Appunti
a margine
dell’esistenza

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Il
mio rapporto
con la fede
di Annamaria Sorrentino
Il
mio rapporto con la fede cristiana ha vissu
to momenti difficili, perché pensavo che la mia malattia fosse
come una punizione per un qualcosa che avevo fatto oppure
omesso.
Quindi a volte me la prendo con Dio ed arrivo persino a pensare
che Dio non esista. Poi rifletto e penso alla storia che ci
raccontò una volta il professore di teologia quando frequentavo
il corso per la cresima.
Il fatto realmente accaduto è questo: Rousseau, "nell’Emilio"
narra di un uomo che, un giorno, portò un bimbo di pochi mesi a
vivere con sé, su di un’isola sperduta, dove c’erano solo
lui ed il bambino.

Un giorno il ragazzo,
fattosi uomo, non accortosi di essere visto dal filosofo, s’inginocchiò
e pur non avendo ricevuto nessun’educazione religiosa, disse:
"Non so chi tu sia, ma ti ringrazio per tutto il creato.
Per aver fatto questo Tu certamente sei l’Onnipotente!".
Quanto sopra, ci fa capire che l’uomo, ad un certo punto della
sua vita, sente che qualcuno di veramente grande esiste e ha il
bisogno di credere in questo e di far parte di un nucleo dove si
pratica la religione. |
Disperatamente
metto per iscritto le mie idee sulla vita.
Dico disperatamente perché, quando si scrive o si parla, si
vorrebbe essere capiti da tutti: dagli uomini di cultura e dall’uomo
della strada. Ma mi rendo conto che ciò è impossibile. Ogni
uomo ha la sua estrazione sociale, le sue esperienze, i suoi
amici o nemici, la sua cultura. E c’è anche chi una pagina
scritta la usa per pulire i vetri o parti poco nobili del
proprio corpo.
Tuttavia ritengo opportuno mettere per iscritto le mie idee sull’esistenza
di un eventuale Dio.
Penso che la generazione attuale sia tutta in bilico, dissociata
fra la fede e la razionalità: schizofrenica insomma.
Per quel che mi concerne, la ragione, alla luce delle moderne
scoperte scientifiche, mi fa concludere che non esiste alcun
Dio, ma solo una tremenda energia che ha pervaso qua e là un
immenso universo; e che la Terra non è altro che un’insignificante
condensazione di tal energia, con tanto di vegetazione e tanti
tipi d’animali.
Animali dotati anche di parola che si definiscono uomini,
pericolosi l’uno per l’altro, ma pronti anche ad essere
solidali di fronte ad un pericolo comune. Solidarietà in ogni
modo, non più di tanto.
D’amore, inteso come sacrificio della |
propria vita per il prossimo, neanche a
parlarne.
Ma la fede fa sì che io pensi che la suddetta indefinibile
energia abbia dato origine ad un Dio creatore della Terra e
delle creature che la abitano. Un Dio insomma responsabile di
tutto questo, che si manifesta con una certa provvidenza, che
dobbiamo pure ammettere che ci sia. Un Dio originato da un’insostituibile
e tremenda energia, ma divenuto esistente da ciò che è, e da
ciò cui ha dato origine. Un Dio, insomma, capace di ascoltare
la nostra preghiera. E che, se non sempre c’esaudisce, si
comporta così in ogni caso per il nostro bene.. Una grazia
concessa potrebbe essere, infatti, funesta per l’economia del
bene comune. Un esempio?
La semisordità dalla quale sono affetto da qualche tempo.
Ebbene, è stato meglio per me che Dio non abbia ascoltato le
mie preghiere a favore del ripristino del mio udito. Infatti,
essendo finito a circa trent’anni in manicomio, m’impediva
di udire la gente bisbigliare fra loro a proposito della mia
salute mentale.
E ciò mi faceva molto male, avrei potuto reagire, sarei
peggiorato, o avrei confermato le mie follie. Il fatto è
questo: dobbiamo pur ammettere che siamo tutti pazzi, ma il
capro espiatorio è sempre e in ogni modo chi ha ricevuto il
marchio ufficiale del manicomio. |