I
numeri
e la Psichiatria |
Grazie
di cuore
C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Un motto
"francescano" che ben si attanaglia
C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Un
motto "francescano" che ben si attanaglia ad un piccolo
grande gesto di solidarietà, che ha per protagonisti Giulio
Esposito e la Concessionaria Auto Mary. Dimostrando una non comune
sensibilità verso le problematiche della riabilitazione psichica,
e con l’auspicio di dare un apporto più concreto delle solite,
inconsistenti, chiacchiere, hanno donato alla cooperativa sociale
"Lyuba" un pulmino del tipo Wolkswagen, che consentirà
ai soci di poter meglio attendere ai compiti istituzionali.
Inutile descrivere la gioia dei destinatari che, d’ora in avanti
- e ne avevano sicuramente bisogno, visti i sacrifici che sono
stati chiamati a fare, pur di portare avanti il loro discorso di
speranza - potranno utilizzare un mezzo di trasporto più consono
alle loro esigenze e, soprattutto, utile per gli spostamenti
"di massa", in quanto provvisto di ben nove posti a
sedere.
L’ennesima tessera, quest’ultima, di un mosaico che si va pian
piano completando. E dal quale emerge in maniera abbastanza chiara
(per non dire confortante, ndr) l’immagine di un gruppo solido
che, con l’aiuto dei suoi "angeli custodi", si
appresta ad entrare nel mondo del lavoro nella consapevolezza di
portare un contributo del tutto nuovo in termini d’esperienza e
condivisione.
Di fronte a tutto questo, cercando, nei limiti del possibile, di
non incorrere nei meandri della retorica, non si può che
pronunciare un’unica e semplice parola: Grazie!
*Presidente
della Cooperativa
"Lyuba" - Onlus
Pompei
|
Napoli
26 novembre 2001, ore diciassette: Palazzo Serra di Cassano, sede
dell’Istituto italiano per gli studi filosofici, ma soprattutto
luogo della memoria della Rivoluzione democratica del 1799, la
rivoluzione partenopea, il luogo adatto per presentare il volume
del dottor Walter Di Munzio "Da internati ad Utenti",
dove si parla della malattia mentale e sono raccolti dati
significativi su quanto oggi si fa da parte dei Centri di Salute
Mentale per assistere in maniera residenziale i malati di mente. E
appare appropriato ed efficace anche il modo in cui il prof.
Sergio Piro introduce i relatori, richiamando l’attenzione dei
presenti sull’impegno sempre dimostrato dalla psichiatria a
proteggere la dignità del paziente. Dello stesso tenore e il
discorso del prof. Mario Maj, che provocatoriamente apre il suo
intervento ponendo sul tavolo, una serie d’interrogativi sul
ruolo della psichiatria, sul suo rapporto con il territorio e con
le istituzioni, sull’opportunità di un trattamento residenziale
gestito con flessibilità, secondo le necessità del paziente e
non semplicemente nel rispetto di una norma che prevede due posti
letto per 10.000 abitanti.
Il professor Maj chiarisce che
a questi e a molti altri interrogativi occorre dare una risposta
efficace e fondata su dati certi. In tal senso si muove il volume
del dottor Di Munzio, che costituisce una sorta di punto zero di
una ricerca che dovrà certamente essere continuata per monitorare
il funzionamento della rete sanitaria.
Appassionata la voce del
professor |
Franco Rotelli
completa l’intervento e lo arricchisce di nuove considerazioni,
contro la proposta avanzata dal governo di abrogare la 180, che
aboliva i manicomi, per ripristinarli secondo una modalità
diversa nella forma ma uguale nella sostanza.
Il professore ricorda il valore democratico della legge 180, che
ha aperto la strada ad un processo, tuttora in atto, in virtù del
quale si riconosce al malato di mente il diritto di essere curato
in strutture protette e assistite alternative rispetto alla
famiglia, ma non ghettizzanti. Parla in maniera accorata dei
frammenti di li bertà che una
psichiatria veramente democratica deve essere veramente capace di
garantire a chi le si rivolge in cerca di aiuto. Molti gli
applausi e gli interventi dei partecipanti, tutti incentrati sull’importanza
della legge 180 che può essere migliorata e adeguata a tempi e
bisogni nuovi, ma non abrogata. Infine
il professor Maj nel concludere l’incontro in una rapida sintesi
invita a continuare la ricerca e il monitoraggio dei dati come ha
iniziato a fare il dottor Di Munzio, con lo scopo evidente di
migliorare il servizio e creare una rete efficiente sul piano
della funzionalità e delle professionalità preposte al suo
funzionamento.
Val la pena di soffermarsi su un’ultima riflessione emersa nel
corso del dibattito intorno al rapporto quantità-qualità.
Attualmente sul piano del trattamento residenziale sono garantiti
due posti letto ogni10.000 abitanti la proposta del governo di
assicurare 50 posti letto nei reparti di psichiatria potrebbe
sembrare quantitativamente un progresso. Ma tale non è nell’ottica
del rapporto con la qualità del trattamento psichiatrico, che
può aspirare al successo solo se assicura la possibilità di
riabilitazione e d’integrazione, del tutto impossibili nella
reclusione ospedaliera.
In questa direzione si è mosso il dibattito di palazzo Serra di
Cassano e il volume del dottor Di Munzio. E’ auspicabile ed
anche necessario che nella stessa direzione si muova il mondo
delle Istituzioni. |