Torre e il corallo      pag. 5 di 17

LA SCOPERTA
DEI «BANCHI» DI SCIACCA
E SUA RIPERCUSSIONE
SULL’ATTIVITA’


Lavorazione del corallo - Torre del Greco, fine 800

Nel frattempo la pesca era divenuta quasi esclusivo monopolio dei corallini. Nel 1870 le barche di Torre erano 236 «di buona grandezza e riccamente fornite », dice i1 Balzano, contro le 56 di Livorno, le 25 di Genova e le 6 della Corsica. Nella seconda meta dell’800 nella nostra città venne costituita la «Compagnia Anonima Torrese di Sicurtà Marittima», che forniva ai pescatori anticipazioni su pegni di corallo, sconto di effetti commerciali, assicurazioni sia marittime che contro la diserzione dei marinai destinati alla pesca del corallo.
Attingendo alla pubblicazione di Mazzei-Megale spieghiamo il perché di tali diserzioni: «E uso antichissimo degli armatori di Torre del Greco di fare larghi anticipi ai marinai ingaggiati. Questo anticipo lo chiamano prestita. La misura della prestita che i marinai si trovano ad avere gia ricevuta all’atto della loro partenza per la campagna annuale, varia dai due terzi ai quattro quinti del salario dovuto a ciascuno a tenore della convenzione di arruolamento. Il resto e pagato poco appresso alle loro famiglie che con insistenza lo richiedono.


(...) Ed e per siffatta usanza che uno dei maggiori rischi a cui l’armatore torrese va soggetto nell’esercizio della sua industria e la facile diserzione dei marinai, per la poca speranza di lucro che a quelli resta dopo gli anticipi ricevuti ».
Nel 1871 sorse anche la «Compagnia Industriale e Commerciale Torrese per la confezione della canapa» interessata alla produzione ed alla vendita dei manufatti utilizzati sia da coralline che da navi mercantili. Dopo diciassette anni, nel 1888, si costituì la « Società Anonima Cooperativa di Credito Popolare» arrivata fino a noi con la denominazione di «Banca di Credito Popolare di Torre del Greco».
In quegli anni, a Torre, erano attive una quarantina di fabbriche con circa 3200 addetti, dei quali 2800 donne, che svolgevano il lavoro a domicilio. I battelli specifici per la pesca risultavano oltre trecento e gli uomini a bordo erano cosi impegnati, che le fatiche dei «mozzi» venivano affidate a ragazzi, e persino a bambini, regolarmente imbarcati. Una testimonianza di tale penosa situazione l'abbiamo trovata in un «Libretto Matricolare rilasciato nel 1876, dove si legge che D’Amato Ferdi
nando, nato a Torre del Greco il 28 giugno 1865, effettua il suo primo imbarco il 5 marzo 1876, destinato alla Maddalena per la pesca del corallo. Le due date, quella di nascita e quella di imbarco, sono traumatizzanti per qualsiasi uomo di oggi: il «mozzo» era un ragazzino di soli 10 anni e 8 mesi. Questo documento vivo, toccante simile, purtroppo, a chissà quanti altri e particolarmente caro a Nando D’Amato, il quale, nel tenerlo tra le mani, deve certamente aver ripercorso col pensiero la tristezza dei duri anni caratterizzanti l’infanzia e l’adolescenza del suo avo.

   Lavorazione del corallo: taglio e arrotondatura.
 Torre del Greco, fine 1800. Foto colorate a mano

Comunque, si viveva finalmente tutti in prosperità, anche se, senza saperlo, ci si avvicinava a due fenomeni che, prima positivamente e poi negativamente, avrebbero sconvolto tutta 1’attività: la scoperta del corallo sia «Sciacca» che «Giapponese».
Dunque, mentre si cominciava a paventare una crisi di grezzo dovuta alla situazione creatasi sulle coste dell'Africa settentrionale per motivi politici, oltre che per 1’impoverimento dei banchi, nel 1875 accadde un «miracolo». la scoperta del primo dei tre favolosi giacimenti di corallo Sciacca, una vera manna, non piovuta da1 cielo questa volta, ma estratta dagli abissi.
Il 10 maggio di quell'anno, tre pescatori siciliani, Giuseppe Muschilda, Alberto Maniscalco, che alcuni dicono soprannominato « Angugliaro » altri «Ammareddu», e Alberto (ignoto resta il cognome) detto «Occhi di Lampa», erano in mare tra Mazzara del Vallo e Capo S. Marco, a 30 miglia fuori Sciacca; nel tirare la paranza dal fondo vi trovarono alcuni cespi rossi, che colpirono in particolare 1’attenzione di «Ammareddu». Infatti, questi qualche giorno appresso torno sul posto e, dopo vari tentativi, a circa 200 metri di profondità individuo ciò che cercava: un banco corallifero lungo 200 metri e largo poco meno, eccezionalmente ricco.
A questo punto cominciava la leggenda, la favola o la storia dei tre "giacimenti" dai quali doveva
trarre origine il famoso quanto misterioso «Corallo Sciacca ».
La notizia dell’avvenimento, passando di bocca in bocca, di villaggio in villaggio, ben presto richiamo un gran numero di barche, che partirono soprattutto da Torre del Greco. Benché si lavorasse instancabilmente ormai da molto tempo, pareva che da quel primo banco il corallo non dovesse mai cessare di venir fuori. Dopo tre anni (1878) nella medesima area ed alla stessa profondità si scopri un secondo banco, detto «Terraneo», che alla maggiore quantità di corallo univa una migliore qualità.
Non erano esauriti i primi due che nel 1880 venne localizzato il terzo giacimento, il «Foraneo», molto più esteso dei precedenti (2 miglia e mezzo per 2) a 150 mt. sotto la superficie del mare. L attenzione di tutti i pescatori del Mediterraneo, che ormai avevano disertato ogni altra zona, era polarizzata definitivamente sul pozzo senza fine di Sciacca; un’idea della ricchezza e dell’attività della zona si può averla se si pensa che nell’anno 1880 vi operarono 1797 barche, le quali raccolsero corallo per 4.490 tonn. Le coralline che si dedicavano al lavoro su quei giacimenti in Sicilia, erano piuttosto piccole (12-20 tonn.) e vi restavano ininterrottamente anche un mese, durante il quale, pero, venivano raggiunte da altre barche denominate «Marticane».


  Tradizionale "Corallina". Torre, primi del 1900

Queste, essendo, per cosi dire, barche da movimento perché impegnate ad andare su e giù con un notevole carico e nel più breve tempo possibile, strutturalmente erano molto diverse dalle coralline: possedevano un maggior numero di vele e stazza- vano da 20 a 30 tonn. Il loro compito era dupljce: rifornire i pescatori di generi di prima necessita (acqua, pasta gallette) oltre che di nuovi attrezzi (rezzenielli, vele, ecc.) e, contempora- neamente, trasportare a terra il corallo pescato.