SETTE GIORNI
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CON IL BEATO
di Francesca Mari
A Torre aleggia aria di festa. Religione, folclore,
devozione uniscono i torresi, soprattutto in questo periodo, in un coacervo di
emozioni e sensazioni che anticipano, più che in altre città, l’atmosfera
natalizia. E anche quest’anno le celebrazioni del Beato Vincenzo Romano,
conclusesi venerdì scorso nella parrocchia di S. Croce, hanno degnamente
inaugurato questo intenso ciclo di eventi religiosi, attirando, in gran numero,
fedeli, autorità e membri ecclesiastici provenienti anche da altre città. La
settimana celebrativa si è protratta dal 23 novembre, quando è stata posta al
centro dell’ara della Basilica l’urna del Beato, fino al 29, giorno in cui
ricorre la Festa Liturgica di Vincenzo Romano. Gran viavai, durante la
settimana, di fedeli, giunti da ogni parte della Campania, che si adagiavano,
anche per ore, davanti all’urna del nostro patrono per chiedere grazie e
protezione. Questo a dimostrare che la cultura del Beato sta travalicando i
confini della nostra città, e che è sempre più conosciuto e sentito anche
fuori. Considerevoli le parole di una signora napoletana:
"Noi lo sentiamo molto vicino, familiare, e crediamo che, per il suo
esempio e per il suo grande valore, meriti la santificazione."
Un momento di particolare raccoglimento è stato quello della recitazione del
Rosario, la sera della vigilia della Festa, alle ore 21.00, seguito dalla
lettura, di fronte ad una miriade di persone, delle meditazioni del Beato, poco
conosciute.
"E stato molto emozionante- ha affermato Don Giosuè Lombardo- vedere
tanta partecipazione, devozione e rispetto da parte dei fedeli. Anche noi
religiosi, alla fine della serata, ci sentivamo investiti da una nuova luce e
usciti dalla Chiesa abbiamo avuto una sensazione di rigenerazione, ci siamo,
come, riappropriati della città."
Suggestione e compartecipazione all’ennesima potenza hanno, però,
caratterizzato soprattutto il giorno della Festa Liturgica, quando, una serie
di celebrazioni solenni hanno mantenuto, per l’intera giornata, un clima di
fervore ed emozione.
Alle ore 11.00 è stata celebrata una messa di ringraziamento al Beato da parte
dei tre sacerdoti novelli torresi: don Valerio Piro, don Nicola Palomba, don
Giuseppe Cesarino.
"Abbiamo ringraziato il Beato- ha detto don Giuseppe- perché ci ha
assistito nel seminario e ha protetto il nostro cammino verso il sacerdozio.
Affidiamo a lui il nostro ministero sacerdotale."
Ma il momento più atteso della giornata è stato quello della celebrazione
della Messa solenne delle 18.30, presieduta dal segretario della Congregazione
per il Clero, Csaba Ternyak, giunto da Roma per testimoniare la sua devozione
al Beato.La Parrocchia era gremita, fin da un’ora prima
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dell’evento: i fedeli traboccavano dalle due entrate laterali
della Chiesa, il portone centrale è stato aperto solo più tardi.
Erano presenti tutti i sacerdoti torresi, i seminaristi del Biennio
Teologico di Capodimonte, i quali, per la prima volta, sono intervenuti
proprio nel giorno della Festa, e il Sindaco che è intervenuto in
anticipo.
L’arrivo di Ternyak è stato accolto con grande emozione e commozione di
tutti i presenti.
Nella sua omelia, il vescovo, ha dimostrato grande apprezzamento per la
figura poliedrica del Beato, per il suo ministero sacerdotale, per l’intensa
attività di preghiera, per l’impegno sociale e caritatevole.
Il patos creato dalle parole del vescovo è stato spezzato da un
improvviso incidente. Subito dopo la lettura dell’omelia, infatti, è
accidentalmente mancata la luce, ma, dopo qualche minuto di sconcerto, il
popolo di fedeli ha continuato a seguire la celebrazione… a lume di
candela!
Con la Messa Solenne, presieduta dal vescovo Csaba Ternyak, e con il
ritiro dell’urna dall’ara della Basilica, si è conclusa la settimana
celebrativa del Beato ed ha avuto inizio il periodo della Novena dell’Immacolata
che si protrarrà sino all’otto dicembre. L’esito delle celebrazioni
ha dimostrato che il culto del Beato si sta diffondendo anche al di fuori
del territorio torrese e che tutti, ormai, sperano nella sua
santificazione. Purtroppo però il processo di canonizzazione è fermo,
perché l’ultimo caso di "pseudo-miracolo" è ancora sotto la
supervisione dei medici. Per questo i sacerdoti torresi si impegnano in un’intensa
battaglia divulgativa, e spronano tutti i fedeli a segnalare ogni grazia
ricevuta, anche in sogno.
"Dobbiamo continuare a diffondere questo culto- dice don Franco
Rivieccio, vice-postulatore della causa di canonizzazione- perché sia
conosciuto in tutto il mondo. Un’ultima iniziativa in tal senso, è
quella di inviare, a tutti i neovescovi, del materiale informativo sul
Beato, perché i religiosi di tutte le diocesi, possano conoscere il suo
grande operato e ne possano seguire l’esempio."
Rimanendo entro i confini torresi, invece, è in programma l’organizzazione
di momenti di preghiera, con la presenza dei sacerdoti, proprio nella casa
del Beato, in Via Piscopia.
"Sono sempre più numerosi- afferma don Franco- i visitatori della
casa del Beato, i quali, spesso, richiedono la presenza di un sacerdote
che li guidi nella preghiera e nella meditazione. Proprio per questo, io e
Don Giosuè stiamo pensando di organizzare degli incontri, magari il
giovedì quando c’è maggiore afflusso di fedeli".
Un altro elemento divulgativo è costituito, sicuramente, dalle
microfilmature, ovvero l’archiviazione in volumi e cd rom degli scritti
autografi del Beato.
"Dopo un faticoso lavoro- spiega Don Franco- abbiamo concluso l’opera
di archiviazione degli scritti, mai raccolti prima. Una copia delle
microfilmature è già stata consegnata alla Basilica di S. Croce e un’altra
sarà consegnata, al più presto, al Comune di Torre del Greco. Inoltre,
vorremmo consegnare una copia anche all’Archivio Storico Diocesano di
Napoli e all’Archivio della Facoltà Teologica di S.Tommaso." |