Anno II
n. 1 - Gennaio 2002 

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Europrevisioni di Salvatore Barone
Dalla lira al cetriolo passando per l’Euro

1. La notte di capodanno fu un incubo, per Gennaro Pagliarone. E stavolta non per i fuochi d’artificio che, da buon padre di famiglia, gli avevano sempre procurato. No, stavolta la preoccupazione maggiore era per ciò che poteva succedere al mattino, quando avrebbe dovuto cominciare ad avere a che fare ufficialmente con gli Euro, nel suo negozio di pasticciere al Rettifilo.
2. La signora Emma fu la prima cliente. Dopo gli auguri di buon anno, chiese 12 babà giganti per i suoi cinque familiari e i sette ospiti. Davanti alla cassa, la signora Emma aprì la borsetta, ne trasse il bel portafoglio maschile, che era stato di suo padre, lo aprì e tirò fuori una delle due banconote che vi erano contenute, quella da cinquantamila lire, porgendola al signor Gennaro. Il signor Gennaro guardò la banconota, poi alzò gli occhi verso quelli della signora e atteggiò il viso in una espressione di leggera sorpresa, come a chiedersi come mai la signora ... La signora non avesse preso dal portafoglio la banconota in euro, visto che, egli l’aveva intravista, c’era pure quella.
3. Fu così che il 6 gennaio donna Celestina del vico Campagnari mise, sulla sua bancarella di dolciumi vari, anche le caramelline da una lira, questa volta un po’ più piccole di quelle usate negli anni Sessanta, ma dello stesso valore, appunto: 1 lira.
4. Per lo stesso motivo, ricomparvero le cinque lire, le dieci lire, le venti lire in tutti i negozi e nei borsellini di tutte le donne e di qualche uomo. L’uomo si piccava, in genere, di non badare agli spiccioli.
5. Verso il quindici di febbraio anche il presidente della Cooperativa Alisette si trovò a fare i conti con questa nuova realtà: pagare gli stipendi in euro, in lire o in materia prima. Siccome s’era appena sposato e aveva un sacco di regali di nozze inutili, scelse una strada di mezzo: pagò con lire, euro e regali di nozze. A Caterina toccarono alcune migliaia di lire, qual che euro e un lampadario a sette luci ancora imballato, che imballato sarebbe rimasto, visto che lei aveva tutte lampade a parete; a Maria Grazia, oltre i soldi, un paio di guantiere d’argento che si aggiungevano alle sedici che aveva racimolato nel recente suo matrimonio; a Cinzia toccò prendere 2 quadri moderni che non le piacevano e un servizio da the che non avrebbe mai usato, perché non le piaceva quella bevanda; a Giovanni andarono a finire 6 pastori di bronzo del maestro Arfè che lui odiava; Antonio ricevette un completo da notte maschile di flanella grigia firmato, stoffa che da piccolo gli faceva sempre venire il prurito; Marco si beccò il servizio di piatti da 12, regalo della zia di Ornella che proprio non lo poteva vedere (il servizio) e che, aveva

già deciso, avrebbe usato al posto dei piatti di plastica per servire i toast al Gattablu; Rosa dovette accettare la culla di legno bianco (Pasquale e Ornella ne avevano ricevute tre) che affiancò alle altre cinque che già aveva, ma non se ne dispiacque perché... "Vabbè, chiste so’ fatte d’ ‘e suoie..."
6. Dopo un paio di settimane di siffatto andazzo (le cose stavano andando nello stesso modo in tutta Italia), il governo fu costretto a prendere una drastica decisione: rinviare la scadenza della validità della lira.
Questo provvedimento provocò, a sua volta, una serie di reazioni a catena inaspettate e incontrollabili: scomparvero le lire dalla circolazione monetaria in Italia, e anche di euro se ne videro sempre di meno.
Donna Celestina del Mercato incrementò a dismisura i suoi affari, aprendo in pratica un megamercato all’aperto, dove si scambiava di
tutto, dalla pasta al pane, dai vestiti alle biciclette, dagli anelli d’oro alle scarpe. Altri mercati sbucarono un  po’ dappertutto a Napoli e in tutte le grandi città, e di soldi e monete, in

lire e in euro, se ne videro sempre di meno.
7. La situazione non era molto diversa negli altri paesi della Comunità Europea. Il contante era praticamente scomparso dalla circolazione e l’euro lo maneggiavano solo pochi banchieri i quali, però, pure loro cominciavano ad avere difficoltà di approvvigionamento. I ristoranti non facevano più credito nemmeno attraverso le carte di credito, le mogli o le governanti non riuscivano più a fare la spesa, i figli non potevano più comprare l’ultima versione elettronica di monopoli e così via. Aumentarono a dismisura i pescatori e pure in Spagna le fonti di maggiore approvvigionamento per mangiare diventarono, per moltissime famiglie, la pesca e l’agricoltura, oltre che la pastorizia.
8. E il racconto potrebbe continuare...
Ma chi ha capito ha capito e chi non ha capito "beato a isso".

 Fine dicembre Duemila e 1