Che
bella cosa!
 |
L’èlite
mafiosa
di Antonio Giordano
Il
barbaro potere dell’élite mafiosa si espleta con il potere
del denaro, che come qualcuno diceva non ha odore.
Secondo un censimento del 1996, dell’Onu, 358 famiglie nel
mondo, spesso capeggiate anche da insospettabili, possiedono il
70% del patrimonio mondiale, dalle pietre al petrolio, il tutto
organizzato in multinazionali ed holding, che spesso
usufruiscono e attingono soldi anche dalle tasse del cittadino,
nelle forme più svariate.
Se solo si pensasse a quanto ammonta l’introito delle tasse
pagate, rispetto al bilancio dello Stato, la cifra farebbe
paura. Basti pensare che se in una città come Torre del Greco
di 100.000 abitanti, dei quali 70.000 sono adulti, si potesse
raccogliere solo 1000 lire per ogni abitante, si arriverebbe ad
una cifra mensile di 100.000.000, sufficiente per costruire in
poco tempo una struttura comunale nuova. Se non bastasse l’esempio,
moltiplicando tutto l’introito tributario si raggiungerebbe
cifre da capogiro.
Assistiamo oggi ad una corsa al benessere ed al facile
arricchimento, spesso pilotato dai mezzi di comunicazione, essa
ha come base l’invidia e quindi per ottenere ciò che si vuole
si fanno violenze verbali, psicologiche e fisiche. Sono quelle
che tocchiamo con mano e che vediamo tutti i giorni nei
telegiornali, pur essendoci un sommerso criminale pauroso, quali
il lotto nero, il racket, l’usura, le borse al nero; il tutto
strutturato in team ed in cellule che formano l’universo
malavitoso.
La mala, come struttura, si è data dei livelli d’azione
organizzativa, dal primo, quello di Reina, al terzo quello dei
politici corrotti, fin all’ottavo e al nono livello, con il
controllo di nazioni e di continenti e con il comando della
sfaccettata cupola mondiale, usuraia e nazista, in Sicilia. |
Che
bella sensazione tornare indietro col tempo, e sentirsi ancora
bambini; penso che per ognuno di noi il tempo si possa fermare a
quando si era bambini, tempo di giochi e fantasticare su quando
si diventerà grandi, su cosa si vuole fare e tanti, tanti sogni
nel cassetto che uno ad uno si aprono anche a tarda età.
Ed è bello, niente è andato perso, si svelano tutti i sogni
della ragazzina che ero: quelli di una gran sognatrice.
Nonostante la mia età tutto sembra fermarsi a quando avevo
quindici |
anni, tempo di
voler giocare e studiare per diventare qualcuno da rispettare in
società.
Io pensavo che, senza un titolo di studio non sarei stata
nessuno.
Ma perché, mi domando adesso, io sono fra voi, perché non
devono rispettarmi lo stesso per quel che sono?
Va bene, era solo un mio modo di pensare, di sottovalutare me
stessa, ora grazie a chi ha avuto fiducia in me, non la penso
più così.
Sono io e questo
mi basta. |