DUE MIRACOLI          14
PER UN BEATO

di Francesca Mari

I due miracoli che hanno permesso di beatificare il Venerabile Vincenzo Romano hanno salvato la vita a due donne dallo stesso nome, entrambe torresi, e legate dallo stesso atroce destino.
Il primo si è verificato nel 1891 quando una donna di 61 anni, Maria Carmela Restucci, scoprì di avere un tumore alla mammella che, in poco tempo, si estese fino all’ascella e che, secondo il parere dei medici, avrebbe portato la paziente alla morte. Dopo vari tentativi falliti la donna invocò il Beato, e in una notte di dicembre le metastasi scomparvero miracolosamente. Il medico curante della donna, dott. G. Dolce, confermò che si era trattato di un fenomeno soprannaturale.
Il secondo miracolo è avvenuto invece nel 1940 quando una Suora, Maria Carmela Cozzolino si scoprì affetta da un grave disturbo alla gola che le impediva di mangiare e persino di respirare. Fu visitata dal dott. Francesco Brancaccio, medico della Comunità delle Suore di S. Maria delle Grazie, che le riscontrò un carcinoma maligno, resistente a qualsiasi cura. Anche altri medici specialisti confermarono tale diagnosi, e il dott. G. Spinotti, dell’Ospedale Napoletano di Gesù e Maria, diede alla paziente pochi giorni di vita. La Suora, allora, decise di invocare il Beato che, dopo pochi giorni, il 29 luglio di quell’anno, le concesse la Grazia e il tumore scomparve definitivamente.

SEMPLICEMENTE… SETA

Morbida, avvolgente, raffinata, luminosa, elegante, vaporosa, seducente… ecco la seta!
E’ sicuramente la più affascinante tra tutte le fibre e si presta ai più svariati usi: dall’abbigliamento all’arredamento, dai tendaggi ai rivestimenti, dalle camicette ai foulard e alle cravatte fino alle sensuali lenzuola e alle intriganti lingerie. I capi di seta non possono mancare in nessun guardaroba, si usano in tutte le stagioni e sono adatti a tutte le situazioni. Sarà per il suo splendido aspetto o per la lunga tradizione, tra storia e leggenda, che la rende preziosa e lussuosa, la seta rimane uno dei tessuti, maggiormente in voga, da cui traggono spunto stilisti ed artisti di tutto il mondo per nuove ed affascinanti proposte nel campo della moda e del pret a porter.

La seta, tra storia e leggenda:

Fibra naturale ricavata dal filamento del bozzolo del cosiddetto "baco da seta" (Bombyx Mori), la seta, per alcuni, ebbe origine in Cina, per altri in India. Confucio racconta che nel 2600 a.c. un’imperatrice cinese avrebbe insegnato a coltivare il baco. Secondo un’altra leggenda, invece, la seta era usata gia dal 2900 a.c. per fare le 36 corde del liuto. Di certo la seta cinese, ottenuta da un filo continuo, lungo dai 600 ai 900 metri, era la più pregiata per struttura e colore, mentre quella indiana era prodotta utilizzando fibre corte.
I cinesi custodirono, per centinaia di anni, i segreti delle fasi della sericoltura, ma, con il declino dell’Impero d’Occidente si allargò la cerchia di coloro che conoscevano questa pregiata fibra, e all’inizio del II Secolo a.C. i mercanti percorrevano vie carovaniere dall’Oriente attraverso l’Asia Centrale fino ai porti del Mediterraneo per portare le preziose sete; questi percorsi presero il nome di "via della seta".
Il commercio tra la Cina e l’Europa era importante, ma molto pericoloso a causa di folte bande di predatori, così nel 552 d.c., per ordine dell’imperatore Giustiniano, due monaci portarono a Bisanzio le uova del baco da seta, nascoste in un bastone di bambù.
La seta si diffuse rapidamente, specialmente nei ceti più alti, anche fra gli uomini, nonostante furono considerati effeminati, finché l’imperatore Tiberio emise un editto che proibì a questi di indossarla.
Il primo forte sviluppo si ebbe in Persia e in Arabia, in Italia solo verso il 1100 d.c., successivamente, per opera di tessitori italiani, in Francia.

Procedure di realizzazione

Formazione della fibra: il baco, dopo essersi nutrito di foglie di gelso e cambiato pelle almeno tre volte, comincia a tessere un viluppo di fili per tre o quattro giorni, descrivendo delle piccole anse sovrapposte a forma di otto. Ne risulta un bozzolo ovoidale di 3 cm per l,5, dal colore giallo vivo, verde chiaro o bianco. Prima che la crisalide, in cui si è trasformato il bozzolo, diventi farfalla e spezzi, quindi, il filo, i bozzoli sono sottoposti ad un trattamento ad aria calda a 90-95° che uccide la crisalide.

Vengono poi immersi in acqua calda per ammorbidire la sericina che li ricopre. Quindi si cerca e si trae fuori il capo di ogni bozzolo. Questo complesso di operazioni si chiama trattura.
Seta greggia:
ci sono tre diversi tipi di filo di seta: la seta tratta d’allevamento, che è la più regolare e di massimo impiego; la seta tussah, ottenuta da bozzoli di bachi che vivono allo stato naturale, con filo grosso e irregolare; la seta doppia (shantung), ottenuta dal fenomeno naturale di due bachi che filano insieme lo stesso bozzolo, il cui filo presenta delle "fiammature" caratteristiche.
Lavorazione della fibra
: dopo la trattura i fili sono districati e uniti tra loro (tra 5 e 8 insieme).Vengono poi classificati e colorati con falsa tintura, ritorti, lavati e avvolti in matasse. Per la tessitura il filo delle matasse viene incannato per essere abbinato a uno o più fili e poi ritorto, per aumentare la resistenza e l'elasticità del filato. Quest'ultimo è poi avvolto sulla bobina per essere tessuto secondo l’armatura voluta.

Seta: tessuto di classe e tendenza

L’insostenibile leggerezza… della seta più che una moda è un culto e affascina proprio tutti, donne uomini giovani e adulti. Molte le varietà in cui si propone e moltissimi gli usi cui si adatta.
Gli organzini di seta, scattanti e duraturi, sono i più modellabili fra i tessuti, così come i leggerissimi crepe-georgette. Il broccato, tessuto che diventa prezioso con l'impiego della seta mischiata a fili d'oro e d'argento, è tra i più pregiati ed è utilizzato per abiti da sera fin dalla seconda metà dell’Ottocento. Il raso, unico per la sua lucentezza, conserva un aspetto romantico ed è utilizzato soprattutto per abiti femminili.
Per non parlare delle splendide gonne in chiffon, a strati sovrapposti ,che assumono tutte le tonalità possibili fondendosi in nuovi colori ad ogni movimento delle gambe; dei foulard, che non sono usati solo per complemento di abbigliamento, ma per creare veri e propri abiti, anche da sera. Di grande effetto i parei, i sopracostumi, di classe irraggiungibile, e gli esotici chimono che, più di ogni altro capo, ci riportano al paese di origine e ad un modo di interpretare un abito con tagli e fogge uniche ed irripetibili. Ancora gli chemisier, abiti a foggia di camicia, con maniche lunghe e polsini, di linea morbida, da portare con o senza cintura. E poi camicie, abiti, cravatte, tendaggi, biancheria intima e addirittura tele su cui dipingere. Tutto per incantare, affascinare, sedurre sentirsi eleganti e raffinati ma anche comodi, avvolti in un morbido manto di seta.

Proprietà della seta

La seta riflette la luce con uno splendore inimitabile e assorbe facilmente le tinture con grande ricchezza di sfumature. L’elasticità del filo di seta dà al tessuto una particolare resistenza ed il semplice contatto con l’aria gli consente di mantenere la sua freschezza anche senza stiratura. Non resiste alla luce solare e si macchia con il sudore. E’ anallergica e trattiene il calore del corpo. La vera seta si riconosce al tatto e dal peso, ma in caso di incertezza basterà bruciare un filo per accertarsene. Se è di seta brucerà lentamente emanando un odore di corno tipico delle fibre animali.

Trattamento dei capi in seta

I capi in seta richiedono, preferibilmente, un lavaggio a secco. Nel caso di un lavaggio in acqua è necessario verificare, prima di immergere interamente il capo, la solidità dei colori bagnando solo un lembo. Va usata acqua tiepida e sapone neutro, i capi non si strofinano né si torcono. Vanno sciacquati in acqua tiepida e stesi in luogo ventilato e lontano da fonti di calore. Il crepe-de-Chine è un tessuto in seta che si restringe con il lavaggio, ma riprende la forma originaria con la stiratura.

L’Industria serica oggi

L’industria tessile italiana della seta è in continua espansione, ma si trova a dover acquistare la materia prima dalla Cina che detiene il monopolio a livello mondiale.
Agli inizi del XX secolo l’Italia era il secondo produttore di bozzoli, dopo il Giappone e prima della Cina. Nel giro di ottant’anni, però, la situazione è cambiata e il nostro paese ha ridotto di ben 500 volte la propria produzione di bozzoli. L'Europa è il mercato più importante della seta greggia, e tradizionalmente importa il 95% del suo approvvigionamento dalla Cina.
Per i paesi europei, e per l'Italia in particolare, il mantenimento degli approvvigionamenti di seta greggia si rende sempre più problematico poiché la Cina sta sensibilmente aumentando i prezzi e gradualmente riducendo le esportazioni, preferendo esportare prodotti finiti (filato, tessuti, etc.).
I "trends" attuali e futuri consentono di prevedere che le esigenze di importazioni della seta greggia in Europa, oggi stimato in 5.000 tonnellate annue, saliranno a 15-20.000 tonnellate nel prossimo decennio.