I mille
riti nascosti nella abituale cerimo
nia gastronomica dell’ultimo dell’anno.
Capodanno
è ormai passato. Tuttavia fermar1si a riflettere sulle cerimonie
ed i riti che lo accompagnano può aiutare a rendere il vero senso
di questa ricorrenza.
Capodanno rievoca nella nostra mente concetti quali la
solidarietà e la fratellanza data la stretta connessione
temporale con il Natale, che ci fa gustare la felicità e la gioia
per la possibilità di riunire famiglie e amici, oppure rimanda ad
un senso di candore e di purificazione per la presenza di
temperature rigide assieme alla neve. Ci richiama, soprattutto, ai
piaceri della buona tavola. Ci sembra pertanto doveroso dedicare
un articolo ad un aspetto particolare del Capodanno, e cioè alla
relazione che intercorre fra tale festività, il cibo e i riti
propiziatori connessi a quest’ultimo. Forse non tutti sanno che
l’abitudine al cenone di San Silvestro è di recente
acquisizione; anticamente era una vigilia, veglia di spiriti, di
affetti, di armi (d’inverno non si combatteva, ma durante questa
notte le armi venivano messe in mostra, affinché ricevessero i
"buoni presagi" dell’anno nuovo, per il momento in cui
sarebbero state usate in primavera).
Occorreva mangiare cibi che producessero rumore, dal carattere
scoppiettante, tale da interrompere - almeno momentaneamente - i
pensieri quotidiani: ecco allora le castagne arrostite,
accompagnate da vino rosso caldo o aromatizzato con alloro o
ginepro, capace di far "buon sangue" e di rendere immuni
dai malanni; o ancora cibi, dal carattere sfrigolante, preparati
nell’olio o nello strutto.
Il piatto tradizionale del pranzo del nuovo anno è il brodo,
magicamente legato ai quattro elementi vitali: all’acqua, al
fuoco, alla terra e all’aria; a tale piatto sono attribuite
proprietà tonificanti e purificatorie.
Fra i cibi ai quali vengono riconosciuti effetti beneaugurati la
biblica lenticchia assume diversi significati.
Quello più antico è il cambiamento di status, sia sociale, sia
economico:
grazie a quest’umile legume l’astuto Giacobbe toglie ad Esaù,
primogenito |
La
tavola e la tradizione: atmosfera da favola |
ma
incapace di avvertire le variazioni dell’epoca, il diritto di
essere capo e depositario del patto con Dio. La sua forma rotonda
e il colore del rame brunito (le monete erano fatte con questo
metallo) auspicano il contare molti soldi durante l’anno che sta
per iniziare e, perciò, l’approssimarsi di una sperata
ricchezza. Il rito magico del contare è positivo ma bisogna che
non si contino i soldi;
per la legge magica del contrappasso, significa che, durante l’anno,
saremo in ristrettezze.
Fra le verdure più utilizzate per il cenone di fine anno,
soprattutto nella tradizione napoletana, occorre ricordare il
cavolo, come anche la verza e la rapa, rosso o nero: ha funzioni
di buon auspicio per future nascite; i bambini, infatti, nei paesi
mediterranei, non vengono aviotrasportati dalle cicogne ma si
trovano, preferibilmente, sotto i cavoli.
Ci si chiede anche perché il cibo grasso assuma grande importanza
in un’occasione che, già di per sé, predispone
verso un notevole numero di piatti. Tale tipo di cibo è
simbolo dell’abbondanza, della |
bellezza,
della prosperità e, per tale motivo, nel menu di questo giorno
non potrà mancare il maiale, sublimato negli insaccati cotti
quali i cotechini e gli zamponi.
Il sapore dolce è, anch’esso, fondamentale in tale ricorrenza;
la pasta dolce o salata, da friggere nell’olio e ricoprire di
miele, frutta secca e confetti di zucchero colorati, spesso d’oro
e d’argento, è il massimo di tutti i rituali propiziatori.
Per finire, non bisogna dimenticare l’importanza che riveste il
rito dell’apparecchiare la tavola: i lini bianchi dovrebbero
contenere almeno un filo d’oro o d’argento, propiziatore anch’esso
di ricchezza, così come è indispensabile un tocco di rosso, per
scacciare il malocchio, e le indispensabili luci naturali, le
candele, in sostituzione dell’ormai non utilizzabile nei nostri
appartamenti, ceppo delle feste, per infondere luce e gioia nelle
nostre case per tutta la durata dell’anno che nasce. |