Anno I
Dicembre 2001 
n. 4

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L’attentato negli U.S.A. di Lucio Bonelli


      Attacco alle Torri gemelle
C
olpire la super potenza, forse, è il massimo delle aspirazioni per un terrorista che voglia passare al protagonismo, non per la sua identità, ma per l’atto che ha compiuto.
Questo la dice lunga sulla schizofrenia di quelle persone che si battono per avere ragione e non per vincere come si addice ad un vero
soldato, che combatte in una guerra. Essi, infatti, sono anche dei sostenitori di una causa, quella del terrore.
Essi non potranno mai spuntarla, perché la reazione della gente di fronte a questi atti è univoca, ed è quella di colpire il nemico, che solo per un certo numero di giorni è invisibile, ma poi si rivela per quello che è: una mente sola

 ed isolata, e scusate il gioco di parole. La solitudine, alimentata dal fanatismo religioso, induce a questo tipo di monomania.
La mentalità americana è pragmatica, e distingue le cose complicate da quelle semplici e risolvibili. Il fanatismo religioso comporta un modo di pensare intransigente, non scisso dal dogma, in senso lato o integrale, è un modo di vivere ostinato e cieco con il proprio credo religioso e politico.
Gli USA non hanno tardato nella reazione, così com’è già avvenuto in passato nella seconda guerra mondiale contro i giapponesi, ottenendo però anche l’alleanza militare di tante nazioni e la solidarietà di tutto il mondo con una ferma condanna al terrorismo.



                  L'apocalisse a New York



I resti scheletrici di una delle due Torri gemelle