Anno I
novembre 2001 
n. 3

Pag. 12 di 16

Che
bella cosa!

L’èlite mafiosa

di Antonio Giordano

Il barbaro potere dell’élite mafiosa si espleta con il potere del denaro, che come qualcuno diceva non ha odore.
Secondo un censimento del 1996, dell’Onu, 358 famiglie nel mondo, spesso capeggiate anche da insospettabili, possiedono il 70% del patrimonio mondiale, dalle pietre al petrolio, il tutto organizzato in multinazionali ed holding, che spesso usufruiscono e attingono soldi anche dalle tasse del cittadino, nelle forme più svariate.
Se solo si pensasse a quanto ammonta l’introito delle tasse pagate, rispetto al bilancio dello Stato, la cifra farebbe paura. Basti pensare che se in una città come Torre del Greco di 100.000 abitanti, dei quali 70.000 sono adulti, si potesse raccogliere solo 1000 lire per ogni abitante, si arriverebbe ad una cifra mensile di 100.000.000, sufficiente per costruire in poco tempo una struttura comunale nuova. Se non bastasse l’esempio, moltiplicando tutto l’introito tributario si raggiungerebbe cifre da capogiro.
Assistiamo oggi ad una corsa al benessere ed al facile arricchimento, spesso pilotato dai mezzi di comunicazione, essa ha come base l’invidia e quindi per ottenere ciò che si vuole si fanno violenze verbali, psicologiche e fisiche. Sono quelle che tocchiamo con mano e che vediamo tutti i giorni nei telegiornali, pur essendoci un sommerso criminale pauroso, quali il lotto nero, il racket, l’usura, le borse al nero; il tutto strutturato in team ed in cellule che formano l’universo malavitoso.
La mala, come struttura, si è data dei livelli d’azione organizzativa, dal primo, quello di Reina, al terzo quello dei politici corrotti, fin all’ottavo e al nono livello, con il controllo di nazioni e di continenti e con il comando della sfaccettata cupola mondiale, usuraia e nazista, in Sicilia.

Che bella sensazione tornare indietro col tempo, e sentirsi ancora bambini; penso che per ognuno di noi il tempo si possa fermare a quando si era bambini, tempo di giochi e fantasticare su quando si diventerà grandi, su cosa si vuole fare e tanti, tanti sogni nel cassetto che uno ad uno si aprono anche a tarda età.
Ed è bello, niente è andato perso, si svelano tutti i sogni della ragazzina che ero: quelli di una gran sognatrice. Nonostante la mia età tutto sembra fermarsi a quando avevo quindici

anni, tempo di voler giocare e studiare per diventare qualcuno da rispettare in società.
Io pensavo che, senza un titolo di studio non sarei stata nessuno.
Ma perché, mi domando adesso, io sono fra voi, perché non devono rispettarmi lo stesso per quel che sono?
Va bene, era solo un mio modo di pensare, di sottovalutare me stessa, ora grazie a chi ha avuto fiducia in me, non la penso più così.

Sono io e questo mi basta.