Anno II
n. 1 - Gennaio 2002 

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Il senso della tradizione
di Eugenio Nemoianni

I mille riti nascosti nella abituale cerimo
nia gastronomica dell’ultimo dell’anno.

Capodanno è ormai passato. Tuttavia fermar1si a riflettere sulle cerimonie ed i riti che lo accompagnano può aiutare a rendere il vero senso di questa ricorrenza.
Capodanno rievoca nella nostra mente concetti quali la solidarietà e la fratellanza data la stretta connessione temporale con il Natale, che ci fa gustare la felicità e la gioia per la possibilità di riunire famiglie e amici, oppure rimanda ad un senso di candore e di purificazione per la presenza di temperature rigide assieme alla neve. Ci richiama, soprattutto, ai piaceri della buona tavola. Ci sembra pertanto doveroso dedicare un articolo ad un aspetto particolare del Capodanno, e cioè alla relazione che intercorre fra tale festività, il cibo e i riti propiziatori connessi a quest’ultimo. Forse non tutti sanno che l’abitudine al cenone di San Silvestro è di recente acquisizione; anticamente era una vigilia, veglia di spiriti, di affetti, di armi (d’inverno non si combatteva, ma durante questa notte le armi venivano messe in mostra, affinché ricevessero i "buoni presagi" dell’anno nuovo, per il momento in cui sarebbero state usate in primavera).
Occorreva mangiare cibi che producessero rumore, dal carattere scoppiettante, tale da interrompere - almeno momentaneamente - i pensieri quotidiani: ecco allora le castagne arrostite, accompagnate da vino rosso caldo o aromatizzato con alloro o ginepro, capace di far "buon sangue" e di rendere immuni dai malanni; o ancora cibi, dal carattere sfrigolante, preparati nell’olio o nello strutto.
Il piatto tradizionale del pranzo del nuovo anno è il brodo, magicamente legato ai quattro elementi vitali: all’acqua, al fuoco, alla terra e all’aria; a tale piatto sono attribuite proprietà tonificanti e purificatorie.
Fra i cibi ai quali vengono riconosciuti effetti beneaugurati la biblica lenticchia assume diversi significati.
Quello più antico è il cambiamento di status, sia sociale, sia economico:
grazie a quest’umile legume l’astuto Giacobbe toglie ad Esaù, primogenito

La tavola e la tradizione: atmosfera da favola

ma incapace di avvertire le variazioni dell’epoca, il diritto di essere capo e depositario del patto con Dio. La sua forma rotonda e il colore del rame brunito (le monete erano fatte con questo metallo) auspicano il contare molti soldi durante l’anno che sta per iniziare e, perciò, l’approssimarsi di una sperata ricchezza. Il rito magico del contare è positivo ma bisogna che non si contino i soldi; per la legge magica del contrappasso, significa che, durante l’anno, saremo in ristrettezze.
Fra le verdure più utilizzate per il cenone di fine anno, soprattutto nella tradizione napoletana, occorre ricordare il cavolo, come anche la verza e la rapa, rosso o nero: ha funzioni di buon auspicio per future nascite; i bambini, infatti, nei paesi mediterranei, non vengono aviotrasportati dalle cicogne ma si trovano, preferibilmente, sotto i cavoli.
Ci si chiede anche perché il cibo grasso assuma grande importanza in un’occasione che, già di per sé,
predispone verso un notevole numero di piatti. Tale tipo di cibo è simbolo dell’abbondanza, della

bellezza, della prosperità e, per tale motivo, nel menu di questo giorno non potrà mancare il maiale, sublimato negli insaccati cotti quali i cotechini e gli zamponi.
Il sapore dolce è, anch’esso, fondamentale in tale ricorrenza; la pasta dolce o salata, da friggere nell’olio e ricoprire di miele, frutta secca e confetti di zucchero colorati, spesso d’oro e d’argento, è il massimo di tutti i rituali propiziatori.
Per finire, non bisogna dimenticare l’importanza che riveste il rito dell’apparecchiare la tavola: i lini bianchi dovrebbero contenere almeno un filo d’oro o d’argento, propiziatore anch’esso di ricchezza, così come è indispensabile un tocco di rosso, per scacciare il malocchio, e le indispensabili luci naturali, le candele, in sostituzione dell’ormai non utilizzabile nei nostri appartamenti, ceppo delle feste, per infondere luce e gioia nelle nostre case per tutta la durata dell’anno che nasce.