Una donna napoletana protesta in Piazza S. Croce, dichiarando di aver perso il lavoro a causa di una torrese.

Rivoglio il mio               42
posto di lavoro!

di  Francesca Mari

Un sabato qualunque…un sabato torrese. Un quarto alle diciassette del due marzo, e per le strade del centro i primi segni della città che si sveglia: qualche auto in transito o sostata in doppia fila, i negozi che incominciano ad aprire i battenti e flussi di pedoni che compiono il solito giro. Giungi "in mezzo alla Parrocchia" e, a parte i gruppetti di pensionati che passano qui le ore a chiacchierare tra loro, noti una scena insolita: sulla scalinata delle Chiesa S. Croce c’è una buffa donnina scura, sulla cinquantina, tappezzata di cartelli e attorniata da un fitta folla di persone. La donna sta palesemente protestando, ma contro chi? Ti avvicini e… svelato il mistero. Annamaria Carandente,così si chiama, ha cinquantadue anni ed è napoletana. Sostiene di aver perso il lavoro, dopo sedici anni, e protesta per riottenerlo o quantomeno per avere i contributi che le spettano.
Era impiegata, dal 1984, come operatrice domestica presso la Congregazione SS. Redentore, con sede a Napoli,

quando, nel dicembre del duemila, senza alcuna ragione, è stata licenziata e da allora sta lottando per far valere i propri diritti. Fin qui tutto chiaro o quasi… Perché questa donna napoletana viene a protestare proprio qui a Torre? Il motivo c’è, e la Carandente sembra avere le idee chiare in proposito. La donna, infatti, sostiene di aver perso il lavoro a causa di un prete torrese, padre Antonio De Luca, ex padre provinciale della sede dei Padri Redentoristi di Torre, al Colle S. Alfonso, che da settembre 1999 è stato trasferito proprio nella sede di Napoli, presso cui prestava servizio la signora. Secondo la Carandente, il padre provinciale di casa nostra avrebbe influenzato il suo predecessore, padre Antonio Di Masi, per far licenziare la donna e far insediare al suo posto, come poi effettivamente è accaduto, una torrese.
"Sono qui – grida imbestialita la Carandente- per far capire ai suoi concittadini quanto sia stato scorretto Padre Antonio De Luca. Per circa un anno non mi ha mai ripreso sullo svolgimento del mio lavoro e poi, di punto in bianco, mi ha fatto licenziare per assegnare il posto ad una sua protetta. Non è giusto! Mi hanno imbrogliato, abbindolato ma ora basta lotterò fino alla fine per ottenere ciò che mi spetta".
La donna aspetterà qui fino alla messa delle diciotto. Le persone che la attorniano le danno ragione, la sostengono. Forse per questo ha scelto una piazza per protestare, per sentire il calore della gente che le dà una speranza, dà un senso alla sua piccola lotta.