Sua Maestà Giuseppe
Bonaparte chiamò i più famosi uomini di cultura nelle
scienze economiche e naturali del tempo per unirsi in
società e approfondire le loro studi nei vari rami
della scienza. Nacque così la "Real Società di
Storia Naturale", antisegnana dell’attuale
Istituto Zooprofilattico, riconosciuto Ente Sanitario di
Diritto Pubblico con la legge 503 del 1970 e con
competenza territoriale della Campania e Calabria.
Quali sono le vostre attività di ricerca?
Siamo leader nel settore della
sicurezza alimentare, con ricerche sull’eziologia
delle malattie trasmissibili dagli animali all’uomo,
per prevenirne l’insorgenza e combatterne la
diffusione. A tal fine interveniamo con esami ed analisi
dei campioni di carni e degli altri alimenti di origine
animale, prelevate d’ufficio nel corso d’ispezioni.
Informiamo gli allevatori e diamo consulenza per la
difesa contro le malattie trasmissibili e per il
miglioramento igienico delle produzioni animali.
Purtroppo torna alla ribalta il tema della "mucca
pazza", con il primo caso italiano del morbo di
Creutzfeldt-Jakob ad una giovane |

Carabinieri
Nas mentre verificano la provenienza delle carni bovine |
donna siciliana. Le nostre
carni sono sicure?
L’anagrafe bovina, cioè la provenienza delle
carni, è rispettata.
Procediamo con regolarità a controlli diagnostici ed
abbiamo avuto solo un caso di positività, per un bovino
al di sopra dei 24 mesi, proveniente da Vicenza; ma la
carne in Campania è tranquilla. Rileviamo, talvolta,
ancora tracce d’uso di farine animali proibite e le
segnaliamo regolarmente alla magistratura. Le ricerche
sulla Bse sono confortanti: solo 58 casi su oltre
150.000 controlli, in Italia.
In quali altre ricerche operate?
Esami degli alimenti, ricerche |
farmacologiche (residui antibiotici)
e tossicologiche, analisi dei reflui (feci animali),
inquinamento ambientale (diossina, idrocarburi
policiclici, nitriti, nitrati). Problemi di ecosistema e
di coesistenza animale-uomo, ricerca del Carbonchio
contro il bio-terrorismo.
Ci sono stati casi sospetti di
Carbonchio?
Premesso che le spore si possono
trovare anche nei "campi maledetti", così
detti perché sono state seppelliti nel loro sottosuolo
carogne di animali infetti da Carbonchio ematico, e che
esse possono sopravvivere più di 80 anni, germinare e
diffondersi, non sono stati rilevati casi di
bioterrorismo all’antrace in Italia. |
Cosa
bisogna sapere sulla encefalopatia spongiforme di
Creutzfeldt-Jakob.
* La causa: la variante umana del morbo della
"mucca pazza" è determinata da proteine
alterate, i prioni, che passando dal sistema linfatico
al sangue e al cervello, infettano e alterano i prioni
sani dello stesso.
* I danni: queste proteine accumulatesi, riempiono di
buchi il cervello, come se fosse una spugna.
* Sintomi: disturbi neurologici vari, movimenti
involontari, difficoltà a camminare, depressione,
ansia, confusione mentale e demenza.
* Diagnosi: certa solo con l’esame istologico del
tessuto cerebrale, dopo la morte del paziente. Meno
certa, con la risonanza magnetica e con la biopsia alle
tonsille.
* I casi: oltre un centinaio, 114 in Gran Bretagna (106
deceduti), 4 in Francia, 1 in Irlanda e 1 in Italia. |

Istituto Zooprofilattico Sperimentale del
Mezzogiorno,Portici via Salute 2 |
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