Anno II
Febbraio 2002 
n. 2

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L’omeopatia e l’influenza
Proviene dall’Est, si diffonde grazie agli allevamenti di maiali ed anatre.
Come si cura?
Ma naturalmente con l’Aconitum napellus, con l’Arnica o con la Bryonia
di Marisa Santoianni

E’ una delle infezioni più diffuse sul nostro pianeta e ogni anno, da gennaio a marzo, colpisce almeno quattro milioni d’italiani.

            

Eppure le sue origini sono sconosciute ai più.
Parliamo dell’influenza, scatenata da un virus che ha la sinistra capacità di variare continuamente (rendendo così inutili i vaccini preparati da qualche tempo) e che, quasi sempre, ha un nome asiatico: il "virus di Hong Kong", l’"asiatica", la "taiwanese", la "pechinese"... Non a caso, giacché la malattia nasce dagli innumerevoli "allevamenti integrati" diffusi nell’estremo oriente.
Il serbatoio naturale del virus dell’influenza di tipo A, sono le anatre che insieme ai maiali popolano questi allevamenti, in cui gli escrementi provenienti da una specie animale sono utilizzati come fertilizzante per produrre cibo destinato ad un’altra specie. Questo trasforma il maiale in una sorta d’incubatrice per nuovi tipi di virus. Periodicamente, una variante di questi si trasmette all’uomo e da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta tentando di ridurre il numero di questi allevamenti temendo il riproporsi di una nuova terribile epidemia influenzale come quella, conosciuta in Italia come "la spagnola", che nel 1918 uccise ventuno milioni di persone.
Ma lasciamo gli epidemiologi ai loro studi e interessiamoci della domanda che sorge spontanea leggendo il titolo di questo breve articolo: cosa prescrive la medicina omeopatica per curare l’influenza? In effetti, non è possibile dare una risposta sintetica poiché, per la medicina omeopatica,
al di là dei sintomi "classici" dell’influenza (febbre, cefalea, astenia...) ve ne sono altri che possono definire un "quadro clinico" molto più preciso.Sbirciamo insieme un trattato di terapia omeopatica. Se

il paziente"influenzato" è ansioso, agitato e, soprattutto, se ha una sete spiccata per grandi quantità d’acqua fredda, il rimedio potrebbe essere l’Aconitum  dell’attenzione non è la malattia ma la globalità del quadro presentato dal paziente e anche dettagli apparentemente insignificanti, quali, ad esempio, la sua preferenza per determinati sapori o temperature, l’espressione del volto, il carattere... hanno grande importanza nell’individuazione del "tipo".
La stessa individuazione della causa che ha scatenato l’influenza (l’esposizione a vento freddo, uno scatto d’ira, un pasto abbondante...) può servire a definire il "tipo"

 omeopatico e quindi il farmaco da somministrargli.
Il virus, infatti, è solo la concausa dello sca tenarsi del morbo e il compito della medicina omeopatica non è aggredire il microrganismo "patogeno", ma suscitare nell’individuo, quegli stimoli che gli permetteranno di incamminarsi sulla strada della guarigione. Del resto, per fare nostre le parole di Hanemann, il fondatore dell’Omeopatia, "La medicina cura, la natura guarisce".
Ma, tornando al titolo dell’articolo, come proteggersi dall’influenza? Per la medicina allopatica la risposta sta nei vaccini. E per l’Omeopatia? Ne parleremo un’altra volta.