IL LAVORO
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FA MALE?
di Francesca Mari
Se gli uffici più affollati, in tutta la Campania,
rimangono i centri per l’impiego, vuol dire che i disoccupati, sul nostro
territorio, proliferano come spighe di grano. Per sopperire a quest’abbondanza
controproducente l’assessorato alle politiche per il lavoro si sta movendo su
una rotta organizzativa e riabilitativa che, si spera, dovrebbe offrire una
maggiore garanzia agli utenti che si dirigono al collocamento con la speranza
di ricevere, un giorno, la "chiamata dal cielo".
Stando alle nuove normative (ai sensi della legge n° 181/2000), infatti, gli
uffici di collocamento dovrebbero diventare, praticamente, dei nuovi
intermediari tra le aziende che ricercano personale e gli iscritti alle liste.
Per poter attuare ciò, si richiede una maggiore organizzazione delle liste,
una catalogazione dei nuovi e vecchi iscritti e, dopo questa prima fase del
censimento, dovrebbero essere rilasciati, dopo sei mesi, agli iscritti, degli
atti di professione che etichettino le loro potenzialità lavorative, per
consentire alle aziende interessate di poter selezionare meglio, tra gli
iscritti alle liste, il proprio personale.
Un cinismo dettato dallo sguardo alle esperienze passate ed alla realtà del
nostro territorio, induce, però a guardare di più al presente, per poi
avvalersi, eventualmente, dei progressi futuri.
E il presente vede gli uffici di collocamento, impegnati in questa prassi del
censimento, che crea non poche confusioni. A Napoli, infatti, per far fronte
all’afflusso di utenti, che si
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presentano fuori alle sedi fin dalle quattro del
mattino, è stato attivato un numero verde (800382323) che consente di effettuare le prenotazioni per telefono
e ad ottobre sarà aperta una nuova sede a Fuorigrotta, in Via
Diocleziano.
A Torre, invece, la situazione è più tranquilla. Non ci sono irruzioni e
nemmeno numeri verdi. Si procede al censimento seguendo i nuovi
orientamenti dettati dalla delibera regionale n 13 del 25/10/2001 che
comincia ad essere attuata solo adesso. Stando a tale delibera, i centri
per l’impiego non rilasciano più il modello C/1, ma provvedono all’inserimento
dei lavoratori nella nuova anagrafe, ai sensi della legge n° 181,
descritta sopra. Per effettuare tale operazione, gli utenti già iscritti,
entro e non oltre il 31 dicembre 2002, dovranno presentarsi al
collocamento e, oltre ad un documento di riconoscimento e al codice
fiscale, dovranno esibire anche il libretto di lavoro, mentre, chi si
iscrive per la prima volta non deve esibire tale libretto, e non deve
rispettare alcun termine di scadenza. Tra i vecchi iscritti, rimangono
avvantaggiati, per un eventuale contatto lavorativo, coloro che sono nelle
liste del collocamento da più tempo e che sono riusciti a non perdere
tale prerogativa, vale a dire l’anzianità.
Il calcolo dell’anzianità viene effettuato alla luce delle nuove norme
che prevedono: per i rapporti a tempo determinato, un periodo di lavoro
che non superi i 12 mesi non viene calcolato come sospensione dell’anzianità,
mentre un periodo che superi tale limite implica la sospensione dell’anzianità
maturata dagli inizi del rapporto; per il lavoro a tempo indeterminato, l’anzianità
viene conservata solo se il lavoratore è disoccupato perché non ha
superato il periodo di prova, e non se ha scelto personalmente di dare le
dimissioni.
In ambedue i casi, è opportuno che l’iscritto si presenti al
collocamento, entro trenta giorni dal licenziamento, per non perdere l’anzianità. |