IL LAVORO                  24
FA MALE?

di Francesca Mari

Se gli uffici più affollati, in tutta la Campania, rimangono i centri per l’impiego, vuol dire che i disoccupati, sul nostro territorio, proliferano come spighe di grano. Per sopperire a quest’abbondanza controproducente l’assessorato alle politiche per il lavoro si sta movendo su una rotta organizzativa e riabilitativa che, si spera, dovrebbe offrire una maggiore garanzia agli utenti che si dirigono al collocamento con la speranza di ricevere, un giorno, la "chiamata dal cielo".
Stando alle nuove normative (ai sensi della legge n° 181/2000), infatti, gli uffici di collocamento dovrebbero diventare, praticamente, dei nuovi intermediari tra le aziende che ricercano personale e gli iscritti alle liste. Per poter attuare ciò, si richiede una maggiore organizzazione delle liste, una catalogazione dei nuovi e vecchi iscritti e, dopo questa prima fase del censimento, dovrebbero essere rilasciati, dopo sei mesi, agli iscritti, degli atti di professione che etichettino le loro potenzialità lavorative, per consentire alle aziende interessate di poter selezionare meglio, tra gli iscritti alle liste, il proprio personale.
Un cinismo dettato dallo sguardo alle esperienze passate ed alla realtà del nostro territorio, induce, però a guardare di più al presente, per poi avvalersi, eventualmente, dei progressi futuri.
E il presente vede gli uffici di collocamento, impegnati in questa prassi del censimento, che crea non poche confusioni. A Napoli, infatti, per far fronte all’afflusso di utenti, che si

presentano fuori alle sedi fin dalle quattro del mattino, è stato attivato un numero verde (800382323) che consente di effettuare le prenotazioni per telefono e ad ottobre sarà aperta una nuova sede a Fuorigrotta, in Via Diocleziano.
A Torre, invece, la situazione è più tranquilla. Non ci sono irruzioni e nemmeno numeri verdi. Si procede al censimento seguendo i nuovi orientamenti dettati dalla delibera regionale n 13 del 25/10/2001 che comincia ad essere attuata solo adesso. Stando a tale delibera, i centri per l’impiego non rilasciano più il modello C/1, ma provvedono all’inserimento dei lavoratori nella nuova anagrafe, ai sensi della legge n° 181, descritta sopra. Per effettuare tale operazione, gli utenti già iscritti, entro e non oltre il 31 dicembre 2002, dovranno presentarsi al collocamento e, oltre ad un documento di riconoscimento e al codice fiscale, dovranno esibire anche il libretto di lavoro, mentre, chi si iscrive per la prima volta non deve esibire tale libretto, e non deve rispettare alcun termine di scadenza. Tra i vecchi iscritti, rimangono avvantaggiati, per un eventuale contatto lavorativo, coloro che sono nelle liste del collocamento da più tempo e che sono riusciti a non perdere tale prerogativa, vale a dire l’anzianità.
Il calcolo dell’anzianità viene effettuato alla luce delle nuove norme che prevedono: per i rapporti a tempo determinato, un periodo di lavoro che non superi i 12 mesi non viene calcolato come sospensione dell’anzianità, mentre un periodo che superi tale limite implica la sospensione dell’anzianità maturata dagli inizi del rapporto; per il lavoro a tempo indeterminato, l’anzianità viene conservata solo se il lavoratore è disoccupato perché non ha superato il periodo di prova, e non se ha scelto personalmente di dare le dimissioni.
In ambedue i casi, è opportuno che l’iscritto si presenti al collocamento, entro trenta giorni dal licenziamento, per non perdere l’anzianità.