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AMBIENTE                   
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E TERRITORIO
A TORRE DEL GRECO

di Francesca Mari

Ambiente e territorio a Torre del Greco: quale futuro? E’ un quesito che ci si pone spesso di fronte al degrado raggiunto dalla città corallina, soprattutto negli ultimi anni, ma è anche il tema del convegno, tenutosi giovedì scorso al Circolo Nautico, organizzato dal Centro Studi "Civiltà Torrese" e che ha visto la partecipazione di alcuni addetti ai lavori con proposte e opinioni molto diverse tra loro.
Il coordinatore dei lavori, Carlo Ciavolino, presidente di Civiltà Torrese, ha illustrato il problema che, tuttavia, costituisce un intralcio al benessere ed allo sviluppo di Torre e dei suoi abitanti: "L’invivibilità è a livello epidermico - ha detto Ciavolino - e ciò costituisce uno dei fattori di maggior degrado e la causa di molte problematiche inerenti il nostro territorio".
Di questa opinione è anche il dott. Giovanni Balsamo, commissario straordinario del nostro Comune, che, durante la sua breve esperienza, ha potuto costatare un mancato interesse per la politica territoriale ed ambientale e questo, a suo parere, potrebbe condannare la città all’immobilismo.
Un immobilismo che, secondo Ermanno Corsi (presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania), è determinato dalle esperienze fallimentari delle precedenti classi politiche che non hanno saputo esprimersi positivamente, e non hanno sfruttato le risorse di una città, storicamente ricca e proficua, che ha tutte le caratteristiche per diventare il gioiello della Campania.
"Torre è un corpo vivo - ha affermato Corsi - ma assediato da molte patologie mal curate. In passato questa città era considerata "La Spugna d’oro del Regno" per tutte le sue prerogative, ignote agli altri comuni vesuviani. Oggi, purtroppo, è ridotta ad un dormitorio generale perché è vittima di una "ragnatela di interessi".
Per fortuna la ricchezza non è andata via, bisogna, però, saper ritrovare l’equilibrio tra il possesso materiale delle cose e il livello culturale della città. Bisogna uscire dalla prigionia del localismo."
La disattenzione della classe dirigente unita all’indifferenza

 della popolazione porta, secondo il giornalista, a quella serie di fenomeni degenerativi che caratterizzano Torre attualmente come: la disoccupazione giovanile, l’edilizia sconsiderata, la diminuzione della qualità della vita e l’acuirsi del" rischio Vesuvio", determinato dall’espansione edilizia.
"Tali problematiche- ha detto Corsi- potrebbero essere risolte attraverso la realizzazione di alcuni progetti per il recupero territoriale, ambientale e culturale della città come: l’interramento della ferrovia da S. Giovanni a Torre Annunziata; la bonifica del litorale e il recupero delle risorse marine; il ripristino del Porto e lo sviluppo di una Nautica da diporto; lo sviluppo dell’aspetto artistico-artigianale e del Polo Orafo."
Per realizzare tali progetti, però, secondo Francesco Maione, segretario di Forza Italia, sostituto di Antonio Martusciello, è necessario dotarsi di un nuovo Piano Regolatore che riesca a sfuggire ai vincoli urbanistici non intaccati dalla norma vigente, legge Galasso, che non è stata più rivista e risulta obsoleta per le attuali esigenze.
Diverso, invece, il punto di vista di Giovan Battista De Medici, docente di Pianificazione del Territorio all’Istituto Universitario di Napoli e al Suor Orsola Benincasa, secondo il quale non bisogna rifarsi a mega-progetti che possono risultare solo teorici ma sfruttare quei piccoli aspetti che languono e che, invece, potrebbero rivelarsi risolutivi. Infatti, lo studioso è convinto che più che prospettare un nuovo piano regolatore, sarebbe opportuno impiegare nuove forze lavoro, incentivare la produttività, sfruttare aree dimesse e prefabbricati fatiscenti.
"Io credo - ha ironizzato De Medici - che il degrado ambientale e territoriale torrese sia determinato da un "rete di disinteresse". Dobbiamo acquistare la consapevolezza che il paesaggio è una risorsa da non sottovalutare, il cui degrado pesa su di noi e peserà sulle successive generazioni. Torre possiede un patrimonio paesaggistico e ambientale tra i migliori al mondo, eppure è minacciata da molti problemi: un rischio sismico; un rischio idrogeologico; l’abusivismo edilizio; il divieto di balneazione; la mancanza di aree verdi. Tutti questi problemi vanno affrontati partendo da piccole iniziative, ma concrete."
Tale tendenza è seguita anche dall’Onorevole Ciro Borriello, deputato del nostro Collegio, che è convinto che il recupero del patrimonio territoriale ed ambientale di Torre del Greco debba partire proprio dal ripristino di quei siti abbandonati, dall’abolizione dei vincoli urbanistici, dall’eventuale creazione di Parchi di Quartiere.