LA SCUOLA PER
LA LAVORAZIONE
DEL CORALLO
Nell’epoca «
Sciacca » sorse a Torre la « Scuola per la Lavorazione del Corallo »,
che costituì un fatto di rilevante importanza nella storia cittadina. L’evento
che favori e determino l’istituzione di una scuola di tal genere fu la
scomparsa, con la fine del Regno di Napoli (1860), del «Laboratorio
delle Pietre Dure » esistente in Napoli a S. Carlo alle Mortelle.

Relazione di
didattica dell’anno scolastico 1888-89 della "Scuola d’incisione
sul corallo
ed arti decorative e industriali", a Torre §
Benché il Governo fosse favorevole all’iniziativa
fin dal 1872, il decreto con cui la Scuola venne istituita porta la data
del 23 giugno 1878. Tra i suoi scopi vi era il miglioramento del livello
qualitativo della produzione torrese, fino ad allora limitata alla
«commerciale» (o «tondo e ritondo»), con 1’insegnamento della
lavorazione artistica, ossia della incisione. Si tratto di una
istituzione di tipo consorziale, amministrata da un Consiglio Direttivo;
primo Presidente ne fu l’on.le Luigi Petriccione e primo direttore il
Cav. Francesco Serra Caracciolo.
La sua sede venne fissata in un ex Convento di Carmelitani al Largo
Carmine (Piazza del Popolo) a Torre del Greco. I corsi ebbero inizio con
una solenne cerimonia inaugurale il 1’ novembre 1879, con un organico
di tre soli elementi: due insegnanti (1’incisore Antonio Giansanti,
che fungeva anche da segretario, un tagliatore di corallo) oltre ad un
bidello. Il Regolamento della Scuola era contenuto in trentatre articoli
dei quali ne riportiamo qualcuno:
Art. 2 – A ciascun professore, se titolare, sarà corrisposto lo
stipendio annuo di L. 2.000 e di L. 1.700 se incaricato;
Art. 20 - I corsi sono cinque: disegno geometrico e di ornato; disegno
di fiori e di animali con l’inizio di disegno di figura; disegno di
figura; disegno dal rilievo e modellatura in cera; lavorazione del
corallo;
Art. 30 – Dietro cinque mancanze non giustificate 1’alunno, su
parere del Direttore, potrà essere espulso dalla Scuola;
Art. 31 – La poca diligenza e l’indisciplinatezza saranno punite con
pubblica reprensione; la prima recidiva con sospensione temporanea dall’intervento
nella Scuola; la pertinacia con 1’espulsione. La buona condotta, il
maggior progresso, 1’utile lavoro avranno premio di menzioni
onorevoli, di diplomi di onore, di compartecipazione al prezzo dei
lavori venduti.
La vita iniziale della Scuola fu
tutt’altro che facile, dovendo essa far fronte alle forti opposizioni
particolarmente accese da parte dei vari «maestri», i quali con le
loro beghe riuscirono a farla chiudere dopo sei anni (1885). I battenti,
pero, si riaprirono nel 1887 sotto la guida di un nuovo Direttore, il
prof. Enrico Taverna, proveniente dal Museo Artistico Industriale di
Torino, e con una diversa denominazione: « Scuola di Incisione sul
Corallo e di Arti Decorative e Industriali ». Essa, pur conservando lo
scopo primario, cioè l’incisione del corallo, estendeva 1’insegnamento
alla pietra di lava, alle conchiglie da cammeo, alla tartaruga, all’avorio
e ad altre pietre dure. Fu istituito a parte un «Corso serale di
disegno artistico ed industriale». |
Il fine del corso era
di estendere l’istruzione artistica del disegno e della modellazione
anche a coloro che erano gia artigiani di altre categorie quali orefici,
intagliatori, ebanisti, ecc.
Si dice che per la carenza di fondi e di
adeguato materiale didattico, oltre che per 1’insufficienza dei
locali, 1’istituzione per quasi un ventennio si reggesse sul coraggio,
la buona volontà e 1’entusiasmo dei suoi addetti, in particolare del
giovane Direttore Taverna. Il corso diurno, quello dell’incisione del
corallo, sotto la guida di Zugari, specialista in cammei, si svolgeva
dalle ore 8 alle 12; quello serale nelle «prime due ore di notte»,
ossia le prime due ore dopo 1’Ave Maria; 1’anno scolastico iniziava
il 15 ottobre e finiva il 30 giugno.
Il corso completo di incisione richiedeva sette anni di studi e tale
periodo era stato stabilito in base alla considerazione che il giovane
diplomato si sarebbe trovato, una volta al lavoro, alle prese con una
materia particolarmente pregiata qual e il corallo. Inoltre egli doveva
essere in grado di realizzare statuine a tutto tondo e ritratti su
cammeo. Requisiti per essere ammessi alla frequenza erano il compimento
del 12’ anno di età e la licenza di 4’ elementare. Dei 108 iscritti
del 1’ anno (35 corallari e 73 di altre specializzazioni) alla fine
dell’anno scolastico ne erano rimasti solo una cinquantina. Anche
questa decimazione di allievi può essere ascritta all’effetto
negativo della scoperta dei giacimenti siciliani. I giovani, infatti,
abbandonarono i banchi scolastici perché allettati dalla facilita di
trovare lavoro presso le numerose unita produttive, improvvisatesi all’arrivo
dello « Sciacca », dalle quali, pero, vennero fuori manufatti
assolutamente privi di pregio. Dopo il fenomeno negativo che si era
ripercosso ampiamente su Torre, la Scuola si riorganizzo e,
incrementando il numero di specializzazioni diverse da quelle del
corallo, richiamo un maggior numero di allievi.

Diploma di
licenza rilasciato dalla medesima
Scuola a Francesco D’Amato
(nel 1923),
continuatore dell’antica Ditta Ferdinando D’Amato
Infatti nel 1889, mentre il corso per
scultori e incisori di corallo era frequentato da soli 11 ragazzi, agli
altri corsi parteciparono 130 giovani; di essi la maggior parte si
riverso nel corso per « pittori decorativi» e per «macchinisti
meccanici» in vista delle possibilità di lavoro offerte
rispettivamente dalla «Festa dei Quattro Altari», celebre in Campania,
e dall’imbarco su navi della Marina Mercantile.
In conseguenza di tale notevole afflusso di studenti il Municipio
concesse un locale attiguo a quelli gia occupati dalla Scuola, mentre
questa progettava un grande atrio di accesso in stile pompeiano da
costruirsi ad opera degli stessi allievi; progetto che non fu mai
realizzato. Nel 1890 si istituirono per i migliori allievi premi che
andavano da un minimo di L. 5 ad un massimo di L. 40. Il 23 giugno 1903
fu celebrato il 25’ anniversario della Scuola, che continuava a
raccogliere consensi ed elogi, venendo spesso menzionata e citata ad
esempio in pubblicazioni specializzate, grazie ai metodi ed ai programmi
di avanguardia attuati dal sempre valido Direttore, prof. Enrico
Taverna. Questi voleva che la sua fosse una scuola per artigiani ed
impartiva agli allievi una cultura di base artistica e pratica, sulla
quale era possibile innestare le varie specializzazioni artigianali o il
«mestiere» prescelto (incisore di corallo, vetraio, scalpellino,
astucciaio, meccanico, ecc.). Per la specializzazione che a noi
interessa, gli allievi si esercitavano nella lavorazione del corallo,
della conchiglia e della madreperla con attrezzi specifici quali la
«spada», la «tenaglia», 1’archetto, il disco rotante, il bulino,
la lima, il tra- pano. Nel 1910 1’attività scolastica era in pieno
fervore; gli articoli prodotti dalla Scuola ottenevano grande successo
anche alle esposizioni cui partecipavano e, in particolare nel 1912, i
suoi cammei vennero molto richiesti in Australia e negli Stati Uniti. |