Anno I
Dicembre 2001 
n. 4

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I mal  di testa  della Terra

Il rapporto 2001
del Worldwatch
Institute
evidenzia i pericoli
per l’ecosistema globale del
"Pianeta Azzurro"


I numeri

Perdite economiche per disastri ambientali dal 1995 al 1999: 918 miliardi di dollari, 2,5% del PIL dei paesi ricchi e 14% del PIL di quelli poveri. Crescita del prodotto mondiale lordo dal 1950 al 2000: da 6.300 miliardi a 42.000 miliardi di dollari. 2,8 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Automobili in circolazione: 520 milioni. Tonnellate di carbonio aggiunte all’atmosfera dal 1750: 271 miliardi.

La
interpretazione

Il mondo è più popolato, affollato, e più inquinato; aumenta il divario fra paesi ricchi e paesi poveri. I sistemi naturali sono profondamente modificati, e gli equilibri sociali sono molto più instabili. E dato che sostenibilità ecologica e giustizia sociale sono le due facce della stessa medaglia, sarà indispensabile un riequilibrio della distribuzione delle risorse: chi deve risalire la china della povertà può essere tentato di non badare troppo al sottile in fatto d’impatto ambientale dei propri sistemi produttivi.
Sarà altresì indispensabile un governo almeno integrato delle risorse naturali, che vada in direzione della salvaguardia della natura e si orienti verso fonti d’energia pulite e rinnovabili.

La fonte

            Pampas argentina

"State of the World 2001" è l’ultima edizione del rapporto che il Worldwatch Institute, il più prestigioso istituto di ricerca in materia ambientale, pubblica annualmente. Quella di quest’anno è particolarmente significativa, perché cade giusto a dieci anni dal grande summit della terra, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992. Il libro è stato tradotto in 30 lingue.


      Inquinamento ambientale

Per chi vuole
approfondire

Worldwatch Institute, Lester R. Brown ed altri, STATE OF THE WORLD ’01 (Stato del pianeta e sostenibilità ambientale - Rapporto annuale), edizione italiana a cura di Gianfranco Bologna, Edizioni Ambiente.

Ambiente
e Pigrizia

di V
incenzo Riccio
E
’ bello vedere città senza traffico, più aiuole
e parchi giochi. Qui nell’hinterland napoletano non è così.
Nelle nostre città anche per comprare una sciocchezza si va in moto o addirittura in auto, senza parlare poi del sabato e della domenica, le strade sono intasate d’automobili e si respira smog, gas di scarico, benzene ed altro con grave danno per la nostra salute. Se ci fossero più autobus elettrici e i "signori" si degnassero di usufruirsene senza pensare troppo alle comodità e se avessimo più treni, non ci sarebbero code chilometriche sulla costiera sorrentina e l’aria sarebbe meno inquinata.
Per l’ambiente si fa poco, anzi troppo poco, basti pensare a quanti incendi d’origine dolosa, sul Vesuvio e sugli altri monti campani, puntualmente avvengono ogni anno, arrecando grave danno oltre alla flora e alla fauna locale, anche al polmone d’ossigeno naturale. La cosa che più fa rabbia, poi, è l’ottusità di chi ci governa: i nostri politici fanno pochi progetti, perlopiù datati o non attuabili sul territorio.
Adesso passiamo alla pigrizia. E’ vero che chi ci governa, non ci sta vicino, ma, specie in questi mesi, che c’è stata l’emergenza rifiuti, si vedevano cassonetti per la raccolta differenziata vuoti e buste di bottiglie sopra a cumuli d’immondizia d’ogni genere. Noi cittadini siamo molto pigri; quando non abbiamo il cassonetto sotto casa non vogliamo camminare nemmeno pochi metri, per depositare i rifiuti riciclabili (vetro, plastica e alluminio) negli appositi contenitori.
I miei umili consigli sono: di gettare le bottiglie di plastica, il vetro e le lattine negli appositi cassonetti, anche se fossero lontani. E, vedendoli pieni, si potrebbe tenere i rifiuti riciclabili temporaneamente in casa, tanto non sono maleodoranti.
L’assessore all’igiene potrebbe imporre ai negozianti di non depositare i cartoni tutti i giorni in strada e prevedere sanzioni per chi non rispetta le regole. E, se non ci fosse personale sufficiente per il controllo, lo si potrebbe assumere anche part-time.