SETTE GIORNI            44
CON IL BEATO

di Francesca Mari

A Torre aleggia aria di festa. Religione, folclore, devozione uniscono i torresi, soprattutto in questo periodo, in un coacervo di emozioni e sensazioni che anticipano, più che in altre città, l’atmosfera natalizia. E anche quest’anno le celebrazioni del Beato Vincenzo Romano, conclusesi venerdì scorso nella parrocchia di S. Croce, hanno degnamente inaugurato questo intenso ciclo di eventi religiosi, attirando, in gran numero, fedeli, autorità e membri ecclesiastici provenienti anche da altre città. La settimana celebrativa si è protratta dal 23 novembre, quando è stata posta al centro dell’ara della Basilica l’urna del Beato, fino al 29, giorno in cui ricorre la Festa Liturgica di Vincenzo Romano. Gran viavai, durante la settimana, di fedeli, giunti da ogni parte della Campania, che si adagiavano, anche per ore, davanti all’urna del nostro patrono per chiedere grazie e protezione. Questo a dimostrare che la cultura del Beato sta travalicando i confini della nostra città, e che è sempre più conosciuto e sentito anche fuori. Considerevoli le parole di una signora napoletana:
"Noi lo sentiamo molto vicino, familiare, e crediamo che, per il suo esempio e per il suo grande valore, meriti la santificazione."
Un momento di particolare raccoglimento è stato quello della recitazione del Rosario, la sera della vigilia della Festa, alle ore 21.00, seguito dalla lettura, di fronte ad una miriade di persone, delle meditazioni del Beato, poco conosciute.
"E stato molto emozionante- ha affermato Don Giosuè Lombardo- vedere tanta partecipazione, devozione e rispetto da parte dei fedeli. Anche noi religiosi, alla fine della serata, ci sentivamo investiti da una nuova luce e usciti dalla Chiesa abbiamo avuto una sensazione di rigenerazione, ci siamo, come, riappropriati della città."
Suggestione e compartecipazione all’ennesima potenza hanno, però, caratterizzato soprattutto il giorno della Festa Liturgica, quando, una serie di celebrazioni solenni hanno mantenuto, per l’intera giornata, un clima di fervore ed emozione.
Alle ore 11.00 è stata celebrata una messa di ringraziamento al Beato da parte dei tre sacerdoti novelli torresi: don Valerio Piro, don Nicola Palomba, don Giuseppe Cesarino.
"Abbiamo ringraziato il Beato- ha detto don Giuseppe- perché ci ha assistito nel seminario e ha protetto il nostro cammino verso il sacerdozio. Affidiamo a lui il nostro ministero sacerdotale."
Ma il momento più atteso della giornata è stato quello della celebrazione della Messa solenne delle 18.30, presieduta dal segretario della Congregazione per il Clero, Csaba Ternyak, giunto da Roma per testimoniare la sua devozione al Beato.La Parrocchia era gremita, fin da un’ora prima

dell’evento: i fedeli traboccavano dalle due entrate laterali  della Chiesa, il portone centrale è stato aperto solo più tardi.
Erano presenti tutti i sacerdoti torresi, i seminaristi del Biennio Teologico di Capodimonte, i quali, per la prima volta, sono intervenuti proprio nel giorno della Festa, e il Sindaco che è intervenuto in anticipo.
L’arrivo di Ternyak è stato accolto con grande emozione e commozione di tutti i presenti.
Nella sua omelia, il vescovo, ha dimostrato grande apprezzamento per la figura poliedrica del Beato, per il suo ministero sacerdotale, per l’intensa attività di preghiera, per l’impegno sociale e caritatevole.
Il patos creato dalle parole del vescovo è stato spezzato da un improvviso incidente. Subito dopo la lettura dell’omelia, infatti, è accidentalmente mancata la luce, ma, dopo qualche minuto di sconcerto, il popolo di fedeli ha continuato a seguire la celebrazione… a lume di candela!
Con la Messa Solenne, presieduta dal vescovo Csaba Ternyak, e con il ritiro dell’urna dall’ara della Basilica, si è conclusa la settimana celebrativa del Beato ed ha avuto inizio il periodo della Novena dell’Immacolata che si protrarrà sino all’otto dicembre. L’esito delle celebrazioni ha dimostrato che il culto del Beato si sta diffondendo anche al di fuori del territorio torrese e che tutti, ormai, sperano nella sua santificazione. Purtroppo però il processo di canonizzazione è fermo, perché l’ultimo caso di "pseudo-miracolo" è ancora sotto la supervisione dei medici. Per questo i sacerdoti torresi si impegnano in un’intensa battaglia divulgativa, e spronano tutti i fedeli a segnalare ogni grazia ricevuta, anche in sogno.
"Dobbiamo continuare a diffondere questo culto- dice don Franco Rivieccio, vice-postulatore della causa di canonizzazione- perché sia conosciuto in tutto il mondo. Un’ultima iniziativa in tal senso, è quella di inviare, a tutti i neovescovi, del materiale informativo sul Beato, perché i religiosi di tutte le diocesi, possano conoscere il suo grande operato e ne possano seguire l’esempio."
Rimanendo entro i confini torresi, invece, è in programma l’organizzazione di momenti di preghiera, con la presenza dei sacerdoti, proprio nella casa del Beato, in Via Piscopia.
"Sono sempre più numerosi- afferma don Franco- i visitatori della casa del Beato, i quali, spesso, richiedono la presenza di un sacerdote che li guidi nella preghiera e nella meditazione. Proprio per questo, io e Don Giosuè stiamo pensando di organizzare degli incontri, magari il giovedì quando c’è maggiore afflusso di fedeli".
Un altro elemento divulgativo è costituito, sicuramente, dalle microfilmature, ovvero l’archiviazione in volumi e cd rom degli scritti autografi del Beato.
"Dopo un faticoso lavoro- spiega Don Franco- abbiamo concluso l’opera di archiviazione degli scritti, mai raccolti prima. Una copia delle microfilmature è già stata consegnata alla Basilica di S. Croce e un’altra sarà consegnata, al più presto, al Comune di Torre del Greco. Inoltre, vorremmo consegnare una copia anche all’Archivio Storico Diocesano di Napoli e all’Archivio della Facoltà Teologica di S.Tommaso."