Anno I
Dicembre 2001 
n. 4

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I numeri
e la Psichiatria

Grazie
di cuore

C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Un motto "francescano" che ben si attanaglia

C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Un motto "francescano" che ben si attanaglia ad un piccolo grande gesto di solidarietà, che ha per protagonisti Giulio Esposito e la Concessionaria Auto Mary. Dimostrando una non comune sensibilità verso le problematiche della riabilitazione psichica, e con l’auspicio di dare un apporto più concreto delle solite, inconsistenti, chiacchiere, hanno donato alla cooperativa sociale "Lyuba" un pulmino del tipo Wolkswagen, che consentirà ai soci di poter meglio attendere ai compiti istituzionali.
Inutile descrivere la gioia dei destinatari che, d’ora in avanti - e ne avevano sicuramente bisogno, visti i sacrifici che sono stati chiamati a fare, pur di portare avanti il loro discorso di speranza - potranno utilizzare un mezzo di trasporto più consono alle loro esigenze e, soprattutto, utile per gli spostamenti "di massa", in quanto provvisto di ben nove posti a sedere.
L’ennesima tessera, quest’ultima, di un mosaico che si va pian piano completando. E dal quale emerge in maniera abbastanza chiara (per non dire confortante, ndr) l’immagine di un gruppo solido che, con l’aiuto dei suoi "angeli custodi", si appresta ad entrare nel mondo del lavoro nella consapevolezza di portare un contributo del tutto nuovo in termini d’esperienza e condivisione.
Di fronte a tutto questo, cercando, nei limiti del possibile, di non incorrere nei meandri della retorica, non si può che pronunciare un’unica e semplice parola: Grazie!


*Presidente

della Cooperativa

 "Lyuba" - Onlus

Pompei

Napoli 26 novembre 2001, ore diciassette: Palazzo Serra di Cassano, sede dell’Istituto italiano per gli studi filosofici, ma soprattutto luogo della memoria della Rivoluzione democratica del 1799, la rivoluzione partenopea, il luogo adatto per presentare il volume del dottor Walter Di Munzio "Da internati ad Utenti", dove si parla della malattia mentale e sono raccolti dati significativi su quanto oggi si fa da parte dei Centri di Salute Mentale per assistere in maniera residenziale i malati di mente. E appare appropriato ed efficace anche il modo in cui il prof. Sergio Piro introduce i relatori, richiamando l’attenzione dei presenti sull’impegno sempre dimostrato dalla psichiatria a proteggere la dignità del paziente. Dello stesso tenore e il discorso del prof. Mario Maj, che provocatoriamente apre il suo intervento ponendo sul tavolo, una serie d’interrogativi sul ruolo della psichiatria, sul suo rapporto con il territorio e con le istituzioni, sull’opportunità di un trattamento residenziale gestito con flessibilità, secondo le necessità del paziente e non semplicemente nel rispetto di una norma che prevede due posti letto per 10.000 abitanti.
Il professor Maj chiarisce che a questi e a molti altri interrogativi occorre dare una risposta efficace e fondata su dati certi. In tal senso si muove il volume del dottor Di Munzio, che costituisce una sorta di punto zero di una ricerca che dovrà certamente essere continuata per monitorare il funzionamento della rete sanitaria.
Appassionata la voce del professor

Franco Rotelli completa l’intervento e lo arricchisce di nuove considerazioni, contro la proposta avanzata dal governo di abrogare la 180, che aboliva i manicomi, per ripristinarli secondo una modalità diversa nella forma ma uguale nella sostanza.
Il professore ricorda il valore democratico della legge 180, che ha aperto la strada ad un processo, tuttora in atto, in virtù del quale si riconosce al malato di mente il diritto di essere curato in strutture protette e assistite alternative rispetto alla famiglia, ma non ghettizzanti. Parla in maniera accorata dei frammenti di li
bertà che una psichiatria veramente democratica deve essere veramente capace di garantire a chi le si rivolge in cerca di aiuto. Molti gli applausi e gli interventi dei partecipanti, tutti incentrati sull’importanza della legge 180 che può essere migliorata e adeguata a tempi e bisogni nuovi, ma non abrogata. Infine il professor Maj nel concludere l’incontro in una rapida sintesi invita a continuare la ricerca e il monitoraggio dei dati come ha iniziato a fare il dottor Di Munzio, con lo scopo evidente di migliorare il servizio e creare una rete efficiente sul piano della funzionalità e delle professionalità preposte al suo funzionamento.
Val la pena di soffermarsi su un’ultima riflessione emersa nel corso del dibattito intorno al rapporto quantità-qualità. Attualmente sul piano del trattamento residenziale sono garantiti due posti letto ogni10.000 abitanti la proposta del governo di assicurare 50 posti letto nei reparti di psichiatria potrebbe sembrare quantitativamente un progresso. Ma tale non è nell’ottica del rapporto con la qualità del trattamento psichiatrico, che può aspirare al successo solo se assicura la possibilità di riabilitazione e d’integrazione, del tutto impossibili nella reclusione ospedaliera.
In questa direzione si è mosso il dibattito di palazzo Serra di Cassano e il volume del dottor Di Munzio. E’ auspicabile ed anche necessario che nella stessa direzione si muova il mondo delle Istituzioni.