Quando
il taxi, stracarico, arrivava sotto la casa del marittimo, dai balconi
circostanti, tutti si affacciavano per curiosità o per salutarlo; in
quel momento, diventava la persona più importate del quartiere: tutti
gli chiedevano notizie dei loro parenti in America. Mentre avveniva
questo scambio di notizie, alcuni giovanotti facevano a gara per
scaricare i pacchi dall’automobile, sapendo bene che ci sarebbe stata
una lauta mancia con la quale potevano assicurarsi la visione dei film
in programmazione nei cinema Iris e Vittoria. Ricordo un anziano taxista
napoletano che nel prendere l’autostrada per Torre del Greco, al
pagamento del pedaggio, diceva: “Per la piccola Parigi”.

La
Conte Grande (vecchia foto)
Negli
anni Cinquanta nella Via Di Prè, conosciuta come via Prè, c’era una
forte comunità di Torresi, era la napoletana “via Forcella” di
Genova che ha fatto la storia nel bene e nel male della città; si
poteva comprare tutto, da un isola ad una spilla da balia, e molti
locali erano gestiti dai Torresi; lì i nostri marittimi passavano il
tempo fra i vari bar, chi non ricorda la trattoria Bacci, e le donnine
allegre o, a sera, a vedere qualche spettacolo nel cineteatro
“Superba”. Il nome alla via è dato dall’omonima chiesa di San
Giovanni Di Prè.

La Conte Grande
In
Via Milano c’era la “Casa del marinaio” provvista di mensa e un
camerone, lì i marittimi, in attesa di imbarco, potevano mangiare e
dormire pagando una piccolissima quota; poi c’era Piazza Portello
ritrovo dei marittimi in attesa di imbarco.
Le
grandi navi, i transatlantici, orgoglio dell’Italia, con i loro
lussuosi saloni e piscine coperte, erano paragonate ai grandi alberghi a
cinque stelle, e la ristorazione, avendo come cuochi anche chef torresi,
poteva competere con i grandi ristoranti francesi.

La Conte grande
Mio
padre, allora giovane garzone sulla nave Andrea Doria, ci raccontava dei
complicati menù, del caviale, della maionese, spiegando, a mia madre,
che la salsa non era solo rossa di pomodoro come di nostra abitudine, ma
anche verde di basilico (PESTO) o bianco (LA BESCIAMELLA) al che lei
storpiava il naso dicendo che fetenzia.

Interno della Conte Grande
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