PREGHIERA PER IL BEATO
ALLE CENTO FONTANE 10
di Francesca Mari
In vista della realizzazione del progetto di riqualificazione dell’area
"Cento Fontane", da trasformare in un anfiteatro all’aperto, l’associazione
omonima sta realizzando nella zona, attualmente degradata, una serie di
manifestazioni che fungono da preludio a quelle che si svolgeranno dopo il
ripristino della zona.
Infatti, approfittando della Festa dei Quattro Altari, l’associazione ha
organizzato nell’area, in collaborazione con la Parrocchia di S. Maria di
Portosalvo, la celebrazione di una messa all’aperto tenutasi sabato scorso
alle ore 19,00.
Dopo aver provveduto alla pulizia del sito, i membri dell’associazione hanno
allestito, a proprie spese, nello spazio antistante lo storico monumento,
sovrastato dalla grande scalinata, una sorta di altare decorato con piante e
lumini, dal quale don Franco Rivieccio ha celebrato la messa.
"Questa messa all’aperto- dice Raimondo Balzano, presidente dell’associazione-
è la prima in assoluto realizzata grazie alla collaborazione tra la Chiesa e
un’associazione culturale. Il nostro scopo è di riportare Torre agli antichi
albori, esaltando soprattutto l’aspetto culturale e religioso che è alla
base delle nostre tradizioni. Per questo abbiamo approfittato del giorno di
festa, in cui c’è grande afflusso di persone per le strade, per
sensibilizzare la popolazione verso lo storico monumento delle Cento Fontane e
per diffondere ulteriormente la conoscenza del Beato Vincenzo Romano".
La celebrazione, infatti, seguita da un gruppo di fedeli, sistematisi sulla
scalinata o sulle sedie collocate ai lati dell’altare o addirittura sui
balconi delle proprie abitazioni, si è conclusa con una preghiera rivolta al
Beato, la cui immagine incombeva, grazie ad un antichissimo drappo, fornito
dalla Parrocchia S. Croce, legato alla ringhiera di un balcone. Il drappo, pare
sia il più antico conservato in S. Croce e viene esibito nel corso di ogni
manifestazione dedicata al nostro patrono. Tra l’altro, anche questa
manifestazione si inserisce in quel programma di iniziative dedicate a Vincenzo
Romano in vista del quarantesimo anniversario della sua Beatificazione.
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QUATTRO ALTARI:
SACRO E PROFANO
di Francesca Mari
La Festa dei Quattro Altari per Torre è un po’ come il Festival di
Sanremo per l’Italia: scatena una serie di polemiche e commenti, che si
protraggono per giorni, proprio per lo spessore della manifestazione e per
le ingenti spese necessarie alla sua realizzazione. La kermesse nostrana,
però, a differenza di quella canora realizzata nella città dei fiori, è
una festa a sfondo storico e religioso, connotazione che, nel corso del
tempo, tende a perdere, fino a trasformarsi in un festival del consumismo
e delle apparenze. I più rammaricati per questa situazione sono,
soprattutto, i tradizionalisti e i religiosi, molti dei quali ritengono
che la Festa stia perdendo il suo valore tradizionale e che i più siano
attenti agli spettacoli musicali e alle immancabili "bancarelle"
anziché agli Altari e ai Tappeti.
" Io credo - dice don Franco Rivieccio, parroco della Chiesa di
Portosalvo - che alcune manifestazioni, come la rassegna "Miss
Corallo", si potevano anche evitare perché non sono coerenti con il
senso della Festa dei Quattro Altari. Tale spettacolo, a mio parere,
doveva essere inserito in un altro contesto e non nel corso di una festa
religiosa, il cui programma contiene già troppe manifestazioni
profane."
Dell’idea di don Franco saranno, sicuramente, anche altri sacerdoti
torresi, sebbene alcuni non vogliono pronunciarsi sull’argomento, come
don Giosuè Lombardo che si dichiara indifferente alla cosa mentre rileva
l’aspetto igienico-sanitario delle strade nel corso della festa:
"Più che dei Quattro Altari la chiamerei festa della spazzatura-
ammonisce il parroco di S. Croce- proprio per la condizione in cui si
trovavano le strade nel corso dei tre giorni: rifiuti dappertutto,
mancanza di bagni pubblici.. Ritengo che l’aspetto igienico-sanitario
sia stato abbastanza carente e questo è un fattore negativo nell’ambito
di una manifestazione così importante".
Se l’inefficienza dei servizi igienici non è argomento nuovo per la
nostra città, sicuramente curiosa appare la polemica sollevata da alcuni
visitatori del tappeto realizzato dall’artista Fongillo, e che
rappresenta la Passione di Gesù Cristo. La cosa curiosa è determinata
dalla presenza, nel dipinto, di tre "pagnotte" di pane che
dovrebbero rappresentare il Corpo di Cristo, ma sono stranamente ritratte
alla stregua di sandwich, tagliate al centro e imbottite. I sacerdoti non
si pronunciano mentre i più curiosi dovranno trovare una propria
interpretazione al dipinto e a questo particolare che, sicuramente, stona
col contesto. |