Anno II
Febbraio 2002 
n. 2

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Intervista  a Domenico Finizia
Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno in Portici

di Maurilio Tavormina

   

Direttore può darci dei brevi cenni storici dell’Istituto?

Le origini di quest’istituto sono molte antiche. Nel luglio del 1806, Sua Maestà Giuseppe Bonaparte chiamò i più famosi uomini di cultura nelle scienze economiche e naturali del tempo per unirsi in società e approfondire le loro studi nei vari rami della scienza. Nacque così la "Real Società di Storia Naturale", antisegnana dell’attuale Istituto Zooprofilattico, riconosciuto Ente Sanitario di Diritto Pubblico con la legge 503 del 1970 e con competenza territoriale della Campania e Calabria.


Quali sono le vostre attività di ricerca?

Siamo leader nel settore della sicurezza alimentare, con ricerche sull’eziologia delle malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, per prevenirne l’insorgenza e combatterne la diffusione. A tal fine interveniamo con esami ed analisi dei campioni di carni e degli altri alimenti di origine animale, prelevate d’ufficio nel corso d’ispezioni. Informiamo gli allevatori e diamo consulenza per la difesa contro le malattie trasmissibili e per il miglioramento igienico delle produzioni animali.


Purtroppo torna alla ribalta il tema della "mucca pazza", con il primo caso italiano del morbo di Creutzfeldt-Jakob ad una giovane


  Carabinieri Nas mentre verificano la provenienza delle carni bovine

 donna siciliana. Le nostre carni sono sicure?

L’anagrafe bovina, cioè la provenienza delle carni, è rispettata. Procediamo con regolarità a controlli diagnostici ed abbiamo avuto solo un caso di positività, per un bovino al di sopra dei 24 mesi, proveniente da Vicenza; ma la carne in Campania è tranquilla. Rileviamo, talvolta, ancora tracce d’uso di farine animali proibite e le segnaliamo regolarmente alla magistratura. Le ricerche sulla Bse sono confortanti: solo 58 casi su oltre 150.000 controlli, in Italia.

In quali altre ricerche operate?

Esami degli alimenti, ricerche

farmacologiche (residui antibiotici) e tossicologiche, analisi dei reflui (feci animali), inquinamento ambientale (diossina, idrocarburi policiclici, nitriti, nitrati). Problemi di ecosistema e di coesistenza animale-uomo, ricerca del Carbonchio contro il bio-terrorismo.

Ci sono stati casi sospetti di Carbonchio?

Premesso che le spore si possono trovare anche nei "campi maledetti", così detti perché sono state seppelliti nel loro sottosuolo carogne di animali infetti da Carbonchio ematico, e che esse possono sopravvivere più di 80 anni, germinare e diffondersi, non sono stati rilevati casi di bioterrorismo all’antrace in Italia.

Cosa bisogna sapere sulla encefalopatia spongiforme di Creutzfeldt-Jakob.
* La causa: la variante umana del morbo della "mucca pazza" è determinata da proteine alterate, i prioni, che passando dal sistema linfatico al sangue e al cervello, infettano e alterano i prioni sani dello stesso.
* I danni: queste proteine accumulatesi, riempiono di buchi il cervello, come se fosse una spugna.
* Sintomi: disturbi neurologici vari, movimenti involontari, difficoltà a camminare, depressione, ansia, confusione mentale e demenza.

* Diagnosi: certa solo con l’esame istologico del tessuto cerebrale, dopo la morte del paziente. Meno certa, con la risonanza magnetica e con la biopsia alle tonsille.
* I casi: oltre un centinaio, 114 in Gran Bretagna (106 deceduti), 4 in Francia, 1 in Irlanda e 1 in Italia.



Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno,Portici via Salute 2