Anno II
n. 1 - Gennaio 2002 

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La storia
di
Torre del G
reco
di Maria Pasqua Di Donna

 

Nei secoli immutata
La festa
dei
quattro altari
di Maria Scognamiglio

La festa dei 4 Altari ha antichissime tradizioni, si celebrava agli inizi del 600 a Napoli, in Largo del Castello (oggi piazza Municipio), e successivamente fu tramandata e custodita a Torre del Greco. Allora i 4 altari simboleggiavano i 4 continenti. Nel 1699 la festa, celebrata nel giorno del Corpus Domini divenne importante per i Torresi non solo per motivi religiosi, ma anche per il festeggiamento del loro riscatto dalla baronia feudale.
I 4 altari raffigurano un mistero religioso, come allora, si gareggia nella costruzione di quello più alto e ai loro piedi sono poste piante e fiori. I tappeti, altra caratteristica della festa, erano fatti con petali di fiori messi sulle strade, oggi sono realizzati con segatura colorata e sono custoditi nelle chiese e rappresentano quadri sacri in stile barocco.
Altri elementi che arricchiscono la festa sono le luminarie, le mostre di pittura, di scultura e d’incisione su conchiglie e coralli, gli spettacoli teatrali e canori. Le festività si concludono allegramente al porto con dei meravigliosi fuochi d’artificio.

Ricordo con piacere l’ultima festa, la gran confusione in strada, l’allegria dei giovani e dei bambini, l’espressione attenta e nostalgica degli anziani, la bravura e l’affabilità dei "marocchini" nel mercanteggiare maschere, tamburi e statuine di legno del loro paese. Nell’aria c’era un forte profumo d’incenso misto all’essenze di profumi orientali. Mi sentivo coinvolta e in sintonia con l’atmosfera di festa, contenta di parteciparvi e di vincere così la mia solitudine.

Dall’antica Turris Octava alla città odierna, passando attraverso numerose eruzioni vulcaniche: un breve viaggio nella storia gloriosa e sofferta della cittadina vesuviana.

Tra il Vesuvio e il mare, distesa al centro del golfo di Napoli, tra Ercolano e Pompei, Torre del Greco con i suoi centomila abitanti, è la prima città non capoluogo della Campania e la terza città dopo Napoli e Salerno.
Le sue origini risalgono all’epoca romana. Chiamata "Turris Octava", si pensa, per la costruzione di una torre di difesa dalle incursioni saracene che distava otto miglia da Napoli fatta costruire da Federico II di Svevia.
L’attuale denominazione di -Torre del Greco- si ha dal 1324; alcune leggende fanno derivare l’origine del nome al soggiorno di un eremita greco, che, stabilitesi alle pendici del Vesuvio, impiantò e curò la coltivazione d’uve greche, da cui traeva un eccellente vino.
Il 18 maggio1699, i torresi si riscattarono dal dominio feudale pagando un tributo di 106.000 ducati alla Regia Corte di Spagna, avvalendosi dello Jus praelationis.
Si pensa che il riscatto baronale fu pagato dai torresi anche allo scopo di porre fine allo "jus primae noctis", un tipo di sopraffazione barbara che dava il diritto al barone di congiungersi con la sposa, il giorno delle nozze, prima dello stesso marito. Bisogna comunque precisare che: in primo luogo, il feudalesimo, con le sue leggi usanze e costumi, non fu solo un fenomeno torrese, ma generale. In secondo luogo, nessun barone passò la prima notte con le spose torresi, ma era un diritto riservato ai soldati che in determinati casi e dietro alcune regole gerarchiche si sottoponevano a questa sorte di "convenzione".
Nel XVIII secolo la città ebbe uno straordinario sviluppo economico dovuto in gran parte alla pesca del corallo. I torresi con una flottiglia di

circa quattrocento barche (coralline) intensificarono la pesca del corallo, già praticata fin dal 1500 in tutto il Mediterraneo fino alle coste dell’Africa, tanto che Torre del Greco fu definita: "la spugna d’oro del Regno".
Alla fine del ‘700, i torresi cominciarono a lavorare il corallo unitamente alle conchiglie ed alla tartaruga, ed oggi la città è conosciuta come "la capitale mondiale del corallo". Notevole la sua produzione di gioielli in oro e con pietre preziose. Nel 1841 fu ripristinato il porto migliorando notevolmente i contatti commerciali.
Nel 1631 prima dell’eruzione, Torre del Greco contava come popolazione poco più di quattromila anime. Veramente né l’Ottava e né la festa dei Quattro Altari nacquero quando i torresi cacciarono il barone, perché le due celebrazioni religiose già esistevano, però proprio credendo ciò, il popolo era più attaccato alla festa. Fu proprio l’eruzione del 1794 a determinare con la conseguente distruzione della chiesa di Santa Croce, e di quasi tutta la città, ed ancora gli avvenimenti sanguinosi del 1799 dovettero aprire una lunga parentesi di vuoto nella celebrazione dei festosi festeggiamenti esteriori.
I nostri avi non avevano tempo e modo di pensare al primo centenario del riscatto in un tempo in cui camminavano scalzi sugli spuntoni di roccia e molti di loro avevano perduto tutto, e non avevano forse nemmeno un tetto. Più saggi di noi certamente, guidati e spronati da un santo, il nostro "Vicenzo Romano", pensavano alla ricostruzione della chiesa e della città.
Si dice che i torresi, trapiantarono viti delle loro terre nella plaga vesuviana producendo un vinello molto gradito alla regina Giovanna. Torre del Greco è famosa inoltre per la produzione artistica dei "pastori" da presepe in stile settecento napoletano e in corallo. Altre attività importanti sono la floricoltura in serre (in particolare garofani e gerbere), la cantieristica navale, l’antiquariato e la ristorazione, con oltre cento esercizi tra ristoranti, pizzerie e pub.
Il nostro è un gran bel paese, vogliamogli bene rispettandolo.